Il varo imminente del decreto del green pass obbligatorio per i lavoratori dipendenti, il fondo straordinario per sterilizzare l’aumento delle bollette energetiche, i grandi ricavi per le big pharma dovuti alle vendite del vaccino: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (giovedì 16 settembre).

“Lavoro solo con il green pass. Oggi il decreto, multe a chi non ha il certificato verde. Lite sui tamponi gratis. Salvini apre al nucleare: una centrale in Lombardia. È polemica. Misure per alleggerire la bolletta elettrica” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Green pass, è battaglia sui tamponi gratuiti. Oggi il decreto del governo che rende obbligatorio il certificato per statali e lavoratori delle aziende private. I sindacati vogliono che il costo dei test non ricada sui dipendenti. Ma Draghi: richiesta inopportuna. Fondo straordinario di 3 miliardi per frenare il caro bollette”.

Sulla Stampa si legge: “Al lavoro con l’obbligo di green pass, chi rifiuta rischia la sospensione. I sindacati ottengono il divieto di licenziamento. Ma dal quinto giorno l’assenza sarà considerata ingiustificata. Contagi a scuola, torna l’ombra della dad: già chiuse molte classi”. Tema analogo per il Messaggero: “Green pass anche in azienda. Certificato per impiego pubblico e privato: sarà sospeso dal lavoro chi ne è sprovvisto. I dipendenti Pa senza Qr Code non potranno scegliere lo smart working. Nodo tamponi”.

Il Giornale lancia “No vax senza scampo, la resa dei sindacati. Green pass anche per i privati e tamponi a carico dei lavoratori. È la stretta finale. L’obiettivo: 3 milioni di vaccinati in più. Il Papa contro i cardinali ‘negazionisti’ del vaccino”. Mentre così Libero: “Scaricabarile su tutto, la Lamorgese scappa. Si assolve sul rave party abusivo e rifila le grane a prefetti e questori. Zero scuse”.

Il Fatto Quotidiano apre con “Lavoratori! Come l’Arabia Saudita, il super green pass non ce l’ha nessuno. No tamponi gratis. Ora Draghi impone il certificato verde anche per lavorare nel privato. Respinti i sindacati pure sui test gratuiti fino a dicembre e nessun ministro obietta nulla”. Argomento diverso per il Manifesto: “Sì profit. La denuncia di Oxfam e Emergency: oltre 26 miliardi di dollari di ricavi per Moderna, Pfizer e BioNtech tassati appena al 7 e al 15%. E il 90% delle dosi di vaccino vendute ai Paesi ricchi. In quelli più poveri vaccinato l’1,4% della popolazione. Le Ong: sospendere i brevetti”.

Infine, il Sole 24 Ore: “Smart working con patto individuale. Pubblico impiego: il lavoro agile passerà dalla firma di un accordo con i singoli dipendenti. In arrivo un Dpcm che renderà ordinaria la presenza negli uffici”.

Le interviste
Senza tamponi gratuiti, il governo scarica sui dipendenti il costo della sicurezza nei luoghi di lavoro. E lo fa solo perché non riesce ad avere una linea unitaria sull'obbligo vaccinale”. Inizia così l’intervista al segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri pubblicata oggi sulla Stampa: “Se è un presidio sanitario per la sicurezza sul lavoro, il costo di questa sicurezza non può ricadere sui lavoratori. Ci hanno detto che i tamponi hanno un prezzo calmierato, ma io ho dovuto farne uno per incontrare Draghi e mi è costato 22 euro (…) Sarebbe utile rendere gratuiti i tamponi fino al 31 dicembre, in modo da avere più tempo per sciogliere questo nodo e tutti gli altri che sono ancora sul tavolo”.

Bombardieri evidenzia alcuni problemi: “Prima di tutto, non sappiamo cosa succede se un lavoratore decide di non fare il tampone. Ci hanno detto che non potrà essere licenziato, ma aspettiamo di leggere il testo della norma. Le grandi aziende sono sindacalizzate, ma nelle piccole imprese dove il sindacato non c'è? Ci devono essere controlli e garanzie”. Riguardo la possibile sospensione dal posto di lavoro, per il segretario generale Uil “si può adottare lo smart working. Nel pubblico impiego c'è già, come ci ha detto Brunetta, ma nel privato va trovata una soluzione analoga”.

Altro nodo da sciogliere è su chi farà i controlli: “Il governo non ci ha saputo dare una risposta, ma i medici aziendali hanno già detto che loro non sono deputati a farlo. Per evitare una frattura nel mondo del lavoro avevamo chiesto tempo per discuterne insieme, ma il governo non ha accolto la nostra richiesta”. Bombardieri, in conclusione, non ha escluso la mobilitazione: “Abbiamo ricordato a Draghi e ai ministri che ci sono una serie di temi che vogliamo affrontare: dalle morti bianche ai progetti del Pnrr, dalle pensioni alla riforma fiscale. Se non arriveranno risposte, il sindacato farà il suo mestiere e ci sarà una mobilitazione”.

“Questa fiammata è solo un'avvisaglia, il governo si faccia sentire in Europa”: questo il titolo dell’intervista al nuovo presidente di Federmeccanica Federico Visentin, pubblicata oggi sulla Stampa. “L’impennata del costo dell'energia è molto preoccupante, ed è solo una piccola avvisaglia”, spiega: “In Europa siamo partiti lancia in resta sul green, ma, come ripete il ministro Cingolani, non è un pranzo di gala”.

