La campagna vaccinale e le polemiche sulla festa dell’Inter a Milano, i contenuti del decreto Sostegni, le conseguenze sulla Rai del “caso Fedez”, l’aumento della povertà e del numero dei disoccupati: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (martedì 4 maggio).

“Vaccini, l’Italia a due velocità. Il Sud indietro sugli anziani. Figliuolo: ipotesi AstraZeneca agli under 60. Decreto Sostegni bis: 14 miliardi a partite Iva e piccole imprese, via la prima rata Imu” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Rai, niente riforma, prima il cambio dei vertici. Il governo rinuncia a nuove regole pur di mandare via a giugno Salini e Foa. Domani in Vigilanza processo ai dirigenti dopo le accuse di Fedez di ‘censura preventiva’. Blitz della Lega per modificare il ddl Zan. Un Recovery per le donne: così verranno ridotte le discriminazioni”. 

Tema diverso per la Stampa: “Pagheremo tutti l’errore di Milano. Festa Inter: trentamila in piazza, allarme contagi. Scontro Salvini-Sala. Locatelli: ‘Così non si onorano i morti’. Sileri: ‘Presto conteremo i danni. Riaprire le visite agli anziani nelle Rsa’. Figliuolo: AstraZeneca agli under 60”. Il Messaggero lancia “L’Europa: riaprire al turismo. L’Italia in ritardo sul Covid pass. La Ue ribalta le regole: meno divieti, chiusure se i contagi risalgono. Ma da noi il certificato vaccinale sarà operativo solo da metà giugno”.  

Il Giornale si occupa di giustizia: “Indagati i pm di Milano. E rischia anche Davigo. Aperto un fascicolo sulla fuga di notizie, l’ex leader della Anm potrebbe essere sentito. E il Csm non gli risparmia critiche. Chiuse le indagini sul figlio di Grillo. Verbali choc”. Così invece apre Libero: “Omosessuali alla riscossa, ormai sono i protagonisti della scena. Ogni anno appena 35 segnalazioni di crimini o discorsi d’odio legati all’orientamento sessuale. Per i progressisti tuttavia la violenza di genere è un’emergenza. Così domina l’ideologia gender. Il Pd sfrutta la polemica su Fedez per piazzare i suoi uomini in Rai”. 

“Botta di classe”, titola il Manifesto: “Esplodono le disuguaglianze. Prima del Covid in 500 mila possedevano il 22% della ricchezza e 25 milioni avevano subìto il calo più forte del reddito dagli anni ’90. Oggi ci sono già 1 milione di poveri e 950 mila senza lavoro in più. Il Recovery parla di 750 mila posti nel 2026”. Il Fatto Quotidiano apre con “Beccato con lo spione, Renzi spara a Report. Voglia di censura, interrogazioni e calunnie da Iv. Armi di distrazione: pur di non parlare di Mancini, i renziani evocano Casalino e inventano fatture”. Infine, il Sole 24 Ore: “Fondo perduto, aiuti per 14 miliardi. Moratoria dei prestiti, proroga con limiti. Sostegni bis: nella bozza del dl i supporti alle imprese estesi al 2021. Nuova spinta all’Ace: più incentivi alle aziende che aumentano il capitale. Tetto alle compensazioni a 3 milioni. Recupero Iva non riscossa per fallimento”. 

Le interviste
“Dl Sostegni, taglio ai costi fissi”, questo il titolo dell’intervista al senatore Daniele Manca, relatore in Commissione Bilancio del “Decreto Sostegni 1”, pubblicata su Italia Oggi. “I punti su cui abbiamo trovato una definizione sono una serie di esoneri, una prima parte del taglio dei costi fissi per alcune imprese dei pubblici esercizi e del turismo”, spiega l’onorevole: “Stiamo parlando dell'esenzione totale della prima rata Imu anche per i pubblici esercizi e per il comparto turistico, l'esenzione fino al 31 dicembre per la tassa dei tavolini (canone per l'occupazione del suolo pubblico), l'esenzione del canone Roni di locazione non percepiti, che si rivolge ai proprietari di immobili che non hanno ricevuto il pagamento dei canoni e che per queste morosità devono aver attivato già una procedura di sfratto”.

