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“Apprendiamo con forte preoccupazione e sconcerto la decisione dell’amministrazione comunale di Como di approvare un regolamento che, all’articolo 6, comma 3, esclude a priori la possibilità di concedere il patrocinio comunale a iniziative promosse da partiti, movimenti politici e organizzazioni sindacali. Una scelta che riteniamo pretestuosa, strumentale e profondamente sbagliata, nella sostanza e nel metodo”. È quanto affermano i segretari generali di Cgil e Cisl, Sandro Estelli e Daniele Magon, e il coordinatore Uil del Lario Dario Esposito.
Il patrocinio comunale è una forma di riconoscimento simbolico, che un’amministrazione concede ad attività considerate meritevoli per il loro valore sociale, culturale, educativo, sportivo o economico. Non comporta alcun onere finanziario per il bilancio comunale e si distingue chiaramente da altre forme di sostegno, come l’erogazione di contributi, la fornitura di beni o servizi o la collaborazione logistica: “Uno strumento autonomo di supporto e valorizzazione, che dovrebbe essere valutato di volta in volta nel merito delle singole iniziative”.
"Stupisce – proseguono i sindacalisti – che, mentre su altri strumenti di intervento l’amministrazione comunale esercita una piena discrezionalità politica, proprio sul patrocinio, che non comporta spese, si imponga un divieto assoluto e preventivo. Una scelta che appare contraddittoria e discriminatoria. Perché, a prescindere, tutte le attività sindacali devono essere considerate indegne di riconoscimento pubblico?
Davvero iniziative come l’assistenza agli anziani, la lotta alla violenza sulle donne, la promozione della pace, l’integrazione sociale, il contrasto alla povertà, che ogni giorno portiamo avanti con serietà e responsabilità, non sono meritevoli di sostegno simbolico? O forse, per questa amministrazione, discutere, promuovere, coinvolgere è un impiccio, un ostacolo al proprio esercizio solitario del potere?”.
Il rigetto dell’emendamento che proponeva semplicemente di limitare il divieto ai soli casi di propaganda o raccolta fondi interni per i sindacati conferma che l’obiettivo non è garantire imparzialità, ma escludere per principio chi porta istanze sociali e collettive: “Negare il patrocinio ai sindacati significa disconoscerne il ruolo democratico e costituzionale, il loro essere voce dei lavoratori, dei cittadini, dei pensionati. Significa ignorare il contributo fondamentale che danno alla coesione sociale, alla partecipazione civica, alla difesa dei diritti. Significa, ancora una volta, chiudere spazi di confronto democratico, in favore di una logica autoritaria e autoreferenziale”.
Quindi concludono: “Noi rivendichiamo il diritto delle organizzazioni sindacali di essere riconosciute per ciò che fanno e rappresentano. Rivendichiamo che ogni iniziativa sia valutata nel merito, e non discriminata per appartenenza. Rivendichiamo una città aperta, pluralista, democratica, dove nessuno venga escluso a priori. Per questo chiediamo che si torni su questa decisione grave e miope. E che si apra finalmente un confronto serio, trasparente e rispettoso su cosa significhi davvero promuovere l’interesse pubblico e costruire una comunità più giusta e inclusiva”.