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A causa del caldo rischiano il collasso gli uffici postali e i portalettere in tutta Italia. L’allarme viene dalla Slc Cgil, che si è trovata a fronteggiare, anche questa estate, la cronaca di un’emergenza annunciata. Già lo scorso anno, infatti, dietro diverse sollecitazioni da parte delle organizzazioni sindacali, Poste Italiane aveva svolto la valutazione del rischio “ondate di calore’” per i lavoratori e le lavoratrici adibiti ad attività esterne.
Caldo, misure inadeguate
L’esito della valutazione aveva prodotto una procedura di gestione che, alla prova dei fatti era però risultata ampiamente inadeguata a garantire la salute e la sicurezza di chi lavora all’esterno ed è esposto ai rischi connessi alle condizioni estreme di caldo durante il periodo estivo. Le misure normative previste sul microclima, infatti, impongono al datore di lavoro la valutazione dei rischi e l’adozione di misure per garantire la salubrità e il benessere termico dei lavoratori, sottolineando la necessità di adeguatezza della temperatura, dell'umidità e della velocità dell'aria.
Un’emergenza annunciata
“I rappresentanti di Slc Cgil e Uilposte a tutti i livelli, e i rappresentanti per la sicurezza, da mesi, ben prima che la stagione calda iniziasse, avevano denunciato l’inadeguatezza delle procedure introdotte da Poste chiedendo correttivi” commentano le organizzazioni sindacali. A partire da due aspetti di facile e immediata applicazione: l’invio automatico sui palmari dei lavoratori delle allerte per il caldo e la modifica della valutazione aziendale secondo la quale tutti i colleghi operano all’ombra.
La segnalazione automatica delle allerte
Di norma, l’apposito portale (Worklimate) invia l’indicazione di rischio moderato o alto, che fa scattare le misure di tutela. Il problema è che però non sempre la comunicazione arriva ai lavoratori, che quindi svolgono l’attività nelle consuete modalità esponendosi a rischi per la salute. Ecco perché la segnalazione automatica delle allerte servirebbe ad evitare queste situazioni.
I portalettere non lavorano all’ombra
L’altro punto cruciale è la modifica della valutazione aziendale che, incredibilmente, considera tutti i portalettere come lavoratori all’ombra, a prescindere da dove svolgono effettivamente l’attività. Questa correzione comporterebbe un aumento significativo delle giornate in cui scatterebbero le misure di cautela (pause, interdizione alla gita per lavoratori iper-suscettibili allo stress termico). Risulta, infatti, quanto mai singolare che tutti i portalettere, in giro da mane a sera per le città italiane, si muovano rimanendo sempre all’ombra.
A Milano allarme 118 negli uffici postali
L’allarme viene soprattutto dalle metropoli come Milano, dove si fa particolarmente pesante l’assenza di un piano di attività di manutenzione continuo e dinamico che permetta di non far diventare emergenza quello che può essere gestito come una prassi. “Con tanta rabbia e purtroppo come consuetudine, chiediamo un intervento serio ma soprattutto preventivo ed efficace – commenta la Slc Milano in una nota - affinché si possa ottenere un corretto funzionamento degli impianti di condizionamento presso gli uffici postali e i centri di recapito del territorio”. Il sindacato milanese denuncia inoltre il costante ricorso all’intervento del 118, che coinvolge sia lavoratori che clienti.
Poste Italiane non risponde
Ad oggi, nonostante le richieste formali di intervento, l’azienda non ha mostrato aperture al dialogo sul tema. “Non possiamo che registrare che a Poste Italiane non fa né caldo né freddo se i propri dipendenti sono esposti a rischi concreti in queste giornate di caldo terribile! – osserva la Slc nazionale in una nota - In assenza di risposte, ci attiveremo a tutti i livelli, mettendo in campo ogni iniziativa utile a tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Disagi anche per i clienti
Siamo di fronte ad un sistema di prevenzione ed intervento che non funziona, fatto di una burocrazia lenta e inefficiente ma ancor più grave di un disinteresse totale verso coloro che ogni giorno lavorano e assicurano profitti, e verso il rapporto con la clientela”.