“Abbiamo appreso la notizia della cessazione – dopo quattro anni – del contratto in staff leasing di una lavoratrice in forza nello stabilimento Recuperator, a seguito di una malattia oncologica. Le Rsu, unitamente a Fiom Cgil di Padova e Nidil Cgil di Padova, esprimono, a nome delle lavoratrici e lavoratori diretti e in somministrazione della sede di Brugine, tutta la solidarietà a Rosaria”. Inizia così – e basterebbero queste poche parole che dicono già tutto – il comunicato con cui i rappresentanti sindacali della sede del gruppo Carel nel Padovano fanno sentire la loro vicinanza a Rosaria Ferro, una operaia in somministrazione che verrà lasciata a casa dalla sua azienda, proprietà del gruppo Carel, dopo aver affrontato una malattia oncologica.

In realtà Rosaria è tornata al lavoro sulla linea di produzione, “con trapano e martello”, come ha raccontato ieri, 20 ottobre, in una intervista a Collettiva, ma il management ha optato, comunque, per la cessazione del suo impiego, adducendo come motivazione un calo produttivo che sarebbe, secondo quanto riportato dal Nidil Ticino Olona e Lombardia, smentito dall’assunzione di sei persone, tre delle quali destinate proprio al reparto di Rosaria.

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E allora tanta solidarietà, scrivono i suoi colleghi di Brugine, a una donna “che si trova a fronteggiare oltre alla malattia anche un trattamento non all’altezza di una grande azienda quale Carel. Chiediamo pertanto all’azienda di rivedere le proprie intenzioni e ripristinare la condizione lavorativa della lavoratrice”.