Il Parlamento approva il Mes, ma i rapporti nel governo sono sempre più tesi: questo il tema che domina le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (giovedì 10 dicembre). “Sì al Mes, ma il governo vacilla. Passa il nuovo salva-Stati, resta la tensione. Zingaretti: Serve più collegialità. La Lombardia da domenica è zona gialla. Renzi: Non votiamo questo Recovery. Conte: Non sto commissariando la politica” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Renzi-Conte il grande duello, ora la crisi è più vicina. Il leader di Iv lo attacca sul Recovery: Va cambiato, se vuole poltrone prenda quelle dei nostri ministri. Zingaretti: Il governo risolva i nodi. Si cerca la mediazione sul ruolo dei manager che gestiranno i fondi. Il premier: con le polemiche l'Italia perde, ma pronto a trattare”.

“Roma e la beffa del Recovery. Scompare il ‘progetto importante’ per la città che Conte aveva promesso due mesi fa, confermato solo il collegamento ferroviario con Pescara. Al Turismo 3 miliardi su 196” recita il Messaggero, mentre sulla Stampa si legge “Conte: Vado avanti solo se c’è fiducia. Via libera di Camera e Senato alla riforma del Mes alla vigilia del vertice europeo. Ma è scontro sul Recovery”.

Il Fatto Quotidiano apre con “Renzi accusa Conte di ciò che faceva lui. La farsa: minacce senza crisi, passa la risoluzione Mes. Da premier piazzò i suoi commissari ovunque con pieni poteri, ora i suoi strali anti-premier sono applauditi dal centrodestra. Fronda M5s: 15 no”, il Giornale lancia “Aria di crisi, Conte quasi fuori. Strappa il sì al Mes, ma Renzi lo mette all'angolo sul Recovery. Dal Pd al Colle fino ai grillini, il premier ha perso la fiducia di tutti. L'ultima offerta: sui fondi Ue task force allargata”, mentre il Manifesto recita: “I pugni in task. Aggirato l’ostacolo Mes con una maggioranza ridotta sia alla Camera sia al Senato, il governo rischia di sbattere sul Recovery. Renzi sfida Conte in aula: votiamo contro se non ritira la delega alla task force dei manager per gestire i miliardi Ue. Zingaretti: il premier sciolga i nodi”.

Infine, due aperture differenti. La prima è quella di Libero: “Il Vaticano cade nel ridicolo. Accusa a Becciu: offesa al Re. I pm d'Oltretevere usano le farneticanti rivelazioni di una spia per affibbiargli un reato preso dal codice Zanardelli del 1889, assieme ad altri tre. Grazie all'Espresso, Francesco ora è Pio IX”. La seconda è quella del Sole 24 Ore: “Cashback in panne, ristori Inps a ostacoli. Restano le difficoltà per registrare le carte di credito, iscritti a quota 2,8 milioni. Regole molto complesse per le indennità destinate a stagionali e porta a porta”.

Nelle prime pagine viene dato spazio anche al riconoscimento della Legion d’onore della Repubblica francese al presidente egiziano Al Sisi, all’assoluzione di un uxoricida bresciano per “delirio di gelosia”, alla commozione della premier tedesca Merkel per le vittime del Covid, ai chiarimenti sul dpcm per quanto riguarda mobilità e spostamenti a Natale, alla protesta simbolica contro il razzismo di giocatori e terna arbitrale della partita di Champions League Psg-Basaksehir, alla condanna del Pio Albergo Trivulzio per “condotta antisindacale”, all’approvazione alla Camera del nuovo “decreto sicurezza” e alla discesa sotto la media europea dei tassi per i mutui casa.

Le interviste
“Finora abbiamo erogato poco più di tre milioni di bonifici a due milioni e 400 mila partite Iva. Il totale è circa nove miliardi di euro”. A dirlo è il direttore della Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini, dalle colonne della Stampa, rivendicando anche la rapidità del sistema: “Per i primi contributi del decreto Rilancio, dalla domanda di presentazione al pagamento sono passate due settimane. Per i pagamenti dei tre decreti Ristori, nove giorni. Per le ultime erogazioni del Ristori quater, sono bastati quattro giorni”. Il direttore sottolinea anche che il requisito del fatturato di aprile 2020 per calcolare l’aiuto ha penalizzato gli evasori, perché “chi ha fatturato poco o niente per nascondere i profitti al fisco ha avuto poco o niente”. Per Ruffini gli italiani sono “un popolo migliore di quel che noi stessi pensiamo. Gli ultimi dati sui versamenti fiscali spontanei segnano meno sei per cento, sono circa ventidue miliardi. Non poco, ma nulla se confrontato alla crisi che stiamo attraversando (…) E più della metà di chi aveva rateizzato le cartelle di pagamento ha continuato a pagare”. L’ultima battuta è per l'incentivo all'uso delle carte elettroniche: “I dati della Banca centrale europea – conclude il direttore dell’Agenzia delle entrate – dicono che in Italia si fanno 65 utilizzi di carta all'anno contro i 108 della media Ue. La prima finalità del cashback è la ripresa dei consumi, ma il vero strumento antievasione sarà l'entrata a regime, a gennaio, dello scontrino elettronico per le imprese con meno di 400 mila euro di fatturato l'anno”.

