Occhi puntati sul 25 ottobre. La macchina organizzativa della Cgil sul territorio è in moto per portare tutti a Roma domani. “Democrazia al lavoro” è lo slogan della giornata e anche la didascalia perfetta di quello che sta succedendo in tutta Italia, nelle strutture regionali come nelle Camere del Lavoro e nei luoghi di lavoro dove si susseguono le assemblee per invitare tutti alla partecipazione e spiegarne le motivazioni. Recentemente anche il segretario generale, Maurizio Landini, ha visitato il Policlinico di Bari e la sede della Bosch per confrontarsi con lavoratrici e lavoratori e invitarli al corteo.

Curci, Cgil Cremona: “A Roma per un Paese più giusto”

“Le vere priorità del Paese – spiega Elena Curci, segretaria generale della Cgil di Cremona – sono pensioni, sanità, scuola e casa. Eppure il Governo continua a ignorarle, destinando fondi al riarmo invece che ai bisogni reali delle persone. La nostra mobilitazione vuole rimettere al centro dell’agenda politica il lavoro, i diritti e la giustizia sociale. A parole si dice di voler tutelare il potere d’acquisto di lavoratrici e pensionati – conclude – ma nei fatti si fa il contrario. Il 25 ottobre saremo a Roma per rivendicare un Paese più giusto, che investa nel lavoro, nella pace e nei diritti di tutte e di tutti”.

Turcatti, Cgil Sondrio: “Dal nostro territorio saremo in tanti a Roma”

“Anche da Sondrio saremo in tante e tanti a Roma per la grande manifestazione nazionale ‘Democrazia al Lavoro’ di sabato 25 ottobre, che vedrà in piazza la Cgil e le associazioni de La via Maestra in una importante mobilitazione per la pace e per un modello di sviluppo sostenibile”, spiega Michela Turcatti, segretaria generale della Cgil di Sondrio.

Al centro il segretario generale della Cgil di Reggio Emilia, Christian Sesena

Sesena, Cgil Reggio Emilia: “No a una manovra orientata al riarmo”

Scendiamo un po’ più a sud e arriviamo a Reggio Emilia dove è prevista un’ampia partecipazione e numerosi pullman sono pronti a partire dalla provincia per raggiungere la Capitale. “Dovremo essere in tanti sabato a Roma per dire no a una finanziaria che non risolve i problemi del Paese, distribuisce ‘mancette’ attraverso interventi di maquillage sulle aliquote fiscali, continua ad affamare la sanità pubblica, incentiva l’evasione con la quinta rottamazione consecutiva delle cartelle e orienta ogni investimento sul riarmo e l’economia di guerra – sottolinea Cristian Sesena, segretario generale della Camera del Lavoro –. Chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori, alle pensionate e ai pensionati reggiani di essere con noi per far sentire la nostra voce”.

A Modena l’impegno dello Spi Cgil per portare tutti a Roma

A Modena sono stati numerosi i momenti informativi promossi in questi giorni dallo Spi Cgil in preparazione della manifestazione: insieme all’Auser, sono stati allestiti gazebo in occasione delle domeniche di ottobre a Sassuolo e in occasione dei mercati settimanali del giovedì mattina a Vignola e Carpi, del lunedì a Modena, del martedì a Castelfranco, Soliera e Campogalliano, del mercoledì a Spilamberto e Finale Emilia, e sabato scorso anche a Castelnuovo e Mirandola.

Oltre mille modenesi in piazza. De Nicola: “In questo Paese c’è un emergenza salari e pensioni”

In questo Paese c’è un emergenza salari e pensioni – afferma Alessandro De Nicola, segretario Cgil Modena –, il cui potere d’acquisto in questi anni è drasticamente calato. Il governo ci propone le solite mance con i bonus fiscali che se va bene arriveranno a 400 euro nel 2026, ma nel 2025 abbiamo pagato fino a 1.500 euro di maggiore tassazione sugli aumenti contrattuali. Per i pensionati la rivalutazione delle pensioni arriverà a 4 euro mensili. Infine – conclude il segretario – è stata aumentata nuovamente l’età della pensione: dal 2027 ci vorranno tre mesi in più.”

