“L’aggressione contro navi civili che trasportano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema. Un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso che impedisce un'azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati. Non è soltanto un crimine contro persone inermi, ma è grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i nostri principi costituzionali”.

Con queste parole la Cgil annuncia, in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza, lo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata di venerdì, 3 ottobre, ai sensi dell’art.2, comma 7, della legge n.146/90. Durante lo sciopero generale, fa sapere la Cgil “saranno garantite le prestazioni indispensabili, come stabilito dalle regolamentazioni di settore”.

I crimini e le responsabilità

La Cgil ricorda che “il 7 ottobre 2023 Hamas ha scatenato un attacco di inaudita crudeltà: 1.200 persone sono state torturate e uccise, 250 rapite e trasformate in ostaggi. La Corte penale internazionale ha giustamente qualificato quell’azione come crimine contro l’umanità”.

Ma, sottolinea ancora l’organizzazione, la reazione del governo israeliano “non ha avuto misura: è stata feroce, devastante, provocando disumane sofferenze per la popolazione. Più di 41.500 vite spezzate, quasi due milioni di persone costrette alla fuga, un crimine di guerra perpetrato affamando la popolazione”.

La forza della Flotilla

Eppure, di fronte a questa tragedia, i governi europei sono rimasti inerti. Hanno assistito, quasi paralizzati, mentre il diritto veniva stracciato e l’umanità umiliata”, denuncia la Cgil. Ben poco è stato fatto, soprattutto a livello comunitario, per contrastare una sistematica azione di sterminio usata come metodo di guerra.

In questo scenario, la missione della Flotilla non è “l’avventura irresponsabile di qualche esaltato”, ma un gesto di coraggio e dignità, riconosciuto anche dal Presidente della Repubblica. “È già riuscita a scuotere le coscienze e a sensibilizzare l’opinione pubblica – scrive la Cgil – e rientra pienamente nella cornice umanitaria delle Convenzioni di Ginevra e della libertà di navigazione sancita dalla Convenzione Onu sul diritto del mare”.

Difendere il diritto di pace

La perseveranza degli equipaggi è un monito: non abituarsi all’orrore. “Chi accusa la Flotilla di voler violare il blocco marittimo – afferma la Cgil – dimostra di voler ignorare la realtà. Il diritto internazionale è stato calpestato e ridotto in polvere dal conflitto di Gaza. Quel diritto, edificato sul sangue e sul lavoro di generazioni intere con il contributo decisivo delle organizzazioni sindacali, va ristabilito. L’Unione Europea e i governi devono ritrovare il coraggio di affermare la piena vigenza del diritto di pace. È questo segnale che non solo Flotilla ma tutti i lavoratori italiani attendono”.