Il governo italiano e l’Unione europea devono impegnarsi per arrivare a un’intesa che garantisca il cessate il fuoco. È il senso dell’ordine del giorno dell’assemblea generale della Cgil, che lancia la manifestazione di sabato 9 marzo a Roma.

L’assemblea generale, si legge nell’ordine del giorno votato dal massimo organo della confederazione, “esprime profonda disapprovazione e preoccupazione democratica per le violente cariche delle forze dell’ordine sui cortei di studenti avvenute nei giorni scorsi e ribadisce che le libertà di manifestazione e di associazione, a partire dal diritto di sciopero, sono diritti costituzionali inviolabili che vanno difesi, manifestando”.

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Allo stesso tempo, rilancia “i contenuti dell’appello lanciato in occasione della mobilitazione convocata dalla rete Europe4Peace e dalla coalizione AssisiPaceGiusta il 24 febbraio in occasione dei due anni dall’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. Nelle oltre 120 iniziative, che hanno visto una grande partecipazione, è stata ribadita la necessità di un cessate il fuoco immediato, a partire da Gaza e Ucraina, e la necessità che giungano aiuti umanitari il prima possibile alle popolazioni vittime di tutti i conflitti in corso nel mondo come in Siria, Yemen, Sudan, Myanmar”.

L’assise del sindacato di Corso d’Italia poi “condanna con forza la corsa al riarmo e i toni militaristici delle dichiarazioni, anche di esponenti del governo italiano, e chiede che si torni ad investire in diplomazia e multilateralismo e nel rispetto del diritto internazionale”.

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Quindi la richiesta: “Un impegno del governo italiano e dell'Unione europea affinché si raggiunga un accordo immediato per il cessate il fuoco, con la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri arrestati dopo il 7 ottobre, tra cui lavoratori, donne e minori, nonché la creazione di corridoi umanitari che permettano l'arrivo immediato degli aiuti alla popolazione di Gaza”. Proprio per la popolazione di Gaza l’organizzazione ha lanciato una raccolta fondi, ed è impegnata affinché i primi carichi di aiuti possano giungere nel più breve tempo possibile al valico di Rafah.

L’ordine del giorno impegna l’organizzazione alla mobilitazione in difesa del diritto di manifestazione, di sciopero e della libertà di associazione e “nel tenere vivi i rapporti con il mondo dell'associazionismo e della società civile per una mobilitazione nazionale il 9 marzo 2024 a Roma per il cessate il fuoco, impedire il genocidio, garantire assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza, liberare gli ostaggi e prigionieri, la fine dell’occupazione, il riconoscimento dello stato di Palestina sulla base delle risoluzioni Onu e l’organizzazione di una conferenza internazionale per pace e giustizia in Medio Oriente”.

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Richiamando il primo articolo della Costituzione dell’Oil, infine, la Cgil si impegna a promuovere la giustizia sociale a livello globale, precondizione per una pace duratura.