Online i racconti vincitori della nona edizione di “Storie Inaspettate” raccolti in un volume pdf scaricabile gratuitamente qui.

“Storie Inaspettate” è il concorso nazionale per racconti inediti e per non professionisti che la Fitel (Federazione italiana tempo libero fondata da Cgil, Cisl e Uil) lancia ogni anno e che ormai raccoglie quasi 700 iscritti. Grazie alla concomitanza di diversi elementi: dall’iscrizione gratuita ai consistenti premi in denaro, dalla qualità della giuria e di padrini e madrine alla serietà della procedura di valutazione, dallo scambio culturale e umano delle cerimonie di premiazione, alla libertà di scelta del tema come al fascino del titolo annuale per il Premio della giuria. Tutto ciò offre sostegno e stimolo agli appassionati di scrittura, a chi lo fa per hobby e a chi aspira a farne il proprio mestiere.

Il titolo per chi concorreva al premio giuria di questa edizione era «“Dammi la mano e torna vicino / può nascere un fiore nel nostro giardino”. L’energia della solidarietà e dell’associazionismo» ed è stato Daniele Mencarelli, il padrino di quest’anno, a individuare il racconto da premiare in “Piegate trenta volte”, un sentito racconto di esperienza di volontariato scritto da Franco Frola, pensionato di Torino, che dopo 40 anni di Banca ora fa il “nonno professionista”, mestiere che “richiede tanta creatività”. Sebbene il tema riguardasse il premio della giuria, mentre gli altri dieci erano da assegnare ad argomenti e genere liberi, la forza dell’empatia e del mutuo sostegno in un mondo tanto disgregato e aggressivo ha stimolato molte narrazioni di alto livello qualitativo.

L’edizione è stata infatti percorsa da un filo rosso, e anche altri premi sono andati a racconti in cui protagoniste e protagonisti “fanno nascere fiori”. Abbiamo così nella sezione Junior la sapiente costruzione narrativa di Erica Carol Tortora (graphic designer di Gaeta), il cui “Atlante di una memoria”, che si è aggiudicato il primo premio della sua sezione, è una toccante narrazione di amicizia e di empatia tra due donne, una malata di Alzheimer e l’altra volontaria in una Rsa.

Abbiamo poi il riscatto esistenziale delle relazioni umane e della poesia di “Fiori di Loto” di Federica Castaldi, molisana, arrivata seconda, che con i suoi 28 anni e un lavoro d’ufficio transitorio mentre cerca un impiego che sia in linea con il suo percorso di studi in ambito dello spettacolo, è la più giovane dei vincitori; e ancora la sofferenza esistenziale e la rinascita nella condivisione in “L’elefante nell’armadio” di Martina Bascetta (impiegata nella pubblica amministrazione siciliana; terza); un taglio leggero ed esilarante per le imbranataggini relazionali del protagonista di “Gelato” di Bruno Contini (traduttore scientifico, di Milano; quarto) la cui intelligenza emotiva è decisamente paralizzata; la prosa lirica di Angela Castellano (giovane pittrice campana) nella favola metaforica “Il cielo di Corvino”, un novello Jonathan Livingston.

Due senzatetto sotto il colonnato di San Pietro sono i protagonisti di “In salute e in povertà” di Flaminia Chizzola, dipendente statale romana che si aggiudica il quarto premio Senior con la sua scrittura pulita e coinvolgente. “Le domande difficili” (quinto Senior, di Laura Rossi, redattrice e correttrice di bozze di Codogno) sono quelle che gli immigrati rivolgono agli insegnanti durante le lezioni di italiano; e difficile è anche decidere non solo di fare l’eroe, ma soprattutto quando farlo per i personaggi che popolano la pigra vita di un paesotto di provincia attraversata da drammi nascosti nel racconto amaro “Qui non è Hollywood” di Sandra Puccini (toscana, autrice di testi scientifico-aziendali), che dopo due anni torna a vincere il secondo premio Senior di “Storie inaspettate” con uno stile sapiente, immaginifico e un impianto originale.

Sono infine papaveri rossi i fiori che nascono dai racconti terzo e primo Senior, i cui protagonisti sono la guerra, la violenza e la determinazione della Resistenza partigiana nell’esperienza femminile. Commoventi e perfetti, ci riportano alla Storia con la S maiuscola per non dimenticare, con narrazioni fluide dove la fantasia si intreccia con naturalezza alla ricerca. È così nel diario epistolare della giovane protagonista di “Autunno 1944” di Gianluca Melis (3 Senior, che lavora alla Conad di Bologna ed è socio del circolo aziendale affiliato Fitel Emilia-Romagna), ed è così in “Fuoco sotto la neve” di Antonella Grassi, anche lei emiliana di Parma, appassionata insegnante di lingua agli stranieri che in un racconto ricco di tensione, arrivato primo, ci fa scoprire le vicende reali della partigiana Mimma (Francesca Del Rio) raccolte dalla testimonianza del figlio.

La ricchezza dello scambio culturale ed emotivo che il premio letterario della Fitel riesce ad attivare ad ogni edizione conferma quanto sia necessario, a maggior ragione di questi tempi, il coraggio di essere e continuare a essere ente di promozione culturale e di proporre occasioni per incontrarsi e per creare comunità.

In attesa dell’apertura della nuova edizione (in autunno), buona lettura dei “fiori del nostro giardino”.

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