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La Filt Cgil nazionale esprime un giudizio critico sulla proposta di riforma del sistema portuale: “Il futuro dei porti non può essere costruito senza il contributo dei lavoratori e dei territori. La bozza di riforma rappresenta un peggioramento rispetto ai principi fondativi della legge 84/94, basata su autonomia amministrativa e finanziaria, responsabilità, sviluppo, partecipazione e trasparenza”.
Per il sindacato la riforma non affronta le vere criticità del settore, come il fondo prepensionamenti, e mette a rischio l’equilibrio costruito in trent’anni tra pubblico e privato, territori e istituzioni, impresa e lavoro.
"L’istituzione di Porti d’Italia spa – prosegue – modifica l'attuale governance multilivello che si è dimostrata finora efficiente, privando le Autorità di sistema portuale degli avanzi di amministrazione e delle principali entrate portuali. Una misura che penalizza il loro funzionamento con pesanti ricadute sui bilanci delle stesse e sulla tenuta dell'intero sistema”.
“Questa manovra - prosegue la Filt - rischia di danneggiare la funzione sociale delle Adsp e conseguentemente gli interventi previsti dalla legge anche per la tenuta occupazionale nei momenti di crisi dei traffici. Il personale non viene valorizzato con il rischio di generare esuberi e tagli, aggravando il sottodimensionamento degli enti attuali. Anche il ruolo del contratto nazionale porti viene ignorato.
Inoltre mancano interventi per migliorare la sicurezza sul lavoro nei porti, per ridurre la frammentazione degli appalti, per contrastare il fenomeno delle posizioni dominanti di potere che stanno determinando monopoli, i quali minano alla base la concorrenza e per impedire il nascere di nuovi terminal al di fuori del network delle Adsp, come nel caso di Fiumicino".
Inoltre sul piano istituzionale la riforma solleva più di un dubbio nel sindacato in merito alla sua coerenza con le competenze delle regioni in materia portuale e “anche il metodo adottato è inaccettabile, senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e senza nessun confronto preventivo”.
“A fronte di tale impianto e metodo - chiede infine la Filt Cgil - serve formalmente l’apertura immediata al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di un tavolo di confronto, con tutte le parti sociali e datoriali per arrivare ad una soluzione equilibrata e condivisa. È necessario un percorso serio, trasparente e partecipato che parta dall’applicazione piena e corretta della Legge 84/94”.