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"Rita, ma leggiamoci questa storia, vediamo com'è". Nasce così uno spettacolo che porta a teatro una storia di rivoluzione, di conquiste, di coraggio. Dal 9 al 14 dicembre, il Teatro della Cooperativa di Milano ospita in anteprima Lo sciopero delle bambine. L’eroicomica impresa del 1902. Lo spettacolo, scritto da Rita Pelusio insieme a Domenico Ferrari, vede l’attrice in scena insieme a Rossana Mola, dirette da Enrico Messina.
“Lo sciopero delle più minuscole operaie è un fatto compiuto!” scrissero i giornali all’indomani della protesta delle sartine, le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”. Sono tutte bambine, hanno tra i sei e i tredici anni, lavorano in ambienti insalubri e senza diritti, sfruttate e sottopagate, eppure trovano la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermano l’industria della moda della città. La loro protesta attira attenzione e curiosità, scherno da parte dei giornali e dei padroni, sostegno da parte di intellettuali socialiste e femministe, come Anna Kuliscioff.
A raccontare questa storia dimenticata sono due piccioni, due creature che abitano “le piazze”. “Volevamo che fosse una favola – spiega Rita Pelusio – e abbiamo scelto di affidare la narrazione a due animali che simboleggiano il vuoto della piazza. Un contrasto con il pieno di quella rivoluzione storica, che lascia il posto alle tante assenze di oggi”.
Per scrivere questa storia, Rita Pelusio e Domenico Ferrari hanno riaperto, letteralmente, i cassetti della storia, chiedendo aiuto alla Camera del Lavoro e all'Unione Femminile Nazionale, che hanno messo a disposizione i loro archivi. Documenti, articoli di giornale, ricostruzioni storiche a cura di altre autrici hanno fatto da cornice alla costruzione del testo teatrale. “Un lavoro di cucitura” vero e proprio lo definice Rita Pelusio, per arrivare alle due voci narranti, i due piccioni in scena.
“Abbiamo pensato a due figure immaginifiche che potessero incarnare una metafora del contemporaneo, la piazza contemporanea, contrapposta a quel del 1902 che man mano, attraverso la nostra narrazione, va ripopolandosi delle sartine”. Cinquecento bambine che per alcuni giorni scesero in piazza compatte, con il laccio rosso al collo, sfidando i padroni. Una protesta gioiosa e vitale, nonostante le condizioni di sofferenza e di schiavitù che vivevano.
“Questa cosa per me ha una forza incredibile - osserva l’attrice - una rivoluzione di cinque giorni che le portò a ottenere le dieci ore lavorative. Una battaglia che possiamo considerare una delle tappe fondamentali nell’acquisizione di consapevolezza sulla condizione lavorativa femminile. Alla fine dello spettacolo diciamo: Voi bambine avete fatto quello che le vostre madri non hanno potuto fare".
Con questa nuova produzione, Pem- Habitat Teatrali prosegue la sua ricerca di un’arte che sappia declinare contenuti civili e ironia. E Rita Pelusio prosegue nella scelta di portare in scena storie e personaggi femminili che, nella loro apparente piccolezza, riescono a fare grandi cose. Uno dei lavori precedenti dell’attrice è, infatti, “Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il duce”, tratto dal libro di Federica Seneghini.
“Sono storie di solidarietà femminile. Le “piscinine” furono sostenute anche dalle donne borghesi di Milano, dalle intellettuali. Questa unione è un fatto che mi commuove molto. Per me oggi, nel 2025, ricordarci che la nostra sorellanza ha un potere enorme, se agito, è fondamentale”. L’attrice e autrice ha fondato a Milano, insieme ad altre artiste, la sezione Anpi intitolata a Audrey Hepburn, che fu staffetta partigiana. “Le nostre sono sempre proteste in cui proviamo a metterci un po’ di fantasia, di poesia”. E di sicuro, ce ne mettono tanta Rita Pelusio e Rossana Mola sul palco. Dal9 al 14 dicembre, se siete a Milano, andate al Teatro della Cooperativa: c’è uno spettacolo da vedere.

























