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A Roma oggi (1° dicembre) presidio dei lavoratori portuali, a partire dalle 15, davanti alla sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per chiedere l’istituzione del fondo di accompagno all’esodo, come previsto dal rinnovo del contratto nazionale e da una previsione di legge. Una mobilitazione indetta da Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti.
“A oggi – ci spiega Angelo Manicone, coordinatore del dipartimento mare e porti della Filt-Cgil – non è stato riconosciuto nessuno sgravio sull'anticipo del pensionamento. Risulta impossibile pensare che persone di 65 o 67 anni possano continuare a scendere all'interno di una stiva a lavorare carbone o un altro materiale”.
Nel penultimo rinnovo contrattuale, ricorda, “abbiamo concordato con le contropartite l’istituzione di un fondo ed è stata emanata una legge che ne prevede anche il finanziamento, ma questo fondo, a distanza di cinque anni, non è stato ancora costituito”.
Manicone parla di una situazione emergenziale: “È urgente riuscire a istituire un meccanismo di anticipo per il pensionamento sia per offrire sollievo a lavoratrici e lavoratori, ma anche per dare maggiore competitività al lavoro. Inoltre c'è anche il problema della sicurezza, perché se un lavoratore è avanti con l’età, nei porti come in qualsiasi altra occupazione che prevede azioni ripetitive, tende ad abbassare l'attenzione, mentre avere i riflessi sempre pronti è fondamentale”.
Se poi, sottolinea il dirigente Filt, “aggiungiamo gli elementi di grande rischio connaturato a questo tipo di mansioni, pensiamo anche solamente ai carichi sospesi, è chiaro che una persona giovane sia più adatta e meno soggetta agli infortuni".
Fonte di criticità è anche il mancato riconoscimento del lavoro dei portuali come usurante, versante sul quale la Filt porta avanti una battaglia all’interno di quella condotta dalla Cgil nazionale. Manicone ricorda che “si tratta di una vertenza distinta e separata da quella per il Fondo, seguono due filoni diversi, ma entrambe coinvolgono lo stesso lo stesso argomento: non si può lavorare in età avanzata in una stiva o su carichi pesanti”.
“Il lavoro portuale è fondamentale e va tutelato!” è, conclude il sindacalista, “lo slogan che oggi condurrà i lavoratori convenuti da diversi porti italiani per chiedere al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concretizzare quanto previsto per legge e contratto”.
























