La più grande azienda sanitaria del Piemonte, la Città della Salute, "lasciata senza una direzione stabile in un momento di massima criticità". I sindacati della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria (Fp Cgil, Anaao Assomed, Aaroi Emac, Uilfpl e Fassid) denunciano una "assurda e pericolosa situazione", a causa della decisione della Regione Piemonte di togliere la fiducia al commissario Schael senza nominare subito un successore.

"Non si può giocare con la salute dei cittadini – scrivono le sigle in un comunicato – È un vuoto di potere inaccettabile. Così si blocca la programmazione, si rallenta l'attività clinica e si aggravano le liste d'attesa". 

Nomina da manuale Cencelli

“È una questione incredibilmente spinosa, anche se abbastanza prevedibile quando si fanno delle scelte come quello che ha fatto l'assessore alla Sanità, Federico Riboldi, nel nominare nell'agenda ospedaliera più grande d'Italia un commissario e non un direttore generale e – ci dice il segretario generale della Fp Cgil Torino, Massimo Esposto – a mio avviso, non facendo una valutazione del profilo istituzionale idoneo, ma una nomina di partito”.

"L'assessore ha di fatto esautorato il commissario tramite i mezzi stampa e anche questo è un fatto abbastanza folcloristico – prosegue – Di conseguenza non ha avviato alcun tipo di procedura per quello che dovrebbe essere il cambio al vertice della dell'azienda, creando una condizione di stallo totalmente insana. Prima era arrivato un commissario che doveva essere forte e decisionista e oggi ci ritroviamo sostanzialmente un commissario che, consentitemi il gioco di parole, è totalmente commissariato”.

Esposto segnala anche che “il nuovo commissario si è mosso da subito come un elefante in una cristalleria, perché ha fatto prevalere una conduzione autocratica caratterizzata da una sorta di rifiuto nel confronto con le organizzazioni sindacali. Questo ha portato ovviamente a una contestazione dura da parte nostra”.

Un danno per lavoratori e pazienti

Una situazione di stallo che non ha un valore esclusivamente politico, ma si riversa tanto sui lavoratori della Città della salute quanto sui cittadini utenti. La nomina di un commissario – prosegue il segretario generale Fp Cgil di Torino – prevede che si scelga un profilo alto di un funzionario che prima di tutto sappia cosa vuol dire governare la ‘res pubblica’, perché questo è un'azienda ospedaliera, e poi che abbia a cuore il benessere dei lavoratori e dei pazienti.

L’attuale commissario, invece, quando è arrivato ha parlato di tutto fuorché dell'interesse per le condizioni in cui versano i professionisti, a fronte di una carenza di personale atavica, con carichi di lavoro impressionanti”.

Manca quindi il mettere al centro la programmazione sanitaria, il dettare un’agenda che risponda alle necessità ospedaliere. A questo, afferma Esposto, si aggiunge “la mancanza della cultura delle relazioni sindacali, mentre noi abbiamo sempre avuto una funzione proattiva anche ai tavoli regionali dove abbiamo portato proposte.

Noi le idee chiare per far funzionare il servizio sanitario regionale ce le abbiamo, ma c’è stato invece un florilegio continuo e reiterato di provvedimenti unilaterali tentando sostanzialmente di esautorare la funzione fondamentale che ha l'organizzazione sindacale dentro un'azienda”.

Sbloccare subito la paralisi

“È un momento adesso assolutamente drammatico. L'azienda è paralizzata – è l’allarme di Esposto – E ora noi stiamo cercando di stimolare l'assessore a fare un paio di cose, la prima assumersi le proprie responsabilità e non giocare allo scarica barile. La seconda è eliminare tutto quanto ha portato a un inconcepibile rallentamento delle funzioni della Città della salute, dove, ricordiamo, lavorano quasi 10mila professionisti”.

Il sindacato chiede quindi la nomina immediata di un vertice aziendale, il ripristino di relazioni sindacali corrette e una presa di responsabilità pubblica dell'assessorato sul futuro della Città della Salute, perché “i cittadini e i professionisti meritano serietà e continuità”.