Si svolgerà domani, 10 dicembre, l'assemblea nazionale unitaria delle lavoratrici e dei lavoratori dell'università indetta da Flc Cgil, Cisl Fsur, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams. Alla base della mobilitazione, si legge in una nota, "lo stato di assoluta difficoltà in cui versa il sistema universitario nazionale. In oltre 15 anni di contrazione della spesa pubblica e mancati investimenti, l’Università italiana è stata privata di ingenti risorse sia finanziarie, per i tagli al Fondo di funzionamento ordinario, che umane, conseguenti al blocco del turn-over e alla riduzione degli organici, spesso solo parzialmente contenuta con rapporti flessibili che hanno reso l’Università ancora più precaria".

Le organizzazioni sindacali ricordano come "nel contesto europeo l’Italia è all’ultimo posto come finanziamento statale dell’Università; al penultimo posto per numero di giovani laureati e ha un terzo dei ricercatori della Germania e metà di quelli di Francia e Inghilterra, peraltro in parte in un ruolo ad esaurimento e in parte precari. Il sistema universitario italiano solo negli ultimi 10 anni ha visto una costante diminuzione del personale docente (circa il 15%) e ancora maggiore risulta essere il taglio subito dal personale tecnico e amministrativo".

Rispetto a questo quadro i sindacati sono delusi dalla bozza di legge di bilancio del 2021 che non contiene "risposte sufficienti a risolvere alcuni atavici problemi che spingono il settore universitario ad essere meno attrattivo di altri, a partire dalla sperequazione retributiva del personale, per superare la quale occorre uno specifico investimento".

La pandemia Covid-19, non ha fatto altro, conclude la nota, che far emergere con maggior forza alcune di queste criticità, "come ad esempio l’abbandono in cui versano le facoltà di medicina che formano il personale medico e sanitario da impiegare nella sanità pubblica e privata per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani. Se oggi non ci sono sufficienti medici e personale delle professioni sanitarie è perché tutta la politica sull’attività formativa in campo sanitario è stata un fallimento. A partire dall’attuazione del Dlgs n.517/99. Occorre una netta inversione di tendenza riqualificando e rifinanziando la sanità universitaria che non può essere lasciata al continuo ricatto delle Regioni".