“La Sicilia e il Mezzogiorno continuano a essere le aree più svantaggiate del Paese in termini di risultati scolastici e dispersione implicita. Nonostante i provvedimenti adottati – dal Decreto Legge Caivano all’Agenda Sud – il divario con le regioni del Centro-Nord rimane drammatico, con livelli di apprendimento in picchiata e un aumento allarmante degli studenti che concludono il percorso formativo senza competenze adeguate”. Lo dice il segretario generale della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, commentando i dati del Rapporto Invalsi 2025, presentati il 9 luglio alla Camera dei Deputati.

I numeri che denunciano l’abbandono del Sud

Nella scuola primaria (2ª elementare) mediamente il 66% degli studenti raggiunge il livello base in Italiano e il 67% in Matematica, con un calo più marcato nel Mezzogiorno, Sicilia inclusa. Per quanto riguarda le classi quinte, in Sicilia il 75% raggiunge il livello base in Italiano (stabile), mentre in Matematica si scende al 66% (in calo rispetto al 68%), con divari significativi con le regioni Centro‑Settentrionali.

Nella scuola secondaria di primo grado (classi III), meno della metà degli studenti della Sicilia riesce a raggiungere livelli adeguati in Italiano e Matematica. Mentre a livello nazionale il 59% supera la soglia in Italiano e il 56% in Matematica, al Sud e nelle Isole – e quindi in Sicilia – la percentuale resta sotto il 50%

Anche nella scuola secondaria di II grado (classi II e V), meno della metà degli studenti del Centro‑Sud, comprese Sicilia e Calabria, raggiunge livelli adeguati in Italiano e Matematica. Più precisamente nella fascia finale delle superiori, in regioni come Sicilia e Sardegna circa il 60% degli studenti non raggiunge la soglia di accettabilità in Matematica, e in Sicilia solo circa il 50% supera il livello base in Italiano.

Aumenta la dispersione scolastica

Per quanto riguarda invece la dispersione scolastica, sebbene a livello nazionale quella esplicita sia scesa al 9,8% nel 2024, quella implicita, ovvero quella di studenti che terminano il ciclo senza competenze adeguate, è aumentata nel Mezzogiorno.

Rizza, Flc regionale: “Il sistema scolastico nazionale è malato di disuguaglianze, e la Sicilia ne paga il prezzo più alto”

“I dati Invalsi confermano ciò che denunciamo da anni – spiega Rizza –: il sistema scolastico nazionale è malato di disuguaglianze, e la Sicilia ne paga il prezzo più alto. Non servono slogan o interventi spot come il ‘personalizzato’ proposto dal ministro Valditara, che ignora il vero problema: classi sovraffollate, precariato cronico, edilizia scolastica inadeguata. Il Mezzogiorno ha bisogno di un Piano Marshall per l’istruzione, con risorse certe e azioni concrete”.

Per questo la Flc Cgil chiede di ridurre i divari territoriali con investimenti straordinari per il Sud, a partire dall’edilizia scolastica e dai laboratori; classi meno numerose, sfruttando positivamente il calo demografico per migliorare la qualità della didattica, con organici stabili e meno precari (in Sicilia, oltre metà dei posti di sostegno è in deroga); formazione continua, garantita in orario di servizio, contrastando il taglio delle risorse; dignità salariale, i lavoratori della scuola sono tra i più impoveriti d’Europa, servono contratti che riconoscano il loro ruolo.

“La povertà educativa alimenta quella economica – conclude Rizza –. Se non si interviene subito, rischiamo di condannare un’intera generazione. La Cgil chiederà al Governo un confronto urgente: il futuro della Sicilia si gioca tra i banchi di scuola”.