Tra le tante polemiche di questi giorni in primo piano è emersa spesso la gestione dell'ordine pubblico nelle manifestazioni del movimento "No Green Pass" e in particolare nel giudizio sui comportamenti della polizia sabato scorso, 9 ottobre. Si parla anche di un numero consistente di poliziotti che non sarebbero vaccinati. Che cosa sta succedendo e come ci si prepara al grande appuntamento di sabato 16? Ne abbiamo parlato con Daniele Tissone, segretario generale del Silp, il sindacato di polizia della Cgil. 

Segretario, cominciamo da un tema caldo: i poliziotti non vaccinati. Come stanno le cose? È vero che ci potrebbero essere effetti sul normale funzionamento dei servizi?

Sta girando in queste ore una quantità incontrollata di fake news. In realtà noi siamo di fronte ad un paradosso perché continuiamo a ragionare solo su cifre presuntive, visto che per le regole della privacy non possiamo sapere quanti solo gli operatori di Polizia che si sono vaccinati fuori dai nostri circuiti del ministero. Sappiamo solo che su 97.000 operatori a livello nazionale 17.000 non risultano vaccinati, ovvero poco più del 10% delle forze dell’ordine complessive. Inoltre, durante la pandemia abbiamo avuto 11.500 operatori che si sono ammalati per il Covid. Di questi non sappiamo quanti oggi siano vaccinati. Un dato effettivo è invece quello dei decessi. Sono morti per Covid 17 poliziotti. Ed erano tutti non vaccinati. Anche tra gli operatori circola comunque paura e scetticismo, perché si sa che ci sono percentuali di probabilità (molto basse) di contrarre la malattia anche in presenza di vaccino. Per questo noi abbiamo chiesto come sindacato di polizia – in analogia con la Cgil - la gratuità dei tamponi per gli operatori della sicurezza da effettuarsi nei nostri presidi medici sanitari.

Ma sono veri gli allarmi su possibili disfunzioni nella gestione dell’ordine pubblico, dovute magari alla mancanza di poliziotti da mettere in campo?

Su questo non siamo in grado di fare nessuna previsione. La giornata di domani (15 ottobre) sarà decisiva per capire come stanno le cose. Domani capiremo che cosa succederà nelle fabbriche e in tutti i luoghi di lavoro e capiremo che cosa succederà tra i ranghi delle forze dell’ordine. Teoricamente, con una percentuale di circa il 10% di non vaccinati a livello nazionale, non dovrebbero determinarsi ripercussioni negative. Il problema vero sarà quello di capire che succederà a livello locale. Ci sono infatti zone e località in cui il problema neppure si pone, perché gli operatori sono tutti vaccinati. Altri luoghi in cui ci potranno essere problematiche particolari. Io comunque non sono preoccupato.

Veniamo alla gestione dell’ordine pubblico. Che cosa pensi delle polemiche sulla gestione della piazza di sabato scorso e dei ritardi nell’intervento contro i violenti che hanno attaccato la sede della Cgil?

Premetto che per me è stato un fatto gravissimo. Non hanno attaccato solo un luogo simbolico per tutti i lavoratori. Hanno attaccato un luogo sacro. Per quanto riguarda la gestione dell’ordine pubblico, io dico semplicemente che se c’è qualcuno che pensa ci sia stata una regia occulta per colpire il sindacato lo dimostri. Porti le prove. Io penso invece, molto semplicemente, che si è sottovalutata la presenza numerica dei manifestanti. Nessuno aveva previsto che potessero essere così numerosi gli assalitori di Corso d’Italia. In queste manifestazioni partecipano persone che mostrano una grande rabbia per quello che è successo con la pandemia, e che si fanno strumentalizzate da personaggi violenti ben noti alle forze dell’ordine. Un altro elemento che vorrei mettere in evidenza riguarda i ritardi nell’invio dei rinforzi per proteggere la Cgil. Se ritardi ci sono stati, sono dovuti prima di tutto al fatto che mentre veniva attaccata la Cgil erano sotto tiro altri obiettivi sensibili in contemporanea. Rispetto poi alle polemiche sulla debolezza della polizia nei confronti dei facinorosi, c’è da tenere presente che gli ordini operativi nella gestione delle piazze hanno dovuto sempre considerare il fatto che in queste manifestazioni ci sono i violenti organizzati, ma anche padri di famiglia. È ormai chiaro però che a dirigere i giochi siano le frange più estremistiche della destra. E si tratta di gruppi pericolosi.