Nel decreto ci sono “alcuni interventi destinati ad altri comparti come quello per i dottorandi, si consente il completamento dei tre cicli. C'è poi un rifinanziamento del fondo per le società sportive dilettantistiche e un aiuto anche per il comparto dei bus turistici. Siamo riusciti anche a trovare risorse per le tv private che con la pandemia non hanno avuto raccolta pubblicitaria”. Tornando alle imprese, nel Sostegni 1 “troverà posto la proroga Irap al 30 settembre (…) e ci sarà un primo intervento sulle start up. In questo decreto si interviene per chi ha avviato impresa nel 2019 pagando però subito lo scotto della crisi con una forma di ristoro, mentre nel Sostegni 2 ci saranno misure che dovranno favorire investimenti nei capitali delle start up e benefici fiscali”. 

Daniele Manca, infine, indica i temi prioritari per il prossimo decreto, il Sostegni 2. “Ci sarà lo spazio – conclude il senatore – per il credito di imposta per le locazioni commerciali, l'esonero della Tari, il tema del costo del trasporto dell'energia nelle bollette, misure per i lavoratori stagionali e risorse ai Comuni per interventi di sostegno al reddito delle famiglie con disagio economico. Ci sarà poi tutto il capitolo delle moratorie dei mutui e delle garanzie per le imprese e la novità di interventi per i consultori per intervenire sul disagio psicologico”. 

“Fedez ha squarciato un velo di ipocrisia. Forse Salvini ha capito che anche un certo elettorato della Lega non vive su Marte e non può accettare che ci siano certe discriminazioni”. Così il deputato Pd Alessandro Zan, che ha dato il nome al ddl sull’omofobia, in un’intervista al Messaggero: “Fedez è un artista che ha utilizzato il palco del Primo Maggio per denunciare un'ingiustizia. Ovvero che una legge di civiltà, attesa ormai da quasi 30 anni, è ostaggio del presidente della Commissione Giustizia, il leghista Ostellari, che invece di interpretare lo spirito della maggioranza della Commissione, ha utilizzato il suo ruolo per fare la volontà del suo partito”. 

Zan sottolinea che anche “grazie all'impegno di artisti come Fedez, nell'opinione pubblica c'è maggiore consapevolezza su un tema che fino a poco tempo fa non era così conosciuto”. Il deputato rimarca un cambio di atteggiamento nella Lega: “Sì, è stata dimostrata una disponibilità. Ostellari mi ha invitato a prendere un caffè, ma io credo che lo dovrebbe prendere anche con i suoi colleghi senatori della Commissione Giustizia”. Alessandro Zan così conclude: “Le frasi che ha citato Fedez dei consiglieri leghisti, che hanno detto cose gravissime, sono la prova provata del fatto che dalla politica vengono mandati messaggi d'odio che poi hanno ricadute pesantissime sulla vita delle persone”.  

Gli editoriali
“Più aiuti alle donne in smartworking, tra famiglia e lavoro sono allo stremo”, questo il titolo dell’editoriale dell’economista Azzurra Rinaldi (Unitelma Sapienza), pubblicato sul Riformista, che riporta i risultati della ricerca “Smartworking: opportunità e rischi per il lavoro femminile”. Dallo studio emerge anzitutto “un processo di sfaldamento di confini che, prima del Covid, sembravano consolidati. Se prima, infatti, erano ben definiti i tempi e gli spazi di cura e di lavoro, ora che si lavora da casa il 60% delle rispondenti ha sperimentato un aggravio di compiti e tempi di lavoro. Inoltre, quasi 1 donna su 2 tra quelle che lavorano in smartworking dichiara di essere costretta a lavorare in posizioni e luoghi sempre diversi all'interno della propria abitazione”.

