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Da 5 anni i lavoratori portuali attendono l’istituzione del fondo di accompagno all’esodo e il riconoscimento del lavoro usurante. È un impegno sottoscritto nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro e anche una previsione di legge, “ma questi due elementi non sono bastati a rendere esigibile il Fondo”, come fanno sapere la Filt Cgil, Fit Cisl Uil Trasporti indicendo una manifestazione davanti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per lunedì 1 dicembre.
"Nel frattempo – proseguono – le lavoratrici e i lavoratori, così come le imprese, stanno pagando l’accantonamento economico previsto ma, ad oggi, per un continuo rimpallo tra i ministeri competenti e l’ingiustificata assenza della politica, il Fondo non trova luce, nonostante potrebbe risolvere in parte le criticità di sistema e servire per la riqualificazione professionale, visti gli effetti che potrebbe portare l'introduzione dell'automazione e dell'Ai nelle operazioni portuali”.
Per le organizzazioni sindacali la questione non è più rinviabile, soprattutto nel mondo del lavoro portuale dove c’è anche il tema del “lavoro usurante”, con un sistema pensionistico che continua a rendere difficile il raggiungimento dei requisiti per la pensione. “Le lavoratrici e i lavoratori dei porti non possono ancora attendere invano uno strumento di cui i porti hanno un disperato bisogno perché la competitività di uno scalo marittimo si misura sull’efficienza e sulla specializzazione della forza lavoro quale principale infrastruttura di un sistema portuale. Per questi motivi – concludono – il 1° dicembre alle 15 manifesteremo per chiedere al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concretizzare quanto previsto dalla legge e dal ccnl”.























