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Dal sito del ministero l’annuncio in pompa magna: “Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto per le assunzioni dei docenti nelle scuole statali di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2025/2026, per un totale di 48.504 posti, dei quali 13.860 sul sostegno”. Successivamente, con un apposito decreto, verranno immessi in ruolo 6.022 docenti di religione. E quindi: “Per settembre assumeremo oltre 54 mila docenti tra posti comuni, di sostegno e di religione. Un numero record. Contiamo così di dare maggiori garanzie di continuità didattica agli studenti e di stabilità agli insegnanti”.
Le assunzioni sono ovviamente sempre un fatto positivo, però sui numeri e sui giudizi è necessario fare qualche riflessione. I posti liberi in organico sono in realtà quasi il doppio (90 mila tra docenti, educatori e Ata). Ma non basta: a questi vanno aggiunti i circa 160 mila posti autorizzati in organico di fatto, che, fa notare la Flc Cgil in un comunicato, “continueranno a essere coperti da precari, e i contratti di supplenza che il prossimo anno scolastico, così come per il precedente, saranno oltre 250 mila. Misure che confermano un andazzo dannoso per le alunne e gli alunni, privati della continuità didattica, e per la scuola e il lavoro che non possono essere fondati sulla precarietà”.
Questa la procedura prevista: per i posti comuni e di sostegno, l’effettiva assegnazione dei contingenti alle singole classi di concorso sarà stabilita dagli Uffici scolastici regionali (Usr).
Una volta determinata la distribuzione da parte degli Usr, potranno essere assunti gli aspiranti inseriti a livello provinciale nelle graduatorie a esaurimento e i vincitori ancora presenti nelle graduatorie regionali dei concorsi del 2016, del 2018 e del 2020. Il numero di gran lunga maggiore di assunzioni, spiega il ministero, verrà effettuato utilizzando le graduatorie dei concorsi banditi nel 2023 e nel 2024 (i cosiddetti concorsi “Pnrr1” e “Pnrr2”).
Alla fine, però, attacca il sindacato della conoscenza della Cgil, resta “la piaga delle decine di migliaia di posti liberi soprattutto sul sostegno, che rendono ancora più incoerenti le parole del ministro sull'attenzione dedicata ai ragazzi più fragili. Mentre sulle assunzioni di educatori e personale Ata, che rappresentano oltre un terzo degli operatori scolastici, un silenzio eloquente”.
Cosa si dovrebbe fare, dunque, per la Flc? Innanzitutto “dare stabilità, ponendo fine allo scandalo dei posti autorizzati in deroga di anno in anno, e rivedere i sistemi di reclutamento dei docenti, ad oggi farraginosi con la sovrapposizione di diverse procedure concorsuali da gestire in tempi eccessivamente stretti”.
In ogni caso sono necessarie “immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, la stabilizzazione dei posti di sostegno in deroga, l’implementazione degli organici docenti e Ata per dare prospettive certe a chi, da anni, in condizione di precarietà, garantisce il funzionamento delle scuole. Il ministero, al contrario, è restio a programmare un piano di lungo respiro per sradicare il lavoro precario”, conclude la nota.