“I dipendenti pubblici io li voglio difendere coi fatti, non con slogan o bandiere”: inizia così l’intervista sul Secolo XIX alla ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, che rivendica subito la sua disponibilità “al confronto se si discute concretamente di innovazione della Pa e di valorizzazione dei tanti dipendenti che danno l'anima con grande abnegazione ogni giorno. Sui temi della piattaforma sindacale stiamo lavorando da tempo, molte risposte ci sono già, basta volerle e saperle guardare”. Dadone ricorda le risorse a disposizione: “Siamo a 3,77 miliardi a regime, praticamente un miliardo in più rispetto alla tornata precedente. Parliamo di aumenti medi oltre il 4% e che, persino sottraendo l'elemento perequativo, superano il 3,48% del triennio precedente. Mi sembrano cifre ragguardevoli, soprattutto dato il momento economico generale”. La ministra riepiloga anche i diversi passaggi del rapporto con i sindacati: “Abbiamo iniziato l'anno con il tavolo per il memorandum propedeutico all'avvio della contrattazione. Abbiamo firmato due protocolli per la sicurezza. Abbiamo avviato il confronto sul lavoro agile e ripartirà il dialogo in vista dell'atto di indirizzo quadro. Naturalmente, stiamo aspettando il consolidamento delle risorse in legge di Bilancio per aprire formalmente la tornata contrattuale”. Riguardo il tema delle stabilizzazioni e delle assunzioni, Dadone sottolinea che il governo sta “stabilizzando migliaia di precari, a partire dalla scuola e passando per alcuni enti del settore sanitario (…) Sul fronte delle assunzioni abbiamo lanciato già bandi per decine di migliaia di posti, peraltro con procedure snellite e totalmente informatizzate. Ricordo che in manovra c'è un fondo da 3,6 miliardi per ulteriori assunzioni a tempo indeterminato nella Pa. Tutto questo in mezzo a una pandemia: i risultati si stanno già vedendo e saranno sempre più evidenti”.

Gli editoriali
“La scelta irrazionale di ignorare la Capitale”, questo il titolo dell’intervento dell’economista Gianfranco Viesti sul Messaggero. Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza proposto dal governo per utilizzare le risorse del Recovery fund “allo stadio attuale non ci sono le città e, innanzitutto, non c'è Roma (…) È davvero difficile disegnare un programma di interventi per l'intero Paese senza interrogarsi sul ruolo che Roma potrà svolgere”. Viesti rileva che l'Italia “trascura da tempo questo tema, l'ha quasi derubricato a questione locale: contrariamente a quello che succede in Germania e in Spagna, dove Berlino e Madrid sono centrali nelle grandi politiche nazionali; e ancor più in Francia e nel Regno Unito, dove c'è un problema opposto di eccesso di concentrazione di interesse e di investimento sulle due maggiori città. In nessuno Stato europeo c'è stata nell'ultimo ventennio un'accettazione così supina delle difficoltà della capitale, una rassegnazione al suo degrado, al suo ridimensionamento”. Questo disinteresse, aggiunge il docente di Economia applicata dell’università di Bari, ha coinciso “con un periodo di pulsioni localistiche e regionalistiche, ben al di là delle opportune autonomie (…) come se rafforzare Roma togliesse qualcosa agli altri territori; come se indebolirla rafforzasse gli altri capoluoghi; come se fosse preferibile un Paese acefalo, senza una città simbolica della sua unità, senza una dimensione nazionale”. Da qui l’invito a considerare che “il Piano per la nuova generazione (Next Generation Eu) è anche una grande operazione di ricostruzione di un sentimento e di una speranza nazionale: per questo è essenziale che la Capitale torni a essere una delle grandi immagini positive del Paese, in cui tornare ad avere il piacere di rispecchiarci tutti insieme”.

La Cgil
“Oggi il problema non è concertare gli obiettivi, ma utilizzare gli investimenti del Recovery fund per avere quei risultati che possano davvero cambiare la vita delle persone”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervenendo ieri (mercoledì 9 dicembre) all’iniziativa “L’Europa sta in noi”, a 100 anni dalla nascita del presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, trasmessa in diretta da Collettiva, rimarcando che “finora le organizzazioni sindacali non hanno avuto la possibilità di confrontarsi con il governo sui contenuti e le strategie che si vogliono realizzare”. Dopo aver ricordato che l’ex capo dello Stato rappresenta “un’esperienza italiana molto importante anche per il ruolo che ha avuto nella costruzione dell'euro”, il leader sindacale ha poi avvertito “la necessità di avviare riforme vere: la riforma fiscale, delle politiche per il lavoro, la riforma degli investimenti, della pubblica amministrazione, della giustizia. È il momento di affrontare i problemi, giocando un ruolo importante nella discussione che si costruisce in Europa”. Da qui la consapevolezza che “oggi per il sindacato non è il momento di dire solo cosa non va, ma anche di avanzare proposte e partecipare a un processo di cambiamento, ma per poterlo fare bisogna essere coinvolti”. In conclusione, il segretario generale Cgil ha rimarcato l’urgenza “che il lavoro torni in Europa a essere centrale sia della rappresentanza politica sia della mediazione sociale, perché uno degli elementi che è intervenuto, producendo una rottura, è stata la precarietà del lavoro e la competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Attraverso il lavoro si può disegnare un nuovo modello di sviluppo e sociale, anche nelle transizioni che stiamo vivendo: sanitaria, climatica, digitale e demografica”.