L'assemblea dello Spi Cgil Piacenza

Malacalza, Spi Cgil Piacenza: “Il governo la smetta di fare cassa sulle pensioni”

E proprio in preparazione alla manifestazione, si è svolta in Camera del Lavoro a Piacenza l’assemblea generale dei pensionati e delle pensionate dello Spi Cgil provinciale, un momento di confronto e di mobilitazione collettiva. “La pensione non è un privilegio, ma il frutto di una vita di lavoro – ha ricordato il segretario generale della categoria, Claudio Malacalza –. Il Governo deve smettere di fare cassa sulle spalle di chi ha già dato e tornare a investire sulle persone”.

Da Bologna oltre mille persone

Sono oltre un migliaio i bolognesi – lavoratrici e lavoratori, studenti, pensionati e pensionate, attivisti e rappresentanti di associazioni e movimenti – che hanno già prenotato un posto in treno e sui pullman che sabato 25 ottobre partiranno alla volta di Roma per la manifestazione nazionale indetta dalla Cgil che si concluderà in piazza San Giovanni. “Un ‘pubblico delle grandi occasioni’ – scrive la Camera del Lavoro in una nota –, frutto dello straordinario impegno delle compagne e dei compagni della Cgil a tutti i livelli, dalla campagna referendaria e fino alle piazze per Gaza, allo sciopero generale, per i contratti, per la difesa dei posti di lavoro, per il salario, le pensioni e lo stato sociale. Abbiamo portato le proposte della Cgil, per un fisco giusto e contro la finanziaria del riarmo, nelle assemblee nei luoghi di lavoro, nelle Leghe Spi e su tutto il territorio metropolitano. Sabato saremo in tante e tanti a Roma. E non ci fermiamo”.

Giordano, Cgil Venezia: “Non possiamo restare a guardare”

“Sabato tutte e tutti in piazza – scrive il segretario generale della Cgil Venezia, Daniele Giordano, sui propri profili social –. Non possiamo restare a guardare: è il momento di far sentire la nostra voce, di difendere i nostri diritti, di continuare a lottare per un futuro più giusto, libero e solidale”.

Magni, Cgil Genova: “Il Governo è scollato dalla realtà e pare non rendersi conto delle condizioni di vita di milioni di persone”

Anche a Genova si è lavorato intensamente per costruire l’appuntamento del 25 ottobre a Roma. “La legge di stabilità che il Governo intende approvare è dannosa perché non migliora in alcun modo le condizioni di vita di lavoratori dipendenti e pensionati. Ma non solo: la rincorsa al riarmo sottrae preziose risorse ai servizi pubblici a partire da scuola e sanità – ha detto Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro –. Sabato 25 saremo a Roma per manifestare con obiettivi precisi: chiedere una inversione di tendenza che porti a investire per la pace, il lavoro, la democrazia”.

In vista della mobilitazione di sabato 25 si stanno effettuando assemblee sui luoghi di lavoro e sono stati organizzati anche dei volantinaggi alla cittadinanza e una delegazione partirà da Genova per confluire prima in piazza della Repubblica e poi in piazza San Giovanni. “Il Governo è scollato dalla realtà e pare non rendersi conto delle condizioni di vita di milioni di persone: mentre l’inflazione galoppa, stipendi e pensioni restano al palo e – ha aggiunto il segretario – la manovra è talmente insufficiente da non convincere nemmeno Confindustria”.

Ricci, Cgil Napoli e Campania: “Il Mezzogiorno aspetta risposte: chiediamo lavoro, pace e giustizia sociale, non guerra e povertà”

“Non vorremmo fare polemiche sterili col governo né con la presidente del consiglio, ma ricordiamo a chi guida il Paese che il Mezzogiorno ha tantissime criticità e molti problemi, economici e sociali, strutturali, a cui non si danno risposte e non si programmano interventi. Basta leggere l’ultimo rapporto Inps per capire come è messa la Campania, la più importante regione del Mezzogiorno”, ha detto Nicola Ricci. “L’aspettativa di vita tra le donne è di 83 anni a fronte degli 85 della media nazionale. In Campania – osserva Ricci – solo 140 mila assunzioni sono a tempo indeterminato mentre sono 500 mila quelle precarie, tra contratti di somministrazione, stagionali, a tempo determinato o intermittente. Le retribuzioni medie sono di 84 euro al giorno per gli uomini e 63 euro per le donne, mentre nel resto del Paese sono di 108 e 80 euro. Il tasso di disoccupazione regionale è al 15,6% mentre in Italia è al 6,5%. Abbiamo un milione e 600 mila inattivi e siamo la terza regione, dopo Calabria e Sicilia, per numero di neet. Abbiamo 245 mila cittadini in Naspi e 346 mila fermi per cessata attività. In Campania – prosegue il segretario generale Cgil Napoli e Campania –utilizziamo 10 milioni di ore di cassa integrazione e abbiamo un reddito medio da pensioni di 1500 euro, a fronte dei 1950 euro che si percepiscono nel resto del Paese. Sulla sanità pubblica registriamo liste di attesa che vanno oltre gli otto mesi, occorrerebbe assumere immediatamente 16 mila addetti e per il comparto industriale abbiamo settori strategici come automotive, indotto, tessile e manifatturiero che sono in una crisi irreversibile”.

