L’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale, l’obiettivo della vaccinazione di massa, i disagi nelle scuole, l’abbassamento della speranza di vita a causa della diffusione del virus: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (lunedì 8 marzo).

  “Spinta per vaccinare tutti. Sale il tasso si positività, ieri in Lombardia 4.397 casi. Oggi vertice per decidere altre chiusure. Speranza: entro l’estate. AstraZeneca agli over 65, si valuta lo Sputnik” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Un lockdown per ripartire. Si fa strada l’ipotesi di una zona rossa nazionale. Obiettivo del governo: la vaccinazione di massa. Balzo in avanti dei contagi, oggi vertice con Draghi. Aumentano le proteste per le scuole chiuse. Via libera del ministero Speranza: AstraZeneca anche agli over 65”.

Sempre sul tema della pandemia le aperture di altri tre quotidiani. Sul Fatto Quotidiano si legge: “Scuola: a casa 9 ragazzi su 10. E ‘Lombardia da lockdown’. Come un anno fa: studenti sacrificati. Report riservato della regione più infetta”. Libero lancia “Lasciate che i privati comprino i vaccini, visto che lo Stato non è capace. I centri di potere pubblico sono stati in grado di chiuderci in casa. Il premier si faccia aiutare da aziende e professionisti o non ce la caviamo”. Così il Sole 24 Ore: “Speranza di vita ed effetto Covid: persi 1,4 anni, 5 a Cremona. Dati 2020: l’Italia torna ai livelli 2012 per gli uomini e 2010 per le donne. In Lombardia un arretramento tra 2,7 e 2,1 anni. Lodi, Bergamo, Piacenza e Parma le altre province più colpite. Ora in calo anche il Sud”.

Diverse le aperture di Stampa, Messaggero e Giornale. “Retromarcia sul cashback. Tre miliardi in più ai poveri. Esecutivo diviso sul decreto sostegni. Un miliardo per il reddito di cittadinanza. Zingaretti torna dalla D’Urso: ‘Confermo l’addio’. Ma ora potrebbe ripensarci” recita il quotidiano torinese, mentre il quotidiano romano sceglie di aprire con un’intervista al presidente di Confindustria Carlo Bonomi: “Ora misure per assumere, Draghi ci convochi subito. Da noi proposte concrete sulla riforma del lavoro. Il blocco dei licenziamenti è poco utile”. Il Giornale, infine: “Svolta immigrazione. I verbali di Lamorgese che inchiodano le Ong. La testimonianza del ministro sul caso Gregoretti svela i trucchi delle navi. E dà ragione a Salvini”.

Le interviste
In occasione dell’8 Marzo, a spiegare la strategia del governo verso le donne, dalle pagine di Repubblica, è la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti. Anzitutto, i nuovi congedi-Covid: “Saranno inseriti nel prossimo decreto sostegni. Ho chiesto che siano retroattivi e retribuiti almeno al 50 per cento dello stipendio. I genitori, a turno, potranno richiedere lo smart working per ogni giorno in cui i figli, minori di 16 anni, dovranno seguire le lezioni a distanza. Per le partite Iva ho chiesto la reintroduzione di sostegni come i voucher baby sitter, il Mef sta ragionando su uno stanziamento di 200 milioni di euro”.

Obiettivo della ministra è la costruzione di un “Piano strategico sulla parità di genere” che abbia come obiettivo la creazione “di reti di welfare per aiutare le donne a entrare, o a rientrare, nel mondo del lavoro”. Uno dei cardini è la “costruzione di nuovi asili nido che portino la presenza dei bambini 0-3 in questi servizi almeno al 50 per cento entro il 2026. Con i fondi del Next Generation dovrebbero arrivare 3 miliardi e 600 milioni. Nella legge di bilancio del 2020 sono già stati stanziati 2 miliardi e mezzo. Finanzieremo con 50 milioni di euro i progetti di quelle aziende che sostengono il rientro al lavoro delle donne dopo la maternità e welfare aggiuntivo per le famiglie”. Infine, l'accesso al credito femminile: “Per le donne, e questa è un'altra discriminazione, è più difficile accedere al credito rispetto agli uomini. Per il 2021 abbiamo un fondo di venti milioni di euro per l'imprenditoria femminile (…) un fondo che si aggiunge a quello di garanzia già presente al Mise. La prospettiva è che venga significativamente incrementato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza con 500 milioni”.

