Il segretario della Cgil apre l’intervista esprimendo “la più ampia solidarietà e vicinanza a tutte le lavoratrici e i lavoratori de La Stampa”, dopo l’attacco alla redazione avvenuto nei giorni scorsi. “Qualsiasi atto che mette in discussione la libertà di stampa è un attacco ai diritti di tutti”, afferma ricordando che “così non si dà alcun contributo né alla pace né tantomeno al popolo palestinese”. Da qui la premessa al nuovo sciopero generale proclamato per venerdì prossimo, con manifestazioni in tutta Italia.

Salari, profitti e un modello industriale in crisi

“Si sciopera innanzitutto per aumentare i salari” dice Landini, richiamando i dati di Istat e Mediobanca secondo cui “mentre stanno aumentando i profitti stanno calando i salari”, e l’80 per cento dei guadagni delle imprese finisce agli azionisti. A questo si aggiunge l’urgenza di rilanciare la produzione e il terziario “nel pieno di un processo di deindustrializzazione” che investe automotive, siderurgia, chimica di base, tessile. “Vogliamo contrastare un modello di fare impresa fondato sul subappalto”, aggiunge ricordando l’aumento delle ore di cassa integrazione in molti settori.

La manovra, il fisco e il potere d’acquisto

Per Landini gli incentivi della legge di bilancio “non bastano”. “Il governo, come datore di lavoro, ha concesso aumenti solo del 6 per cento a fronte di un’inflazione del 18” sostiene, parlando di una “riduzione programmata del potere d’acquisto dei lavoratori pubblici”. La detassazione parziale non risolve il problema e resta intatto il nodo del drenaggio fiscale. “In questi tre anni 38 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati hanno pagato tasse non dovute per 25 miliardi”, ricorda. La richiesta è chiara: riforma fiscale e superamento automatico del drenaggio, in un contesto in cui “la logica del governo è il rispetto dei principi di austerità europea finalizzati a investire sul riarmo”.

Pensioni, lavori gravosi e giovani che se ne vanno

Oltre ai salari c’è “il problema delle pensioni”. Le promesse elettorali sono state tradite e “si sta andando verso un aumento a 70 anni dell’età pensionabile, un record assoluto in Europa”. Nessuna risposta per donne, giovani, precari, lavori gravosi, mentre “si continua a morire soprattutto tra i 60-65enni costretti a lavorare”. Il quadro della precarietà è drammatico: “La giustizia sta in piedi grazie a 12.000 giovani che rischiano di essere tutti licenziati”, il Cnr e la scuola sono in mobilitazione e “un terzo degli insegnanti è precario”. Sulle narrazioni del governo Landini è netto. “Dicono che va tutto bene perché aumenta l’occupazione, ma il punto è che la gente non arriva a fine mese” e ogni anno “90-100 mila giovani, in larga parte laureati e diplomati, vanno via dall’Italia”, mentre crescono solo gli occupati over 50.

Dove trovare le risorse e quale sindacato serve al Paese?

Per finanziare stabilizzazione del lavoro, sanità, non autosufficienza, casa e politiche industriali, Landini propone “un contributo di solidarietà dell’1,3 per cento per 500.000 persone con ricchezza netta annua superiore ai 2 milioni”, che genererebbe 26 miliardi. “Se il governo preferisce far pagare 25 miliardi in più a 38 milioni di italiani compie una scelta politica precisa”, afferma. Sulle divisioni sindacali osserva che “è in corso un attacco ai diritti del lavoro e all’idea stessa di sindacato confederale”, mentre la Cgil chiede semplicemente di dare attuazione alla piattaforma unitaria. Centrale infine la richiesta di “una legge sulla contrattazione, un salario minimo orario e la misurazione della rappresentanza per cancellare i contratti pirata”.

Gli attacchi politici e la risposta

Ad Atreju lo hanno definito un campione del bullismo di sinistra. Landini risponde citando Dante. E invita la politica a occuparsi “dei problemi seri e di come si combattono le ingiustizie che si sono allargate con questo governo”, che dovrebbe “ridare significato alla partecipazione” invece di trasformarsi “nel portavoce di Trump”.