In secondo luogo, si evidenzia “l'incremento parallelo delle attività di cura non retribuita e del tempo a esse dedicato. Aggravato dal fatto che il 75% delle intervistate dichiara di farsi carico esclusivo di tutte le attività di cura. Di conseguenza, sovraccariche a causa della combinazione delle attività lavorative e di quelle di cura, il 60% delle lavoratrici sperimenta sempre maggiori difficoltà nel separare il tempo lavorativo e di cura dal tempo libero. A venire meno è il tempo per sé, in tutte le sue forme”. 

Ultimo elemento: oltre 1'80% delle lavoratrici in smartworking considera tale modalità di lavoro particolarmente stressante. “Ciononostante, non potendo più fare affidamento sul welfare famigliare (prima della pandemia, affidato ai nonni e alle nonne) e in assenza di servizi di welfare pubblici universali, oltre il 75% di loro sarebbe disposto a continuare a lavorare da casa anche al termine dell'attuale emergenza sanitaria”, conclude Azzurra Rinaldi: “Una scelta obbligata, in un sistema che attribuisce alle donne (che siano lavoratrici o meno) l'intero carico delle attività di cura non retribuita”. 

Nel Pnrr la parola “semplificazione” viene citata ben 115 volte. Parte da questa constatazione l’editoriale dell’economista Francesco Grillo sul Messaggero. “Nei prossimi sei anni dovremo spendere circa 300 miliardi di euro, che è la cifra che si raggiunge se ai 191 miliardi del Piano aggiungiamo i programmi che lo affiancano (React Eu e Fondo Complementare) e circa 80 miliardi di fondi strutturali destinati alle Regioni”, spiega Grillo: “Ciò significa investire circa 50 miliardi di euro all'anno e triplicare gli investimenti pubblici che le amministrazioni italiane hanno fatto registrare all'Istat nel decennio che ha preceduto la pandemia. Per riuscire nel miracolo di triplicare la velocità di una macchina quasi ferma, diventa quindi necessario liberarla di adempimenti inutili, senza però compromettere la correttezza delle scelte”. 

Non basta modificare, dunque, l'articolo di una legge “per essere più semplici: bisogna trovare un equilibrio tra riuscire a dare regole più chiare in un Paese fragile e rendere il costo dell'adempimento minore”. Per Grillo, in un “Paese competitivo e semplice, le imprese sono esentate dal certificare ciò che l'amministrazione già conosce (perché già dichiarato ad un altro ufficio o monitorato attraverso sensori) e sono tenute a chiedere autorizzazioni solo in poche, predefinite circostanze (senza dover necessariamente ricorrere a un avvocato). È l'istituzione che informa su doveri e diritti nuovi ed è tenuta a rispondere in tempi perentori, esauriti i quali la richiesta si dà per approvata. Senza le eccezioni che, attualmente, rendono i meccanismi di silenzio-assenso un incerto passo laterale”. 

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata alla previdenza. Il pacchetto informativo comprende l’intervista al segretario confederale Cgil Roberto Ghiselli sul confronto con il governo, i contenuti della piattaforma unitaria sulla previdenza e la diretta dell’incontro online “Cambiare le pensioni adesso” con i leader di Cgil, Cisl e Uil.

Da segnalare la vertenza della multinazionale Elica, il tragico infortunio mortale in un’azienda tessile di Prato, l’invio delle lettere di licenziamento ai lavoratori ex Embraco di Torino, le intimidazioni al segretario generale della Filcams Cgi di Siracusa, lo sciopero alla Lima Eusider di Padova, il resoconto del rapporto di Reporter senza frontiere

Infine, la rubrica Buona Memoria, dedicata oggi alla tragedia sul lavoro di Ribolla (Grosseto), avvenuta il 4 maggio 1954, nella quale persero la vita 43 minatori. 

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.