“Ora misure per assumere, Draghi ci convochi subito”: questo il titolo della lunga intervista al presidente di Confindustria Carlo Bonomi apparsa oggi in prima pagina sul Messaggero. “In vista del decreto che si occuperà di ristori e licenziamenti, chiediamo un cambio di metodo urgente sul tema lavoro”, spiega il leader degli industriali: “Il governo deve convocare subito tutte le parti sociali, imprese e sindacati insieme. Con l'obiettivo di chiarire in due settimane al massimo, di confronto continuato, come adottare un ammortizzatore universale e politiche attive del lavoro basate su formazione e occupabilità”. Un tema dell’intervista è il blocco dei licenziamenti: Bonomi rileva che “si sta trasformando anche in un blocco delle assunzioni. Da luglio abbiamo chiesto una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali, per superare la logica del blocco, visto che siamo di fatto l'unico Paese in Europa in cui questo accade”.

Il presidente di Confindustria elenca anche le “proposte concrete” da portare al governo: “Abbassare il livello del contratto di espansione, ora bloccato alle aziende con 250 dipendenti, ciò favorirebbe le assunzioni e la staffetta generazionale (…) rafforzare il bonus per giovani e donne, agganciandolo al contratto di espansione. Siamo il Paese in cui giovani e donne soffrono maggiormente del crollo dell'occupazione, quindi va modificato il contratto a tempo determinato, rivedendo il meccanismo delle causali che non ha funzionato, per dare flessibilità in una fase complessa come questa”. Infine, la necessità di “una vera riforma della pubblica amministrazione. Il governo ha la grande occasione di potere utilizzare ben 400 miliardi, mettendo insieme tutti i fondi europei disponibili nei prossimi sei anni, per fare le riforme di cui il nostro Paese ha bisogno. Le strade da seguire sono (…) semplificazione dei processi autorizzativi, taglio della burocrazia, efficienza gestionale”.

Gli editoriali
“Per festeggiare l'8 marzo usiamo il Recovery plan per avere più asili nido”, così recita il titolo dell’editoriale della vicepresidente della Regione Emilia Romagna Elly Schlein, sulle colonne di Domani. “In Italia le ragazze sono quelle che si diplomano di più, eppure il tasso di occupazione femminile è fra i più bassi in Europa. Il divario salariale di genere segna ancora livelli inaccettabili. La battaglia contro le disuguaglianze di genere deve quindi innervarsi nella sfida della ricostruzione del Paese su basi nuove e diverse”, argomenta Schlein, rilevando la necessità che il “Piano nazionale di ripresa e resilienza sia scritto adottando trasversalmente una prospettiva di genere”. Tanti sono i fronti “su cui intervenire: dal supporto alla formazione di donne e ragazze in tutte le discipline, anche quelle Stem. al sostegno all'occupazione e all'imprenditorialità femminile”.

Ma il versante su cui le nuove risorse europee possono fare la differenza “sono le infrastrutture sociali, i servizi educativi per l'infanzia e quelli dedicati alle persone non autosufficienti e con disabilità”. Per Schlein ci sono almeno “tre ottime ragioni per un grande investimento sugli asili nido: perché partire prima rende più solidi i percorsi educativi e di socialità dei più piccoli, contrastando la povertà educativa e le disuguaglianze; perché trasforma in lavoro retribuito e qualificato una parte del lavoro di cura attualmente non pagata; perché questi servizi forniscono un importante supporto alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.  L'ultima bozza di Pnrr prevedeva “nuove risorse per 2 miliardi di euro per aumentare gli asili nido, oltre agli 1,6 miliardi già previsti. Non basta. Perché oltre ai nuovi asili bisogna garantire che per funzionare abbiano adeguate risorse di spesa corrente (che non possono venire dai fondi Next generation Eu), attrezzando i bilanci ordinari”.

