Superata la quota di tre milioni di casi totali di covid in Italia. Un cittadino su 20, è la matematica a dircelo, ha contratto il virus e ormai quasi 100mila sono i decessi dall’inizio della pandemia. Gli ultimi dati sui positivi segnalano 24.036 nuovi contagi e 297 vittime. 2.525 i pazienti in terapia intensiva.

Il nostro Paese è stato travolto, ormai è evidente, dalla terza ondata. La violenza e la rapidità delle varianti – quella inglese si diffonde a macchia d’olio, ma ormai girano anche quella sudafricana e quella brasiliana – impone ai nostri numeri la stessa veloce accelerata che abbiamo visto in altri paesi poche settimane fa. Solo la Sardegna è in zona bianca.

Preoccupa la tenuta del sistema sanitario. In molte regioni le strutture iniziano ad essere sature, le terapie intensive sono agli sgoccioli. Basta guardare i colori e le zone per capire quanto stia correndo il contagio. La Campania torna rossa, affiancando Molise e Basilicata. Ormai in tutto il Nord Italia solo la Liguria e la Valle d’Aosta restano gialle. Il Veneto e il Friuli si colorano di arancione, uniformandosi al resto del settentrione. Nel quale spiccano numerosi comuni o intere province ormai rosse o arancione scuro.

Sono allarmanti i dati dell’Emilia-Romagna che segna il record di aumento giornaliero con 3246 nuovi casi, tra cui spiccano i territori di Bologna e Modena, rispettivamente 753 e 701 contagi nelle ultime 24 ore. E continua a preoccupare la Lombardia che conta 5210 positivi in più, di cui 1593 a Milano e 1122 a Brescia.

E proprio in queste due regioni, nelle Marche e nelle province autonome di Bolzano e di Trento scatta la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, un provvedimento automatico quando il livello di incidenza settimanale supera i 250 casi per centomila abitanti.

Le terapie intensive sono sotto pressione in 11 regioni e province autonome italiane. Significa che la percentuale dei pazienti ricoverati in rianimazione supera o è sulla soglia critica, fissata, dal ministero della Salute, al 30% per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto da parte di pazienti covid. Le regioni più in emergenza - secondo gli ultimi dati dell'Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari - sono l'Umbria, il Molise, in forte salita, e la Provincia autonoma di Trento.

La terza ondata travolge tutto, sanità, scuola e lavoro. La campagna vaccinale arranca. In certe regioni, denunciano le Cgil territoriali, è in ritardo persino quella dedicata agli over 80. Per non parlare del piano di somministrazione rivolto al personale scolastico che in Lombardia si è sbloccato solo in settimana, in modo incompleto, e solo grazie alla pressione dei sindacati. Anche dove i vaccini procedono spediti l’approvvigionamento è scarso. E il tema ci riporta alla questione dei brevetti e di una situazione in cui le leggi del mercato hanno la meglio sull’urgenza di uscire da una pandemia mondiale.

Sullo sfondo resta il futuro che appare incerto e il presente dei lavoratori falcidiati dalla crisi e dalle chiusure. Interi settori sono in ginocchio. Dalla ristorazione al turismo, dalla cultura allo spettacolo, ad alcune produzioni come il tessile. Per questo la Cgil, a tutti i livelli, continua a chiedere al governo la proroga del blocco dei licenziamenti in scadenza il 31 marzo e una riforma degli ammortizzatori sociali.

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