Per il rappresentante degli industriali governo e mondo politico dovrebbero accelerare su alcune questioni importanti. “Il cuneo fiscale va abbattuto, è un tema che ci portiamo dietro da anni”, argomenta Visentin: “Dobbiamo sostenere il tessuto industriale con interventi in grado di produrre effetti nell'immediato, come gli incentivi per il 4. 0. Mettere in campo azioni per superare il costo eccessivo delle materie prime e misure per gestire la transizione ecologica”.

E sul rialzo delle materie prime, in particolare, il presidente di Federmeccanica evidenzia che “mette a rischio i margini del conto economico, noi viviamo di questo. Stiamo facendo uno sforzo incredibile. Dopo il crollo di fatturato a causa del Covid, abbiamo davanti una battaglia faticosissima”. Visentin così conclude: “C'è stato un fenomeno di speculazione, ma il vero problema sono le quote dell'acciaio che sono miserrime e fanno scattare i dazi. Il governo potrebbe aiutarci anche in Europa a guidare queste dinamiche per riequilibrare il sistema”.

Gli editoriali
“Negli scorsi anni in Italia abbiamo assistito a continui tagli nella sanità che ci hanno portato al di sotto della media europea nella spesa pro capite per la salute”. Da quest’assunto prende le mosse la riflessione del presidente della Fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini, pubblicata oggi su Giorno, Resto del Carlino e Nazione. “La frenesia per i risparmi – spiega – si è tradotta talvolta in un vero e proprio paradosso, come nel caso della pulizia nelle corsie. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che tra il 5 e il 15% dei pazienti negli ospedali rischia di sviluppare infezioni causate proprio dalla degenza. Ogni anno, a livello mondiale, centinaia di milioni di pazienti sono contagiati in ospedale da microrganismi come virus, bacilli e funghi, che causano un'ampia gamma di patologie”.

Vittadini rileva che “diversi studi hanno dimostrato che gli interventi di pulizia ambientale riducono l'incidenza di queste patologie. Occorre stabilire protocolli di pulizia per garantire un elevato livello igienico negli ambienti ospedalieri, in base alle differenti aree di rischio infettivo”. Una ricerca della Fondazione per la sussidiarietà e dell'Università cattolica di Bergamo mostra invece che “la spesa per servizi d'igiene non tiene conto per niente del rischio infezioni e che era in netta diminuzione negli anni pre-Covid”.

Il presidente della Fondazione evidenzia anche un altro paradosso. “I tagli indiscriminati – argomenta – si traducono in un incremento dei costi della sanità: negli ospedali lombardi, se un'azienda ospedaliera risparmia 58.000 euro all'anno per i servizi di pulizia, ha un esborso aggiuntivo di oltre 100.000 euro per l'impennata delle infezioni”. Vittadini così conclude: “Dimenticare l'importanza dell'investimento sul capitale umano, da attuarsi attraverso istruzione e sanità, non è ammissibile alla vigilia di importanti scelte sull'uso delle risorse pubbliche”.

“Lavoro agile, no quote e più competenze”: questo il titolo dell’editoriale del presidente Inapp Sebastiano Fadda, pubblicato oggi su Avvenire. Attraverso l'applicazione delle nuove tecnologie, spiega l’economista, lo smart working “consente di migliorare contemporaneamente la produttività aziendale e il benessere dei lavoratori. A ciò si aggiunge anche la possibilità di una serie di benefici sul piano della sostenibilità ambientale e sulla qualità della vita sociale, oltre che individuale”.

Per realizzarlo, però, servono “la padronanza delle nuove tecnologie e la capacità di pianificare organicamente le fasi dei processi, i tempi, gli ambienti per il lavoro in presenza individuale e di gruppo, le modalità di leadership, le relazioni interpersonali con e tra i dipendenti, il monitoraggio dei risultati”. Ma laddove “tali capacità sono carenti, le nuove tecnologie non entreranno o vi entreranno in maniera marginale, senza modificare la configurazione tradizionale dei processi produttivi”.

Per Fadda la pubblica amministrazione italiana “è particolarmente esposta a questo rischio. Sebbene vi siano aree della Pa fortemente dinamiche e ben avviate nei processi innovativi, non si può negare la carenza diffusa di adeguate competenze manageriali”. Ci si trova, conclude il presidente Inapp, davanti a un bivio: “Ritornare ai vecchi modelli organizzativi e alle routine procedurali del passato, oppure compiere uno sforzo per incentivare con tutti gli strumenti possibili l'acquisizione di quelle competenze (sia in capo ai dirigenti sia in capo al personale dipendente) necessarie per pianificare processi innovativi basati sui modelli di smart working”.

La Cgil
L’apertura di Collettiva è dedicata all’incontro tra sindacati e governo sul green pass per i lavoratori, con il commento e le osservazioni del segretario generale Cgil Maurizio Landini.

Da segnalare anche l’approfondimento sull’imminente aumento delle bollette di luce e gas, con l’analisi del segretario confederale Emilio Miceli e le riflessioni del segretario generale Filctem Cgil Marco Falcinelli, del coordinatore delle politiche industriali e reti della Cgil nazionale Walter Schiavella e del presidente della Fondazione Di Vittorio Fulvio Fammoni.

Da non perdere sono anche l’accordo quadro firmato da Amazon e sindacati italiani (per la Cgil, la Filt) su lavoro e tutele dei dipendenti (con i contenuti dell’intesa e il commento di Landini) e il video-reportage dell’Assemblea delle delegate e dei delegati che si è tenuta ieri a Milano.

Per la rubrica Buona Memoria, il ricordo di Girolamo Li Causi, parlamentare del Pci e attivista anti-mafia.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.