“Ci chiediamo, a fronte di questi numeri, – attacca Ricci – come la Meloni possa dire che la nostra regione si stia risollevando e che tutto vada bene. Noi crediamo ai numeri ed è per questo che sabato saremo in migliaia dalla Campania alla manifestazione nazionale promossa dalla Cgil proprio su questi temi, per chiedere a questo Governo di invertire la rotta e di destinare risorse per dare una risposta a tutte queste criticità, anziché continuare a investire in un’economia di guerra destinando il 5% del Pil all’acquisto di armamenti. Noi – conclude – chiediamo lavoro, pace e giustizia sociale, non guerra e povertà”.

Trotta, Cgil Calabria: “Il 25 ottobre è un momento di democrazia che non possiamo mancare”

“L’appuntamento del 25 ottobre è un importante momento di democrazia che non possiamo mancare – gli fa eco dal profondo Sud il segretario generale della Cgil Calabria, Gianfranco Trotta –. Porteremo in piazza tutte le nostre rivendicazioni per un Paese che rispecchi i dettami della Costituzione e che metta al centro il cittadino. La Calabria ha molto da dire visto che è tra le regioni in cui si hanno le minori aspettative di vita, una sanità pubblica raffazzonata e un alto tasso di lavoro povero, elementi che schiacciano la qualità della vita. Ad allarmare sono anche gli ultimi dati Inps diffusi nei giorni scorsi che fotografano una Calabria con indice altissimo di precarietà e in cui quasi il 30% delle aziende non ha il Durc in regola. Lavoro nero, quindi, lavoro sommerso e tanto lavoro povero. La Filcams Cgil Calabria lo ha denunciato e noi con lei ci siamo costituiti parte civile in uno dei processi che riguarda una grossa catena di supermercati in cui i lavoratori venivano sfruttati e sottopagati – spiega Trotta –. Con la Filt Cgil, invece, abbiamo denunciato il licenziamento di alcuni lavoratori che avevano osato opporsi al mobbing e al comportamento antisindacale di alcuni datori di lavoro. In Calabria i lavoratori ricattati, costretti a restituire parte della busta paga o sottopagati sono tantissimi e non possono essere ignorati”.

“Anche per quanto riguarda la stabilizzazione dei Tis la nostra attenzione resta alta. Proprio recentemente – ha proseguito Trotta – il Nidil Cgil ha chiesto un incontro al presidente della Regione e all’assessore al Lavoro per riprendere quel percorso di stabilizzazione che è stato interrotto dalle dimissioni di Occhiuto e che non può restare monco. Oggi il rischio concreto è che dal mese di novembre molti lavoratori si ritrovino senza alcun sostegno economico, senza contratto e senza tutele. Una situazione inaccettabile, che mette a rischio la continuità di un percorso di inclusione e stabilizzazione. Ecco perché abbiamo chiesto una misura tampone urgente che consenta ai tirocinanti in scadenza di continuare a percepire il sussidio fino al completamento della riorganizzazione amministrativa e politica della Regione”.