Ha preso il via ieri (mercoledì 9 dicembre), in diretta su Collettiva, la terza edizione del Festival della formazione sindacale della Cgil, intitolato “La Cgil che verrà. Soggetti, idee, lotte: la formazione del cambiamento”. Il Festival, spiega una nota, è dedicato “non solo alla platea dei formatori, degli organizzativi e dei dirigenti delle strutture, ma adatto anche a una partecipazione più ampia. Momenti di confronto, discussione e formazione, con una plenaria e 16 tavoli tematici, cui si aggiungerà una sostanziosa parte multimediale e comunicativa”. Verranno raccontate le esperienze formative dei territori e i progetti nazionali, e saranno presentati in anteprima due docufilm su Rodari e Don Milani. Previsti i contributi del segretario generale della Cgil Maurizio Landini (intervenuto ieri), della segreteria confederale della Cgil nazionale, dei segretari generali e dei dirigenti delle categorie e delle strutture regionali e territoriali della Cgil, di dirigenti sindacali di Cisl, Uil, Ces, della spagnola Confederacion Sindical de Comisiones Obreras e del sindacato austriaco Ogb-Verlag. Parteciperanno inoltre associazioni come Anpi e Auser, fondazioni come Aamod e Fdv, docenti universitari italiani e stranieri, studiosi e rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo come David Riondino e Mimmo Calopresti.

“Il nostro Paese ha bisogno finalmente di un piano nazionale per la cultura. C'è chi ha detto che con la cultura non si mangia: in realtà la cultura è quella che indica anche la qualità di vita di un popolo e investire oggi sulla cultura significa investire non solo sull'intelligenza delle persone, ma sulla nostra storia e la nostra capacità di fare”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in un video-messaggio inviato ieri (mercoledì 9 dicembre) al Festival della formazione sindacale. “Serve finanziare il Fondo unico per lo spettacolo di più di quanto fatto finora. Il ministro ha sempre riconosciuto che si tratta di un fondo sotto finanziato, questo è il momento di dare un'idea di cambiamento e investire per dare lavoro e credere nella ricostruzione”. Landini, infine, ha rimarcato che “la contrattazione collettiva che si fa nei luoghi di lavoro deve assumere le rivendicazioni di affermazione e riconoscimento delle diversità di genere. Le piattaforme non basta scriverle: bisogna prepararle, discuterle, quindi far vivere queste rivendicazioni come un momento di crescita collettiva. Resistenze ci possono essere, ma ne va della volontà di fare della Cgil una bella organizzazione di donne e di uomini liberi che si riconoscono nelle loro diversità”.

Da segnalare, in Collettiva, anzitutto il “pacchetto" dedicato alla legge di Bilancio, con il giudizio (e le conseguenti richieste al Parlamento e alle forze politiche) della Cgil sulle varie misure in essa contenute; la video-dichiarazione della vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi, del nesso tra la legge di bilancio e l’utilizzo dei fondi del Next Generation Ue; un primo specifico approfondimento sulla sanità e i fondi del Mes; un secondo focus sui temi della povertà e del reddito di cittadinanza.

Sempre in Collettiva trovano spazio lo sciopero nazionale indetto ieri dalla Fp Cgil e dalle altre categorie del pubblico impiego, con la maratona del lavoro pubblico “Rinnoviamo la Pa”, il resoconto della mobilitazione e del confronto “a distanza” con la ministra Dadone, la fotogallery del presidio di Roma sotto la sede del ministero della Pubblica amministrazione (Palazzo Vidoni). Altrettanto spazio è stato riservato all’incontro di ieri tra Federmeccanica-Assistal e sindacati per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, con il commento al vertice di ieri della segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David.

Altre notizie riguardano la contrarietà della Cgil Frontalieri alla decisione delle Ferrovie federali svizzere di bloccare i treni transnazionali da e per la Svizzera a partire da oggi; la lettera (in Collettiva) inviata al premier Conte da numerose associazioni di donne (tra cui il Dipartimento Politiche di genere della Cgil nazionale) per chiedere che la governance dei fondi Next Generation Ue sia gestita in modo paritario sia nella composizione dei comitati sia nella scelta dei progetti e nella destinazione del denaro; l’annuncio (in Collettiva) dell’assemblea nazionale unitaria delle lavoratrici e dei lavoratori dell'università indetta per oggi da Flc Cgil e altri sindacati del settore; il resoconto della assemblee sindacali (in Collettiva) indette da Filt Cgil e Uiltrasporti nei magazzini Amazon di Torino, Vercelli e Viterbo allo scopo di aprire la contrattazione collettiva di secondo livello.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.