“Rispetto all’ultimo incontro, c’è stata un’evoluzione importante tra maggio e giugno: a seguito di un percorso di valutazione sono pervenute due offerte non vincolanti – di cui una decisamente più avanzata – ed è attualmente in corso una nuova due diligence con un terzo gruppo industriale”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, commentando l’incontro al ministero delle Imprese sulla situazione della Liberty Magona.

“Il direttore della Liberty Magona Lino Iallorrenzi – spiegano i sindacati – ha espresso l’auspicio di arrivare, entro fine luglio, ad almeno un’offerta vincolante. Inoltre, è stato annunciato un confronto tra i legali di Liberty e Greensill affinché venga garantita la separazione della sorte di Magona da quella dell’intero gruppo Liberty”.

Fiom, Fim e Uilm hanno ribadito che “la priorità deve restare la salvaguardia dell’occupazione, della continuità produttiva e garantire la continuità aziendale. Non permetteremo che a pagare il prezzo di ritardi o incertezze siano i lavoratori, che già portano sulle proprie spalle il peso della crisi”.

L’azienda versa in “una condizione finanziaria gravissima, aggravata da difficoltà operative, come la mancanza di coils da parte di Acciaierie, dato che altri fornitori italiani non stanno garantendo il supporto necessario per il mantenimento della produzione”.

Le tre sigle affermano “la necessità di avere certezze occupazionali, sul futuro industriale del sito e sul rispetto degli impegni economici previsti dal contratto nazionale dei metalmeccanici”. E ritengono “utile aver fatto un punto aggiornato sulla situazione, anche perché da mesi denunciamo pubblicamente il pericoloso trascorrere del tempo mentre oltre 400 lavoratori diretti, circa 75 interinali e centinaia di lavoratori dell’indotto, vivono con crescente angoscia una situazione ormai insostenibile”.

Per le tre categorie “i tempi per salvare la Magona si stanno esaurendo. È necessario agire con urgenza, responsabilità trasparenza. Ogni giorno perso rischia di compromettere definitivamente la tenuta industriale e sociale del territorio”.

Fiom, Fim e Uilm hanno anche chiesto che “venga effettuato un accertamento approfondito per garantire che non vi siano ostacoli alla cessione del sito” e ribadita “la necessità di tutele reali per tutti i lavoratori, compresi gli interinali, troppo spesso dimenticati nei processi di ristrutturazione”.

Il governo, continuano, ha preso “l’impegno a monitorare attentamente la situazione, riconvocando il tavolo non appena vi saranno aggiornamenti e, in ogni caso, entro e non oltre i primi giorni di settembre”. I sindacati così concludono: “Continueremo a vigilare, a denunciare, a mobilitare se necessario, perché i lavoratori non possono essere lasciati soli e perché la dignità del lavoro non è negoziabile”.