Un fiume di persone, un cammino di memoria e giustizia. Questa mattina, alle 10.30, è partita da Marzabotto la marcia per la Palestina diretta a Monte Sole, cuore ferito della Resistenza italiana. Ad animarla sindaci, sindacalisti, associazioni, movimenti pacifisti e centinaia di cittadini comuni, tutti uniti da un obiettivo condiviso: chiedere con forza alle istituzioni italiane ed europee di intervenire contro l’operazione militare israeliana che sta devastando la Striscia di Gaza.

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Secondo gli organizzatori, diverse migliaia di persone hanno risposto all’appello, scegliendo di percorrere a piedi i sentieri che attraversano i luoghi della più sanguinaria strage nazifascista compiuta in Italia. Oltre alla partenza da Marzabotto, da cui si snoda il percorso più lungo, un secondo concentramento è avvenuto a Pian di Venola, facilitando l’accesso anche a chi non poteva affrontare l’intera marcia.

Una rete ampia di promotori e aderenti

L’iniziativa è stata promossa dal Comitato per le onoranze ai caduti di Marzabotto, dal Portico della pace di Bologna, dall’Ucoii (Unione delle comunità islamiche d’Italia) e dalla coalizione “Fermiamo le guerre”. A sostenere la mobilitazione sono stati ben 137 soggetti, tra cui numerose sezioni dell’Anpi, la Cgil, Emergency e undici Comuni emiliano-romagnoli, inclusi quelli di Bologna e Reggio Emilia.

Accanto ai cittadini figure istituzionali e del mondo culturale: la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo e il segretario della Cgil Maurizio Landini. Sul palco montato al Poggiolo di San Martino di Caprara sono attesi, nel primo pomeriggio, anche l’artista Alessandro Bergonzoni e la band Lo Stato Sociale. A partire dalle 13.30, il programma prevede un dj set, interventi politici e civili, e performance artistiche.

Salvare Gaza è salvare l’umanità

Al centro della mobilitazione, una richiesta chiara: fermare l’operazione militare israeliana e la nuova occupazione della Striscia di Gaza. “Si tratta di un’azione – denunciano gli organizzatori – che sta provocando quotidianamente la morte di civili, bloccando l’ingresso di cibo, medicine e impedendo cure a feriti, malati, donne e bambini”.

Il messaggio che attraversa i sentieri di Monte Sole è netto: “Salvare Gaza è salvare l’umanità, è credere ancora in una possibile convivenza tra palestinesi e israeliani”. Una camminata che, nelle parole del Comitato promotore, “nasce dal comune senso di giustizia e dalla necessità di chiedere fatti concreti”.

La memoria che cammina

Non è casuale la scelta del luogo: Monte Sole, teatro tra il settembre e l’ottobre del 1944 di un eccidio che costò la vita a oltre 770 civili, per mano delle truppe naziste. Camminare oggi su quei sentieri, dicono gli organizzatori, è un atto politico e simbolico insieme: unire la memoria della Resistenza alla solidarietà verso le vittime di un presente lacerato dalla guerra.

In un tempo segnato da nuove barbarie, la marcia per la Palestina a Monte Sole diventa allora non solo una manifestazione di solidarietà, ma anche un grido collettivo per un futuro di pace, giustizia e diritti.