Il nuovo anno si è aperto nel peggiore dei modi. Con un forte balzo della cassa integrazione richiesta dalle aziende: a gennaio l’Inps ha autorizzato oltre 49 milioni di ore di cig, con una crescita del 68,6% rispetto a dicembre (quando si stava sotto i 30 milioni) e del 16,8% rispetto al gennaio 2023 (le ore autorizzate erano 42 milioni).

L’incremento ha riguardato tutte le forme di ammortizzatori sociali: la cassa integrazione ordinaria (usata dalle imprese per difficoltà momentanee) è cresciuta del 44,4% sul gennaio 2023 e del 16,3% sul dicembre 2023, mentre quella straordinaria (usata per crisi strutturali) rispettivamente dello 0,6% e del 219,2%. In aumento (+35,1%) anche il numero di ore autorizzate nei fondi di solidarietà.

La cassa ordinaria è risalita specialmente nell’area del Nord-Est (+103,2%) e nelle regioni del Veneto, Emilia Romagna e Marche, mentre la straordinaria è notevolmente cresciuta in Trentino Alto Adige, Veneto, Marche, Abruzzo, Puglia e Calabria. Riguardo i settori, in gennaio a soffrire maggiormente sono stati il commercio (+148,5%) e l'industria (+17,4%).

Industria

Quasi due mesi di cassa integrazione, dal 4 marzo al 20 aprile, per i lavoratori Stellantis di Mirafiori (Torino). La cassa interessa 2.260 addetti delle linee di assemblaggio (1.251 della linea 500 Bev e 1009 della linea Maserati) che continueranno a lavorare su un turno unico o “comandato”. La cassa si aggiunge a quella già chiesta sempre per Mirafiori dal 12 febbraio fino al 4 marzo. Fiom Cgil: “Un segnale devastante. Ogni giorno che passa è sempre peggio: altro che made in Italy, qua siamo al destroy Italy”.

Ai primi di febbraio Electrolux ha aperto la procedura di licenziamento collettivo di 168 impiegati, quadri e dirigenti, di cui il 43% nello stabilimento di Porcia (Pordenone). Le eccedenze saranno gestite mediante uscite incentivate (fino a 72 mila euro lordi) e volontarie. Sono 367 gli esuberi dichiarati dalla multinazionale dell’elettrodomestico il 18 gennaio. Per una questione “tecnica” sono in stand-by i licenziamenti dei 199 operai: a Porcia e Forlì sono in essere i contratti di solidarietà, incompatibili appunto con procedure di licenziamento. Il prossimo vertice sul tema si terrà il 20 marzo.

Chiude la Delgrosso di Nichelino (Torino): l’azienda produttrice di sistemi filtranti per motori avvia la liquidazione giudiziale. A motivare la decisione, il drastico ridimensionamento delle commesse e la mancanza di liquidità. Fino al 1° marzo i 108 dipendenti erano in contratto di solidarietà, per ora non potranno accedere neanche agli ammortizzatori sociali. Fiom Cgil: “Chiediamo alle istituzioni di cercare soggetti che vogliano rilevare l’azienda e d’intervenire economicamente in favore dei lavoratori”.

Un anno di cassa integrazione straordinaria, a partire dal 12 febbraio, per i lavoratori della Tecopress di Dosso di Sant'Agostino (Ferrara). La storica azienda (fondata nel 1971) di componenti stampati in alluminio per motori ha dunque ritirato la procedura per 72 esuberi (su 163 dipendenti complessivi), annunciati a fine gennaio. I lavoratori erano in cassa integrazione, scaduta il 2 febbraio. L'azienda si è anche impegnata a non avviare alcun licenziamento collettivo per tutta la durata degli ammortizzatori sociali.

È stato firmato il 30 gennaio scorso dal ministero del Lavoro il decreto per la concessione della cassa integrazione straordinaria in deroga (dal 1° dicembre 2023 al 30 novembre 2024) per i dipendenti Fimer degli stabilimenti di Vimercate (Monza), Terranuova Bracciolini e Cavriglia (Arezzo). L’azienda, attiva nella fabbricazione di inverter e colonnine elettriche, è attualmente in amministrazione straordinaria. Entro fine anno la società potrebbe essere ceduta all’asta, l’auspicio dei sindacati è che il 2025 si apra con una nuova proprietà.

A fine gennaio la Etatron di Rieti, azienda produttrice di pompe di dosaggio, ha annunciato la chiusura, con il contestuale licenziamento dei 15 lavoratori. In alternativa, l’azienda ha proposto il trasferimento collettivo nella sede di Pomezia (Roma). Attualmente sei sono stati assunti in altre aziende del settore, tre hanno intrapreso altre professioni e due hanno accettato il  trasferimento, si cercano soluzioni per i rimanenti. “Il settore delle pompe di dosaggio nel reatino è molto importante”, commentano Fiom, Fim e Uilm: “Dà lavoro a centinaia di persone della provincia, con aziende di livello internazionale. Per questo riteniamo che la soluzione alla vertenza vada e possa essere ricercata all’interno del territorio”.

