L’aumento dei contagi e l’accelerazione sui vaccini, l’indisponibilità di Mattarella alla sua rielezione, il rischio fallimento per la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, le incoraggianti previsioni Ue per il Pil italiano: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (venerdì 12 novembre).

“Balzo dei nuovi contagi, ora scatta l'allerta. Il governo accelera su vaccini e green pass” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Mattarella esclude il bis. Il presidente ricorda Leone e sottolinea che, come Segni, chiese di non permettere il secondo mandato sul Colle. Il capo dello Stato si chiama così fuori dalla corsa. E si scopre che ha già trovato una nuova casa in affitto a Roma. Decaro: i sindaci vogliono stabilità, governo avanti fino al 2023”.

Sulla Stampa si legge: “Corsa al Quirinale, Mattarella allontana il bis. Il ricordo di Giovanni Leone a 20 anni dalla sua scomparsa: anche lui chiese la non rieleggibilità del presidente”. Il Giornale lancia “Ora parlano i giudici: condanne per Bibbiano, schiaffo alla sinistra. Altro che montatura sovranista: 4 anni allo psicologo Foti, 17 rinvii a giudizio. Così il sistema toglieva i minori alle famiglie”.

“Tutto per aria”, questo il titolo del Manifesto su una grande foto della Conferenza sui cambiamenti climatici: “Alla vigilia della chiusura di Cop26 un accordo sul clima ancora non c'è. Governi in ordine sparso, ognuno pensa per sé. Solo un miracolo può salvare la faccia al summit. Gli ultimi appelli degli scienziati e dell'Onu. Guterres: ‘Non si può restare al minimo comun denominatore’. Intervista a Ed Hawkins (Ipcc)”.

Questa l’apertura del Fatto Quotidiano: “Piano per distruggere Cinquestelle e il Fatto. Da Rondolino a Renzi. 2017: l’allora leader Pd gira a Carrai progetto per diffamare con fake M5S, Travaglio e Scanzi. Il ruolo della Ercolani, zarina degli appalti”. Infine, il Sole 24 Ore: “Italia motore della ripresa in Europa. Ma è allarme per inflazione e Covid. Le previsioni della Ue: buon ritmo della ripresa, attenzione ai rischi su forniture e caro energia. Il Pil italiano vola al 6,2%. A metà 2022 l'economia tornerà al pre-pandemia”. 

L’intervista
“Noi edili primi in piazza per avere sicurezza, giustizia e pensioni”: questo il titolo dell’intervista al segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi pubblicata oggi sul Manifesto: “Forti della nostra unità come sindacato delle costruzioni, sin dall'inizio avevamo lanciato la manifestazione del 13 novembre su parole d'ordine fortemente intrecciate alla vertenza generale delle confederazioni: sicurezza, qualificazione delle imprese, riforma delle pensioni. E siamo orgogliosi di avere con noi i tre segretari generali”.

Per l’esponente sindacale il decreto emanato dal governo in tema di sicurezza sul lavoro “va nella direzione giusta, ma vi sono svarioni da correggere e interventi che mancano. Bene la stretta sul lavoro nero, sul fermo azienda da subito in caso di violazioni accertate, sul ruolo dell'Ispettorato nazionale del lavoro e sulla banca dati unica. Ma occorre estendere l'obbligo di sospensione dell'azienda e reintrodurre l'amianto”. Genovesi chiede soprattutto, ora che ci sarà la banca dati unica, l’attuazione della “patente a punti per qualificare le imprese e premiare quelle serie”, oltre all’introduzione nel codice “dell'aggravante di infortunio mortale sul lavoro. Senza una specifica aggravante gli infortuni mortali saranno sempre trattati come colposi (invece c'è spesso dolo) e sarà difficile chiedere il sequestro del patrimonio”.

Riguardo le pensioni, il segretario generale Fillea evidenzia che “gli edili sono purtroppo i primi per malattie professionali, incidenti, usura, quindi sono i primi che la riforma Fornero condanna, trattandoli alla stregua di un professore universitario. Inoltre la carriera edile è per definizione discontinua”. Per questo motivo i sindacati di categoria chiedono “i 30 anni di contributi e il governo sbaglia a non averlo riconosciuto. Su questo continueremo battaglia e pressioni sul Parlamento”.

Genovesi interviene anche sulla stretta sull'accesso al superbonus del 110%. “Se la stretta vuol dire un prezziario generale per evitare speculazioni sui materiali e soprattutto riconoscere i bonus solo a imprese qualificate e strutturate, bene”, spiega il leader sindacale, rilevando però che “se Ruffini (Agenzia delle entrate) vuol veramente colpire chi prende incentivi in modo truffaldino, verifichi che per ogni erogazione o cessione del credito per un lavoro dichiarato vi sia per quel cantiere il Durc di congruità. Così avrà la certezza che il cantiere è vero e i lavoratori sono in regola (anche per il fisco)”.

L’ultima battuta è per le limitazioni alle manifestazioni no vax decise dal ministro dell’Interno Lamorgese. Il segretario generale Fillea non si dice preoccupato: “Anzi, le avessero decise prima l'assalto alla Cgil sarebbe stato ben più difficile. Detto questo, più che intervenire su cortei dove i fascisti strumentalizzano anche disagio sociale e solitudine, inviterei il governo a svuotare quel mare di paure e rabbia che la crisi ha generato, sarebbe molto più utile”.

