La crisi dell’automotive piemontese si allarga sempre più. La Lear, la Te Connectivity, la Promotecs: oltre 700 posti di lavoro in bilico. Adesso anche la Delgrosso di Nichelino (Torino): l’azienda produttrice di filtri (aria, olio, gas e benzina) per motori porta i libri in tribunale, avviando la liquidazione giudiziale. E per 108 lavoratrici e lavoratori è buio pesto.

La Delgrosso è uno storico fornitore delle principali case automobilistiche italiane ed europee. Fondata nel 1951, specializzata nella produzione di filtri dai primi anni Sessanta e creatrice nel 1975 del marchio Clean Filters, nel 2009 era stata nominata “miglior fornitore” dell’allora Fiat e nel 2016 aveva ricevuto il “premio qualità” dall’allora Fca. Una società solida, con un giro d’affari intorno ai 20 milioni di euro.

Ma oggi, a causa di un drastico ridimensionamento delle commesse, non ha più la liquidità necessaria a pagare gli stipendi (come detto testualmente dal management nell’ultimo incontro con i sindacati). Il personale, diviso in due stabilimenti produttivi, era in contratto di solidarietà, che è scaduto il 1° marzo.

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Per i 108 dipendenti al momento non ci sono neanche gli ammortizzatori sociali, almeno fino a quando il curatore fallimentare non esaminerà il fascicolo della vertenza. Le avvisaglie però c’erano già, come dimostrano le proteste inscenate a dicembre per la mancata corresponsione della tredicesima e il parziale versamento dello stipendio di fine anno.

Il commento del sindacato

“L’azienda da un anno utilizzava l’ammortizzatore sociale, quindi è già da tempo che è in difficoltà. Con il fallimento quei posti di lavoro si vanno a perdere”, spiega il funzionario della Fiom Cgil Torino Claudio Siviero, precisando che “i lavoratori sono in situazione economica davvero pesante, visto che quando un’azienda fallisce sono sospesi dal lavoro e quindi non possono ricevere gli ammortizzatori sociali”.

Siviero evidenzia che l'azienda “è uno storico fornitore di Stellantis, ma le commesse si sono dimezzate, trascinandola in una crisi di liquidità senza fine. Così ci troviamo di fronte a un'altra crisi dell'auto che avrà costi sociali altissimi”. Alle istituzioni, conclude l’esponente sindacale, chiediamo “di cercare soggetti che vogliano rilevare l’azienda, e poi di intervenire in favore dei lavoratori sotto il punto di vista economico, rimasti tutti senza alcun reddito”.