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Il lavoro

Singolare femminile

Foto: Simona Caleo
Roberta Lisi
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Sempre più precarie e con stipendi inferiori agli uomini. Eppure durante la pandemia le donne restano in prima linea, come Daniela che ogni giorno sanifica e pulisce le corsie dell'Ospedale di Bolzano

“Il mio lavoro mi piace, non sento la fatica proprio perché amo il mio lavoro”. A parlare è Daniela Paulina Cornea, è arrivata dalla Romania 15 anni fa, con il marito e il figlio grande, oggi ha 25 anni e a sua volta un bimbo di un anno mezzo. In Italia, 12 anni fa, è nato il secondo figlio di Daniela e da pochi giorni tutta la famiglia ha ottenuto la cittadinanza italiana: “Siamo contenti, molto contenti”.

Ogni giorno, per 6 ore e 30, si occupa di sanificare e pulire le corsie dell’Ospedale di Bolzano per conto della ditta di Multiservizi che l’ha assunta. Si sente utile agli altri e alla sua famiglia ed è fiera dello stipendio che guadagna a fine mese. Un salario orario non alto, certo, ma lei è contenta e orgogliosa. Il Contratto Collettivo Nazionale è scaduto nel 2013 e nemmeno il fatto che queste lavoratrici e lavoratori siano “essenziali” alla tutela della salute e da un anno ormai sono parte integrante dello sforzo del Sistema Sanitario Nazionale nel contrastare la pandemia, è servito a farlo rinnovare.

Il coronavirus ha colpito le lavoratrici molto più che gli uomini. Nel corso dell’anno che abbiamo alle spalle 312mila donne hanno perso il lavoro (contro 132mila uomini). L’Italia è tra i paesi dell’Europa a 27 agli ultimi posti per occupazione femminile, noi siamo al 48,5% contro una media 62,5%. Non solo, per quanto riguarda l’occupazione sia delle giovani tra i 25-29, che tra 30-34 siamo proprio ultimi. E i dati di dicembre scorso non fanno altro che confermare questa classifica: su 110mila posti persi 99mila erano occupati da donne.

E le donne sono colpite dal coronavirus anche per un’altra ragione. Tra le vittime degli infortuni sul lavoro da Covid 19 sono, secondo i dati appena diffusi dall’Inail, al 70% donne.

“Quasi in anno fa – racconta Daniela Paulina Cornea – ho cominciato a sentirmi male, sembrava un raffreddore. All’inizio la febbre era bassa e al mio medico ho detto che non stavo troppo male. Poi la temperatura è salita fino a 40 e mi è venuto un mal di pancia terribile. Mi hanno dato delle bustine non è servito a nulla. Non avevo nemmeno più la forza di fare due passi”. Poi il ricordo è confuso, è stata chiamata l’ambulanza e finalmente è arrivata in ospedale, ma non per svolgere il suo lavoro. All’ingresso il tampone è risultato positivo, il ricovero le flebo e poi l’annuncio: “ci dispiace dobbiamo intubarti, chiama tuo marito così lo saluti”. Giorni di vuoto e poi, finalmente il risveglio. Disorientata e spaventata ci ha messo un po’ a capire cosa le fosse successo e perché stesse lì.

Secondo L’Istituto nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro “Su 147.875 denunce pervenute alla data del 31 gennaio del 2021, infatti, ben 102.942 sono femminili, ossia circa 70 contagi professionali ogni 100. L’età media tra le contagiate è di 46 anni. il 43,6% delle contagiate dal Covid-19 ha oltre 49 anni, il 38,1% ha tra i 35 e i 49 anni e il 18,3% è under 35”. Ovviamente tra le lavoratrici le più colpite sono le donne delle professioni sanitarie, infermiere e poi fisioterapiste e operatrici socio sanitarie, infine mediche.

Daniela Paulina Cornea è tornata nel suo ospedale ma con la divisa lavorativa, anche se a causa del Covid ora la fatica la sente “ma il lavoro mi piace insiste e non ci rinuncerei per nulla al mondo”. E prosegue nel racconto: “Io faccio il jolli, dovrei occuparmi della farmacia ma vado dove serve. Quando passo davanti al reparto di terapia intensiva giro la testa e non guardo. È troppo forte l’angoscia. Tra una settimana sarà un anno è ho ancora paura”. Nel raccontare la voce si incrina, poi il silenzio, infine si riprende e dice “Se ce l’ho fatta vuole dire che ho un’altra vita da vivere. Non devo guardare indietro ma avanti”. Ora è anche arrivata la cittadinanza, speriamo arrivi presto anche il rinnovo del Contratto collettivo, davvero una nuova storia si apre per lei.