Sempre sul medesimo tema è l’intervista alla direttora centrale dell'Istat Linda Laura Sabbadini, apparsa oggi su Repubblica. “In Italia il 70% della grave caduta di occupazione è femminile. Il part time non voluto è il doppio dell'Europa. La precarietà è più diffusa che tra gli uomini. Solo il 12% dei bimbi va a un nido pubblico. Se non si agisce ora con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, quando?”, chiede Sabbadini, rilevando la necessità di “mettere mano al sovraccarico di lavoro di cura sulle spalle delle donne: bisogna redistribuirlo nella società tramite i servizi e nella coppia con politiche che favoriscano il coinvolgimento dei padri, trasformare gran parte del lavoro familiare non retribuito in lavoro retribuito”. Per la direttora Istat servono un “intervento massiccio sui servizi educativi per l'infanzia (60% di bimbi ai nidi); un grosso investimento nel welfare di prossimità per anziani e disabili con domiciliarizzazione della cura; il raggiungimento dei limiti fissati dalla Convenzione di Istanbul per le case rifugio e i centri antiviolenza; un Piano straordinario per l'imprenditoria femminile, non briciole come nel piano precedente; l’abbattimento delle barriere all'ingresso delle donne nei settori a predominanza maschile”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata alla Giornata internazionale della donna. Una panoramica davvero molto ampia, con ben 16 articoli, tra cui segnaliamo la storia della lavoratrice Daniela che introduce il tema, la campagna della Filctem Cgil, la riflessione sull’uso linguistico dei femminili professionali, l’incredibile vicenda di una dipendente del Crea, il calendario della Fisac Cgil, l’excursus storico (dal primissimo dopoguerra ai giorni nostri) sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro, la storia della dirigente comunista Teresa Noce.

“Da circa vent’anni manca al Paese una visione e una strategia chiara di politica industriale. Si è tentato di supplire con misure sporadiche, prevalentemente connotate come incentivi o aiuti, e non sistemiche. Questa frammentazione e la mancanza di uno sguardo lungo hanno impedito di fatto uno sviluppo del nostro sistema industriale”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in una lunga riflessione che abbraccia numerosi temi (dal Piano nazionale di ripresa e resilienza alla digitalizzazione, dalla transizione ecologica alla riforma della pubblica amministrazione) e che introduce l’ultimo numero del mensile Idea Diffusa.

Menzione particolare va all’ampio resoconto (introdotto da un articolo riepilogativo), nello spazio dedicato ai territori, della situazione nelle venti Regioni italiane dei contagi, della campagna vaccinale e della tenuta di ospedali e terapie intensive. Da non perdere è anche il pacchetto informativo dedicato all’iniziativa “Isola senza catene” organizzata dalla Cgil e dalla Flai Cgil Sicilia (la discussione è stata conclusa da Maurizio Landini), cui si accompagna il video di denuncia dello sfruttamento dei lavoratori comunitari ed extracomunitari nelle campagne di Catania e la riflessione del segretario generale Flai Cgil Giovanni Mininni.

Da segnalare sono anche la forte contrarietà della vicesegretaria generale Cgil Gianna Fracassi alla cosiddetta “pace fiscale”, lo streaming del convegno “Cent’anni dopo: ripensare la sinistra” (cui ha partecipato la segretaria generale Fiom Cgil Francesca Re David), il resoconto del seminario di studio sul sistema previdenziale organizzato da Spi Cgil e Fondazione Di Vittorio e la sintesi della ricerca realizzata dall’economista Michele Raitano, la richiesta di sindacati nazionali e categorie dei pensionati del varo di una legge sulla non autosufficienza,

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.