Il primo giorno dell’obbligo del green pass per tutti i lavoratori, la sospensione del processo ai 4 agenti egiziani accusati dell’omicidio di Giulio Regeni, le prime indiscrezioni sulla prossima manovra finanziaria: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (venerdì 15 ottobre).

“Green pass, Draghi va avanti. Primo giorno di obbligo, blocchi e proteste dei contrari. Allerta del Viminale: rischio estremisti. I portuali chiedono il rinvio della misura, il governo tira dritto. Scaricati 563 mila certificati in 24 ore, boom di prime dosi” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “No Pass, il giorno della verità. Da oggi scatta l'obbligo del lasciapassare sanitario per entrare nei luoghi di lavoro. Annunciati sit-in e scioperi. II Viminale teme la ‘possibile contrapposizione di gruppi estremisti’. Il governo: le regole non cambiano. Assalto ai tamponi e picco di vaccini: corsa last minute al certificato”.

Sulla Stampa si legge: “Il governo non cede, mai tamponi gratuiti. Parla Franceschini. Italia blindata. Allerta a Trieste. II prefetto: ‘Sciopero illegale’. Certificato obbligatorio, oggi le nuove regole. Il premier va avanti con la linea dura”. Tema analogo per il Messaggero: “Pass con i tamponi scontati. Orlando d'accordo con la richiesta dei sindacati: possibile decreto per sgravi alle imprese. Da oggi l'obbligo per i lavoratori. La polizia: rischio scontri. Trieste, il prefetto diffida i portuali”.

“Muro di gomma”, titola il Manifesto su una grande foto di un’aula giudiziaria: “Sospeso: il processo ai 4 agenti dei servizi egiziani accusati di sequestro e omicidio di Giulio Regeni non si può fare. Lo decide la terza Corte d'Assise: gli imputati non sono presenti, gli atti tornano al gup. Ma servirà una nuova rogatoria. I genitori: Non ci arrendiamo”.

Il Giornale lancia “Venerdì di protesta. Draghi non molla, il premier non cede su tamponi e green pass per i lavoratori. Oggi sciopero in tutto il Paese: rischio caos per ferrovie, autostrade e industrie. L’allarme della polizia: pericolo di scontri nel Paese”. E così Libero: “II ballo del tampone. Draghi sfida i No vax. Piccole concessioni dal governo: credito d'imposta se i test li paga l'azienda e prezzi ridotti, ma da oggi scatta il Green pass ovunque. Scioperi e proteste nelle grandi città, rischio blocchi”.

Questa l’apertura del Fatto Quotidiano: “Venerdì nero. Cambia il Dpcm sul Green pass per lavorare. I Migliori last minute: deroghe e sgravi sui test. Governo nel caos. Nessun lavoratore conosce le regole per oggi. I portuali di Trieste resistono. La polizia in allarme”. Infine, il Sole 24 Ore: “Taglio al cuneo, pronti 9 miliardi. Verso la manovra, settimana prossima decisiva. Pensioni e ammortizzatori restano i punti critici. Bonomi: fondamentale un intervento deciso, più soldi in tasca agli italiani”.

Le interviste
“La nostra piazza più forte di loro”: questo il titolo della lunga intervista al segretario generale della Cgil Maurizio Landini pubblicata su The Post Internazionale. “Quella di sabato per me è stata una giornata incredibile. Ero a casa mia, a Canossa, provincia di Reggio Emilia, con il carrello in mano, a fare la spesa”, racconta il leader sindacale: “Non avevo ancora finito di pagare quando mi è arrivata la chiamata dei compagni della Cgil: ‘Maurizio, stanno assaltando la sede nazionale’. Accendo la televisione, vedo le immagini in diretta su Rainews. Capisco tutto. Pochi minuti dopo stavo già correndo in macchina verso Roma”.

Per Landini l’assalto è stato “un piano preordinato, predisposto prima della manifestazione, con lucidità e freddezza. Non è un caso che dopo essersi dati appuntamento a piazza del Popolo si siano divisi in molti gruppi diversi, per percorrere un tragitto non breve e riapparire in corso d'Italia per colpirci”. La matrice dell’aggressione “è chiara: squadristica e neofascista. Quello che hanno fatto contro la Cgil è un atto dimostrativo e politico. Volevano colpire noi, ma con noi, simbolicamente, i sindacati, il mondo confederale e tutto il mondo del lavoro”.

Il segretario generale Cgil evidenzia che “questa protesta, con il diritto di manifestare e le condizioni dei lavoratori, non c'entra nulla. Strumentalizzano un problema serio per fini e scopi che nulla c'entrano con il problema che la gente sta vivendo”. Per Landini, comunque, è ora “importante affermare un principio scritto nella nostra Costituzione: le organizzazioni che si richiamano esplicitamente al fascismo devono essere disciolte. Chiunque continui a professare un obiettivo di questo tipo sta tentando di perseguire un disegno inaccettabile”.

Venendo al tema del green pass, il leader sindacale sottolinea che “la Cgil, con Cisl e Uil, sostiene da mesi che il vaccino deve diventare obbligatorio, esattamente come accade, nel nostro ordinamento sanitario, per altri già obbligatori”. Nel contempo, la Cgil ha “chiesto al governo una transizione nell'applicazione del green pass. In particolare, tutti gli strumenti che servono, a partire dai tamponi, non devono essere a carico dei lavoratori, ma delle imprese”. Di conseguenza, è necessario abbassare “drasticamente il prezzo dei tamponi fatti per finalità legate alla certificazione lavorativa” e ripristinare “il credito di imposta, che è scaduto, per tutte le spese sanitarie già avvenute. Anche perché nei luoghi di lavoro, oltre ai vaccini, è necessario mantenere tutte le norme di distanziamento che hanno permesso di continuare le attività: parlo di mascherine, protezioni e sanificazioni”.

