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“Abbiamo ribadito che i 200 milioni di euro previsti dal decreto-legge 92 del 26 giugno 2025 ‘Misure urgenti di sostegno per i comparti produttivi’ non bastano a rilanciare l’ex Ilva”. Lo ha detto il coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil Loris Scarpa, intervenendo mercoledì 9 luglio all’audizione della Commissione Industria-Agricoltura del Senato.
I 200 milioni di euro verranno stanziati a titolo di prestito oneroso da restituirsi in cinque anni. “Siamo di fonte all’ennesimo intervento spot – prosegue – che non potrà garantire le manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti, la continuità produttiva, né raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, salvaguardia ambientale e tutela occupazionale”.
Scarpa evidenzia che “da febbraio 2024 a oggi sono stati finanziati dal governo, complessivamente, 1 miliardo e 220 milioni, cui si aggiungono questi 200 milioni di euro che sono ora in discussione. Per il rilancio dell'ex Ilva è necessario programmare stanziamenti di almeno un miliardo all'anno”.
Secondo il dirigente sindacale, per una vera svolta occorre che “l’ex Ilva diventi una società a capitale pubblico o partecipata dallo Stato. Per gestire la fase di transizione, inoltre, serve un ammortizzatore sociale pluriennale e specifico al fine di tutelare l’occupazione e assicurare salari dignitosi alle lavoratrici e ai lavoratori”.
Scarpa così conclude: “La vicenda dell’ex Ilva è una vertenza nazionale ed europea perché riguarda il sito siderurgico più grande d’Europa, pertanto sono necessarie risorse e interventi straordinari per garantire il lavoro, l’ambiente e la salute”.