Quasi due mesi di cassa integrazione ordinaria per calo di attività produttiva, dal 17 marzo al 3 maggio, per gli oltre 200 lavoratori della Maserati di Modena. La misura prosegue gli ammortizzatori utilizzati nel dicembre 2023, in gennaio e in modo continuativo per l’intero febbraio 2024. Fiom Cgil: “Risulta complicato comprendere come un’impresa che dichiara utili in continua crescita, garantisce dividendi ai propri azionisti, che vanta l’amministratore delegato più pagato del mondo, scarichi sui lavoratori ogni difficoltà”.

I cancelli della loro fabbrica chiuderanno entro marzo 2025. I 45 lavoratori della Technisub di Genova, storico marchio di attrezzature subacquee, controllata dal 1982 dalla francese Aqualung, lo hanno appreso il 5 marzo. La multinazionale ha “deciso di trasferire le attività della sede italiana, i mezzi di produzione e il know-how, verso il suo impianto produttivo di Blackburn, in Inghilterra”. Fiom Cgil: “Decisione scellerata e inaccettabile, il solo scopo dell’azienda è aumentare i profitti”.

La Fpt Industrial di Torino ha comunicato a fine febbraio che non saranno rinnovati 111 contratti di operai in somministrazione. A motivare la decisione della società del gruppo Iveco, attiva nella produzione di mezzi pesanti, trattori e macchine agricole, il ridimensionamento delle commesse per i settori agricolo e marino e le crescenti difficoltà del mercato dei motori per trattori. Nidil Cgil: “L'uso spropositato del lavoro in somministrazione da parte di queste grandi imprese sfrutta la vulnerabilità dei lavoratori, privandoli di sicurezza e stabilità”.

Alimentare, legno e servizi

Ratificato il 9 febbraio l'accordo che pone fine alla procedura di licenziamento collettivo, avviata il 27 novembre scorso, di 211 dipendenti della storica azienda alimentare Cesare Fiorucci di Santa Palomba (Roma). L’intesa, incentrata sulle uscite volontarie incentivate, è stata accolta con favore dai dipendenti dell’azienda: il protocollo è stato approvato con il 97% dei voti favorevoli (su complessivi 290 votanti). Flai Cgil: “Ci auguriamo che l’accordo preluda a un reale investimento e a un piano industriale capace di rilanciare l'azienda”.

Siglato il 22 febbraio l’accordo per il ritiro del licenziamento collettivo di 37 lavoratori della Fontanot di Cerasolo Ausa (Rimini) e l’avvio della procedura per la concessione della cassa integrazione per cessazione attività. L’impresa, specializzata nella produzione di scale e fortemente colpita dall’alluvione del maggio 2023, è in stato di liquidazione dal 4 dicembre 2023. “La richiesta di ammortizzatori sociali – spiegano i sindacati – permetterà la salvaguardia dell’occupazione e l’indizione di un’asta pubblica per la vendita dell’intero complesso aziendale”.

Raggiunto il 27 febbraio tra Busisi Ecologia di Grosseto e sindacati l’accordo per gli esuberi, che scendono da 23 a dieci, nel ramo d’azienda relativo ai rifiuti. I criteri individuati sono quelli della fungibilità, della ricollocazione mediante agenzie interinali e della mobilità senza opposizione, col diritto di precedenza alla riassunzione nei prossimi 12 mesi nei due rami d’azienda attivi.

Chimica, tessile e calzature

Siglata il 27 febbraio l’intesa sulla gestione degli esuberi alla Beaulieu Fibres International di Terni (ex Meraklon). L’accordo prevede sei uscite (la richiesta della multinazionale chimica belga era di dieci) e tutte volontarie. Da tempo l’azienda era in difficoltà, come dimostra l’alternanza di cassa integrazione e contratti di solidarietà. Filctem: “L’accordo non è negativo, ci auguriamo l’accordo sia sufficiente, che non ci vengano a chiedere di fare ulteriori ritocchi”.

È stato siglato il 15 febbraio tra l’azienda tessile Gda di Galatina (Lecce) e i sindacati l’accordo sui 58 esuberi nello stabilimento di Melpignano (Lecce), derivanti dalla chiusura dei reparti orditura e tessitura. La società si è impegnata, qualora i reparti venissero riattivati, a dare precedenza nelle eventuali future assunzioni ai lavoratori licenziati. A tutti coloro che accetteranno la risoluzione del contratto di Iavoro, rinunciando a impugnare il licenziamento, andrà una somma pari a 1.500 euro.

Fabbrica chiusa e cassa integrazione straordinaria per cessata attività fino al 31 dicembre ai 20 dipendenti (12 donne, otto uomini). Queste l’accordo siglato l’11 marzo al tavolo di crisi convocato dalla Regione Veneto sulle sorti dello stabilimento tessile Nara Camicie (oggi Nara Milano) di Santa Maria di Sala (Venezia), di proprietà del gruppo Fenicia. Per i lavoratori sono anche previsti un incentivo all’esodo volontario (da 6 mila a 12 mila euro) e politiche attive per il reinserimento messe a disposizione dalla Regione.

