Al via i licenziamenti in Electrolux. La multinazionale svedese ha infatti aperto la procedura di licenziamento collettivo di 168 impiegati, quadri e dirigenti. Gli esuberi sono così distribuiti: 73 nello stabilimento di Porcia (Pordenone), 38 a Forlì, 34 a Susegana (Treviso), 13 a Pordenone, 5 a Cerreto d’Esi Ancona e a Solaro (Milano). Le eccedenze saranno gestite mediante uscite incentivate (fino a 72 mila euro lordi) e volontarie.

Immediata la replica di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Le segreterie nazionali hanno infatti chiesto all'azienda “anche per nome e per conto delle nostre strutture territoriali, l'avvio della procedura di consultazione sindacale e quindi di fissare un incontro entro i termini di legge”. Giovedì 22 febbraio, intanto, è già fissato l’appuntamento col governo sul tavolo nazionale di settore.

Sono 367 (divisi in 199 operai e 168 impiegati) gli esuberi dichiarati il 18 gennaio da Electrolux in Italia, all’interno di un piano (annunciato a fine novembre) di 3 mila licenziamenti in tutto il mondo. Al momento, per una questione “tecnica”, sono in stand-by i licenziamenti degli operai: a Porcia (Pordenone) e Forlì sono in essere i contratti di solidarietà, incompatibili appunto con procedure di licenziamento.

Le motivazioni dell’azienda

“Il gruppo Electrolux sta affrontando significative perdite di volumi in un quadro di flessione del mercato europeo, sceso al di sotto di 80 milioni di unità complessive, ossia con una diminuzione di circa il 12% rispetto al periodo pre-pandemico”: così si legge nella comunicazione inviata dalla società a ministero del Lavoro, Regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna e Marche), Ispettorato del lavoro, sindacati, Federmanager e Confindustria.

Nella lettera il gruppo ha anche parlato di “drastica riduzione della domanda”, che avrebbe così reso inevitabile la diminuzione del personale in Italia, che è in “una situazione di esubero strutturale”. Electrolux ha anche sottolineato che “non è stato possibile adottare strumenti alternativi per evitare in tutto o in parte il licenziamento collettivo”, nonostante “i tentativi volti a esplorare diverse misure”.

La posizione dei sindacati

Lunedì 5 febbraio si è tenuto un incontro tra azienda e sindacati. “Nonostante la dichiarata comune volontà di ricorrere al criterio della volontarietà per la gestione degli esuberi – hanno spiegato Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil al termine del vertice – non è stato ancora raggiunto l’accordo su come affrontare le eccedenze dichiarate da Electrolux”.

Una “potenziale intesa” è stata raggiunta “sull’esclusiva adozione del criterio della volontarietà, con conseguente eliminazione dell’obbligatorietà dell’uscita anche per chi può agganciare la pensione; sull’eliminazione degli esuberi dichiarati a Solaro e sulla diminuzione di quelli di Forlì; sull’inserimento del part time volontario come strumento aggiuntivo di gestione degli esuberi; sull’aggiunta di percorsi di outplacement; sulla previsione di un periodo entro cui l’azienda deve dare una risposta a candidature alle uscite; sulla definizione di momenti di verifica dei volumi e delle uscite”.

Sono rimaste distanze, invece, su altre questioni, come “il possibile utilizzo di contratti di solidarietà con rotazione del personale anche nell’ambito del personale impiegatizio, l’internalizzazione di attività, la creazione di postazioni idonee per i lavoratori con ridotte capacità lavorative, l’indisponibilità a incrementare gli incentivi rispetto alla volta precedente”. I sindacati hanno anche chiesto di “chiarire sin da ora la disponibilità a prorogare gli ammortizzatori sociali conservativi qualora alla loro data di scadenza permangano esuberi”.

Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, infine, non nascondono “la fortissima preoccupazione sui problemi di lungo periodo del settore e della stessa Electrolux, per cui abbiamo chiesto e ottenuto l’intervento delle istituzioni locali e governative. Si pone difatti un problema di sostenibilità e dunque di salvaguardia dell’industria del bianco in Italia, per cui è necessario l'intervento del governo con provvedimenti che vadano a colmare il gap competitivo in termini di sistema”.