La manifestazione di sabato prossimo “ha un obiettivo semplice: dire in modo molto chiaro mai più fascismo, mai più recinti, mai più muri tra le persone, per rimettere al centro e applicare i valori della nostra Costituzione, a partire dalla difesa dei più deboli e dalla centralità del lavoro. È la risposta migliore che possiamo dare al nuovo squadrismo”.

Ma è, appunto, anche una manifestazione per il lavoro. “Bisogna rispondere alla rabbia”, conclude Landini: “È sotto gli occhi di tutti che aumentano le disuguaglianze e la povertà, che i lavori continuano a essere troppo spesso precari. È ora di spiegare alle persone che non verranno lasciate sole. Va spiegato loro che le riforme future, dal fisco a quella delle pensioni, a quella degli ammortizzatori sociali, servono a questo”.

Gli editoriali
“Sciogliere le organizzazioni neofasciste, subito”: così il titolo della riflessione della responsabile nazionale Cgil per le Politiche di genere e le Politiche internazionali Susanna Camusso, pubblicata sul settimanale Left. “Perché è possibile che venga assaltata la sede della Cgil? Perché è possibile che ci siano manifestazioni che possono impunemente mettere in scacco le città, non una ma numerose volte in questi mesi?”, si chiede la leader sindacale, sottolineando che alla testa di quelle manifestazioni ci sono state “organizzazioni che per la XII disposizione della Costituzione non dovrebbero nemmeno esistere”.

La questione viene da lontano: “Ricordo la petizione – spiega l’esponente sindacale – promossa insieme a tante associazioni, tra cui Cgil, Cisl, Uil, dall'Anpi, presidente Carla Nespolo, intitolata ‘Mai più fascismi’, che chiedeva tra l'altro lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste e neonaziste. Così come abbiamo chiesto infinite volte che in rispetto della Costituzione non fosse permessa la presentazione di liste elettorali di organizzazioni neofasciste. Vorremmo sapere dove è finito l'ordine di sgombero di CasaPound, e vorremmo si smettesse di minimizzare quando si chiede di non permettere l'apertura di nuove sedi di Forza nuova o altri, di non permettergli di manifestare”.

Camusso stigmatizza “quelle alzate di spalle, quel ‘di cosa vi preoccupate, ben altri sono i problemi’. Ma quel minimizzare ha portato alla situazione attuale, in cui si propone oggi a tutte e tutti la domanda su come sia possibile che organizzazioni neofasciste guidino la protesta sulle misure di contenimento Covid. La si propone oggi per l'eclatanza dello scacco di Roma, ma le cronache, spesso ‘benevole’, dicevano già dalle manifestazioni di ‘Io Apro’ della presenza dei fascisti, ma si strizzava l'occhio e si lasciava fare”.

La responsabile nazionale Cgil per le Politiche di genere e le Politiche internazionali rimarca come “molti commentatori sottolineano la presenza in quella piazza di migliaia di persone che non vanno confuse, che non avevano intenzioni violente. Eppure, se è così, questo dà più forza all'interrogativo: perché non si sono isolati? Ognuno di noi ha memoria di manifestazioni fermate violentemente e ingiustificatamente se ‘uscivano dai percorsi’: penso ai lavoratori della Terni acciaierie, all'Alcoa, molte ne possono raccontare gli studenti, e non evoco il 2001 a Genova, basta la cronaca più recente”.

Ecco, allora, che si fa strada “un sospetto, che penso debba essere al più presto fugato da una seria indagine: c'era un ordine di lasciar fare? Domande che non possono essere semplicemente ignorate, perché sarebbe, ancora una volta, sottovalutare”. Ed è proprio per non sottovalutare che “la Cgil, insieme a molti altri, chiede che si sciolgano le organizzazioni neofasciste (…) Non solo perché è giusto e rispettoso della Repubblica antifascista in sé, ma soprattutto perché il disagio sociale, quello lavorativo, le insicurezze sono tante e profonde, hanno bisogno di risposte, perché non possono e non devono crescere gli egoismi, i muri, le colpevolizzazioni dei più deboli”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata al confronto di ieri tra governo e sindacati sulla sicurezza sul lavoro: le parole del segretario generale Cgil Maurizio Landini all’uscita dal vertice e il video-commento articolato della segretaria confederale Cgil Rossana Dettori.

Grande spazio è sempre riservato ai temi dell’assalto fascista alla sede Cgil e alla manifestazione nazionale di sabato prossimo: il videoracconto di un turno di guardia notturno davanti alla sede nazionale Cgil; le parole di solidarietà e vicinanza alla Cgil di Rosy Bindi, dello storico d’arte Salvatore Settis, del presidente di Articolo 21 Paolo Borrometi; l’intervista al segretario Silp Cgil Tissone sulla gestione dell’ordine pubblico.

Da segnalare anche l’ iniziativa al Senato per i 100 anni dalla nascita di Luciano Lama (con fotogallery dell’evento); i messaggi delle più alte cariche dello Stato Sergio Mattarella, Mario Draghi ed Elisabetta Casellati; il trailer del docufilm “Luciano Lama 1921-2021” e la ricostruzione del suo percorso umano e politico.

Per la rubrica Buona Memoria, una riflessione sul fascismo di Giuseppe Di Vittorio.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.