Sono iniziati il 1° marzo i dieci mesi di cassa integrazione per i 37 dipendenti della fabbrica tessile (specializzata in feltri) Fir Fulda di Sant’Ambrogio (Torino), dal 2014 di proprietà della tedesca FFF Group, che il 13 novembre scorso aveva annunciato il licenziamento di 41 (scesi poi a 37 per uscite volontarie) dipendenti su complessivi 46, con il mantenimento dei soli comparti commerciale e amministrativo. All’inizio di marzo la società ha anche dichiarato di aver interrotto le trattative, giunte alle fasi conclusive e portate avanti per settimane, con un imprenditore interessato a rilevare lo stabilimento.

Lunedì 19 febbraio l’azienda calzaturiera Moreschi di Pavia (di proprietà dal gennaio 2022 del fondo d’investimento svizzero Hurley Sa) ha annunciato la chiusura del reparto produzione, con il contestuale licenziamento di 59 addetti, su complessivi 80. La motivazione? Gli impianti sono inadeguati alle nuove esigenze della società. Questa è la seconda ondata di esuberi: il 18 luglio 2023 sindacati, azienda e Regione Lombardia avevano siglato un’intesa sulla chiusura dei reparti orlatura e pelletteria, che prevedeva il licenziamento di 28 lavoratori.

Call center, cultura, logistica e terziario

Richiesta la cassa integrazione da marzo a dicembre 2024 per 418 addetti della Callmat di Matera. La decisione viene in seguito alla riduzione dell’appalto Tim sul servizio di assistenza clienti 119, che ha generato un’eccedenza di oltre 100 lavoratori, inizialmente gestita attraverso ferie e permessi. “Le politiche di riduzione dei costi di Tim – dice la Slc Basilicata – non ricadano sugli outsourcer come la Callmat. Ricadute che porteranno tagli fino a picchi del 40%, e probabilmente dell’80% entro fine anno. La nostra mobilitazione sarà dura e senza arretramenti”.

Il 31 gennaio è stato l’ultimo giorno per i 18 dipendenti del Goethe Institut di Torino, secondo istituto più antico al mondo (dopo Atene), fondato nel 1954. “Decisione irrevocabile per problemi riorganizzativi”, hanno affermato i vertici dell’istituzione culturale tedesca. La sede chiuderà definitivamente entro giugno quando si concluderanno le procedure di licenziamento. Flc Cgil: “Siamo molto amareggiati. Nonostante tutti gli sforzi per cercare di mantenere aperta la sede di Torino, non c’è stato nulla da fare”.

“L’erogazione della cassa integrazione straordinaria dal 1° gennaio al 31 luglio è una boccata d’ossigeno per i 150 lavoratori dell’Ipercoop di Afragola”. Questo il commento della Filcams Cgil Napoli e Campania all’accordo sottoscritto il 9 febbraio. Il supermercato era stato chiuso dalla Gdm nell’ottobre 2022, ma la proprietà ha comunque ribadito che resta attiva la procedura di licenziamento avviata il 25 novembre scorso. Sono in corso trattative per la cessione di attività e lavoratori, ma l’esito è ancora incerto.

Raggiunto il 14 febbraio l’accordo per l'apertura della cassa integrazione straordinaria per i 55 lavoratori del centro logistico della Modes di Trapani, licenziati per cessazione dell'attività. L’ammortizzatore sociale, valido dal 1° febbraio al 31 dicembre, riguarda due quadri, 23 impiegati e 30 operai, tutti ex dipendenti a tempo indeterminato. Filcams Cgil: “Ci auguriamo che l'immobile possa essere utilizzato per altre attività imprenditoriali funzionali allo sviluppo economico e occupazionale del territorio”.

Siglato il 9 febbraio l'accordo per la cassa integrazione straordinaria con l'azienda Gs che detiene il marchio Carrefour. La procedura era stata aperta il 15 gennaio scorso per sei ipermercati dell'area torinese (su 43 totali). I lavoratori coinvolti sono 1.042. L’ammortizzatore sociale durerà fino a gennaio 2025: sarà a rotazione, per un monte ore complessivo pari al massimo al 15% del totale, il cui trattamento verrà totalmente anticipato dall’azienda.

Terza riorganizzazione alla Comifar, gruppo leader della distribuzione farmaceutica. L’ultima procedura di licenziamento collettivo coinvolge 41 lavoratori (per l’85% della sede di Roma/Morozzo) impiegati nei reparti front-end, omeopatia, teleselling e transfer order. “È inaccettabile – spiega la Filcams – che una società con andamenti commerciali e gestionali sono positivi decida in breve tempo di ristrutturare un reparto già oggetto di tagli e riduzioni orarie e contrattuali”.