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È partita il 20 ottobre da Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, la “Carovana per un’economia di pace” in solidarietà con i migranti, promossa da Sbilanciamoci! e dalla Rete pace e disarmo e che si concluderà il 4 dicembre a Roma, con la presentazione della controfinanziaria di Sbilanciamoci!.
La carovana nasce da un'idea maturata al Forum de l’Altra Cernobbio, insieme alla rete pace e disarmo: promuovere durante la discussione della legge di Bilancio un'iniziativa che attraversasse l'Italia per poter spiegare ai cittadini che cosa significa oggi usare la spesa pubblica per le armi al contrario di quello che noi vorremmo, vale a dire usarla per ciò che più interessa agli italiani.
Giulio Marcon, coordinatore della Campagna Sbilanciamoci!, spiega che si tratta di una carovana per un'economia di pace, dove per pace si intende “pienezza di contenuti, un'economia fondata sul lavoro, sui diritti sulla transizione ecologica, sul rispetto delle persone e sull'accoglienza, un'economia che mette a regime politiche che siano capaci di promuovere il maggiore benessere sociale”.
Non c’è pace senza uguaglianza
Per gli organizzatori della Carovana la pace è quindi fatta “di uguaglianza, di giustizia sociale, di diritti. È il motivo per il quale andrà nei posti simbolo di un'Italia che soffre, che fa fatica ad andare avanti e che vuole maggiore uguaglianza. Faremo tante iniziative negli ospedali, nelle scuole, nelle università, nelle fabbriche, nei consultori, in tutti i luoghi che sono il simbolo di una una domanda che sale dal Paese".
“Bisogna affrontare le emergenze vere che abbiamo davanti – prosegue Marcon -, quelle di quattro milioni di persone non si curano più perché non hanno i soldi per pagarsi le analisi e la diagnostica, quelle di metà delle scuole italiane che non rispettano le normative di sicurezza, quelle delle carceri sovraffollate, del lavoro sottopagato, dei salari bassissimi. Siamo di fronte a una situazione che dovrebbe essere governata da questo esecutivo, ma che non viene affrontata”.
Un viaggio nell’Italia delle città grandi e piccole
Tra le tante tappe della Carovana ricordiamo quella a Messina contro il ponte sullo Stretto, a Campobello di Mazara con la Flai e i migranti sfruttati dai caporali, a Cassino (Frosinone) con gli operai di Stellantis, a Napoli con gli operai metalmeccanici della Cgil, all’ospedale Spallanzani a Roma con infermieri e dottori, a Cameri (Novara) dove si assemblano gli F-35, al carcere minorile di Bologna, con la Lav contro la sperimentazione sugli animali a Trieste, con i Fridays for Future a Roma per la lotta ai cambiamenti climatici, alla scuola Darwin di Rivoli (Torino) dove è crollato un tetto che ha ucciso uno studente, a Milano all’Università statale e con la Finanza etica.
E ancora a Lecco, Nerviano (Milano), Jesi, Mestre, Cuneo, Scicli (Ragusa), La Spezia, Brescia, Firenze, Trento, Venezia, Pisa, Potenza, Bari, Carini (Palermo) e in altre località.
"Il 29 ottobre andremo anche in Albania – aggiunge Marcon – nei centri di detenzione per i migranti che il governo ha voluto e per i quali ha speso centinaia di milioni di euro che, tra l'altro, non sono nemmeno stati utilizzati, per cui sono soldi buttati. Sono una testimonianza di un approccio securitario sbagliato che il governo ha avuto e sta avendo: invece di mettere in campo politiche di accoglienza, di integrazione e di diritti, si mettono queste persone in carcere o le si mette lontano da noi in centri di accoglienza che non hanno niente dell'accoglienza. Ecco, credo che questa sia una delle delle questioni fondamentali che noi dobbiamo affrontare. Purtroppo il governo tratta i migranti come nemici, come minaccia, come pericolo ed è una visione miope che non guarda al futuro del nostro Paese”.
Il riarmo contrario a pace e welfare
Per il coordinatore della campagna Sbilanciamoci! “il governo che pensa di utilizzare il Fondo Safe per avere 15 miliardi a debito per le armi è una scelta folle e irresponsabile. Nella legge di bilancio 2026 ci sono solamente briciole per il lavoro, pochi euro a vantaggio dei per i lavoratori dipendenti, la presa in giro di 500.000 euro per i centri antiviolenza, 2 miliardi e 400 milioni stanziati per la Sanità, denaro che basta a malapena a coprire l'inflazione ed è insufficiente per risolvere la questione delle lunghe liste d’attesa e assumere infermieri e dottori dei quali abbiamo una carenza drammatica".
“Le nostre priorità sono sicuramente diverse da quella che il governo si pone”, conclude Marcon, ricordando che tali priorità saranno le linee guida della controfinanziaria, la legge di bilancio della società civile che, come ogni anno, con proposte concrete e praticabili sarà presentata a Roma il prossimo 4 dicembre presso il Senato della Repubblica.