Gli editoriali
“Il fattore più importante per determinare il successo del Piano di rilancio sarà l'azione delle amministrazioni comunali”. Parte da questo assunto la riflessione del docente di Economia dell’università di Bari Gianfranco Viesti, pubblicata oggi sul Mattino: “Una parte molto importante delle risorse viene affidata, con assegnazioni dirette, programmi di settore o bandi di gara, ai Comuni: si tratta di almeno 70 miliardi dei 191 delle sole risorse europee (cui sono da aggiungere quelle del Fondo complementare e altre minori). Non sorprende: nello scorso decennio, i Comuni hanno realizzato il 60% della spesa per investimenti fissi lordi, e il Pnrr è un programma di spesa in conto capitale”.

Ma la situazione dei Comuni negli ultimi anni è peggiorata. “Il loro personale è drammaticamente diminuito (…) fra il 2010 e il 2019 i dipendenti si sono ridotti di quasi centomila, cioè del 21%. Anche con importanti differenze territoriali: di circa il 35% in Campania e Basilicata e di circa il 30% in Abruzzo e Calabria. Molti dipendenti sono andati in pensione, ma pochissimi sono stati assunti: in tutta Italia il personale oggi è molto anziano (più di due terzi ha oltre 50 anni), e presenta, specie al Sud, livelli di istruzione modesti: meno di uno su cinque è laureato”.

Per Gianfranco Viesti tutto ciò determinerà “difficoltà di molte amministrazioni per accedere, con propri progetti, ai programmi e ai bandi nazionali di finanziamento. E quindi (…) possibili sperequazioni delle risorse, a favore di chi ha già progetti nei cassetti o maggiori capacità di produrne in breve tempo. Con grandi differenze non solo fra Nord e Sud, ma anche nelle diverse circoscrizioni del paese”. L’economista così conclude: “Le nostre città nel 2026 saranno punteggiate di nuove opere. Ma come potranno diventare centri di nuovi servizi, se le amministrazioni non avranno risorse e personale per farle funzionare? Il rischio, drammatico, è di avere nel 2026 tanti nuovi asili nido. Chiusi”.

“I tesori delle città: immobili di Stato, ben 292 miliardi di buone ragioni”: questo il titolo dell’editoriale del giornalista Giovanni Valentini, pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano. “In Italia esiste un enorme patrimonio dismesso, quasi del tutto sconosciuto e abbandonato”, spiega l’autore, riprendendo quando detto da Alessandro Bianchi e Bruno Placidi nel loro saggio “Rigenerare il Bel Paese” (edito da Rubettino). Occorre dunque ripensare la “città in modo nuovo, non più legato all'espansione urbana, all'ulteriore consumo di suolo e all'edificazione aggiuntiva, ma rivolto alla città esistente, alla rimessa in gioco del patrimonio di aree e manufatti che sono stati progressivamente dismessi”.

Stiamo parlando di “100 mila unità di fabbricati inutilizzati per circa 23 milioni di metri quadri. E il paradosso è che la proprietà di questi immobili coincide con il soggetto - l'amministrazione pubblica - che ha il potere di decidere possibili trasformazioni d'uso”. A quanto ammonta questo patrimonio pubblico? “Il valore patrimoniale complessivo del 97,6% dei soli fabbricati censiti è stimato in 292 miliardi di euro. Il 72% è riconducibile a immobili di amministrazioni locali, per la maggior parte Comuni (circa il 47%), mentre il resto è suddiviso fra le amministrazioni centrali (17%) e altri enti pubblici (11%)”.

Valentini evidenzia che “è soprattutto l'effetto-volano delle ristrutturazioni che può innescare una spirale virtuosa nella rigenerazione delle città (…) un po' come sta accadendo per il patrimonio immobiliare privato in seguito al superbonus del 110%”. Una recente ricerca di Nomisma, conclude l’editorialista, prospetta “un'applicazione del Green New Deal al patrimonio immobiliare pubblico. Per 39 miliardi di investimenti, si potrebbero ottenere 91,7 miliardi di effetti diretti e indiretti, 50 miliardi di indotto, 141,8 complessivi di capitali pubblici e privati. Gli immobili verrebbero rivalutati del 30% e si risparmierebbero fino a 450 milioni all'anno nella manutenzione e nel consumo energetico”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata alla mobilitazione nazionale degli edili: la video-intervista al segretario nazionale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi, i contenuti della manifestazione di sabato 13 novembre, il commento del segretario generale Cgil Maurizio Landini.

Da segnalare l’annuncio dell’incontro governo-sindacati sulle pensioni per martedì 16 novembre, il video-ringraziamento del segretario generale Cgil Maurizio Landini al premio “Freedom from Fear” ricevuto quest’anno dalla Confederazione, la riflessione del presidente della Fondazione Di Vittorio Fulvio Fammoni sull’aumento delle dimissioni volontarie, la manifestazione dei sindacati di Lecce per la sicurezza sul lavoro, l’aumento in Toscana degli incidenti nei cantieri edili, le novità sulle vertenze Whirlpool e Acc.

Per la rubrica Buona Memoria, la rievocazione della “svolta della Bolognina” nel 1989, che decretava il passaggio dal Pci al Pds.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.