Un momento di confronto per lo Spi Cgil Calabria

Spi Cgil Calabria: “In piazza per i pensionati di oggi e… quelli di domani”

Anche lo Spi Cgil Calabria si sta dando da fare per costruire il clima che domani porterà a Roma decine di migliaia di persone. Tra le rivendicazioni della manifestazione ci sono anche i temi che preoccupano i pensionati di oggi e... quelli di domani. “Dopo promesse elettorali e continui slogan sul superamento della legge Monti-Fornero – scrive il sindacato pensionati della Cgil in Calabria –, siamo arrivati alla quarta legge di bilancio di questo governo riuscita nell’impresa clamorosa di peggiorare proprio quella legge tanto criticata, portando i lavoratori ad andare in pensione sempre più tardi e più poveri. In Calabria – denuncia la nota –, secondo i dati forniti dal Rendiconto Sociale Inps 2024, le pensioni di vecchiaia e di invalidità sono più basse rispetto alla media nazionale, mentre le anticipazioni di pensione tramite opzioni donna, Quota 103 e Ape Sociale sono crollate. Già i dati Inps resi pubblici ad agosto avevano illustrato una Calabria in cui anche chi avrebbe la possibilità di andare in pensione rimane attivo pur di vivere dignitosamente, circostanza che le pensioni attuali non consentirebbero”.

Al livello nazionale, sottolinea lo Spi regionale, la situazione è tutt’altro che rosea. “La flessibilità in uscita è stata azzerata e dal primo gennaio 2025 le pensioni sono più povere a causa della riduzione dei coefficienti di trasformazione, che subiranno un ulteriore taglio nel 2027. Confermati anche i tagli retroattivi alle pensioni anticipate dei dipendenti pubblici con la revisione delle aliquote di rendimento per le gestioni Cpdel, Cps, Cpug e Cpi. Per i pensionati non va meglio. Nel biennio 2023/2024, il taglio della rivalutazione ha determinato una perdita complessiva di 60 miliardi per pensionati e pensionate. Tagli che non potranno più essere recuperati. Una perdita fino a 9 mila euro per una pensione netta di 1700 euro. Il tutto mentre non vediamo nessuna lotta all’evasione fiscale e contributiva”.

D’Arcangelo, Cgil Taranto: “Il governo investa le risorse su salari, pensioni, welfare e fisco”

E in vista del 25 ottobre anche Taranto scalda i motori. In settimana la Cgil ha svolto la sua assemblea delle assemblee, per discutere il senso di questa giornata di mobilitazione che va oltre il “No al riarmo per delle comunità di Pace, – ha spiegato Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Camera del Lavoro –, ma è una manifestazione che dice al governo di investire le risorse su salari, pensioni e politiche sociali, politiche fiscali, se è vero, come dice Banca Italia, che nella sanità pubblica italiana, ad esempio, mancano 28 mila medici o 178 mila infermieri e prenotare una TAC o una RM magnetica è praticamente impossibile”.

“Hanno preso voti annunciando l’abrogazione della Legge Fornero sulle pensioni, – ha continuato D’Arcangelo –, mentre in realtà apprendiamo che dentro questa Finanziaria si annuncia che si andrà in pensione più tardi e che sono cambiati i coefficienti per il calcolo delle pensioni che così saranno più povere”.

“Gli italiani hanno pagato con salario e pensioni 24 miliardi in più di extragettito da drenaggio fiscale – ha detto il segretario –. Sono aumentate le tasse ma non sono aumentati i servizi e in più dalla viva voce del Ministro Giorgetti abbiamo appreso che 23 di quei 24 miliardi finiranno sul capitolo delle spese per riarmo. Riarmo che pagano lavoratori e pensionati di questo Paese”.

A Roma 3 mila pugliesi. Bucci, Cgil: “Governo sordo e miope sulla realtà del Paese”

Sono oltre tremila i pugliesi - lavoratori, pensionati e cittadini – che hanno prenotato un posto su 60 pullman organizzati dalle Camere del Lavoro e che raggiungeranno la capitale per la manifestazione “Democrazia al lavoro”, proclamata dal sindacato del quadrato rosso per reclamare interventi a partire dalla prossima manovra economica per un fisco più giusto, alzare salari e pensioni, investire su sanità e istruzione e per lo sviluppo industriale, e non destinando le risorse al solo all’industria della difesa. “Un governo sordo e miope – ha continuato in assemblea Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia –,  che continua a raccontare che il lavoro cresce e che il Paese cresce, ma la realtà è un’altra e noi la tocchiamo con mano stando nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, dove ci sono lavoratrici e lavoratori che, malgrado abbiano uno stipendio, sono più poveri e non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Anche la Puglia ha raggiunto livelli di povertà altissimi, peggiorata anche dal mancato rinnovo dei contratti e assoluta mancanza di politiche di welfare”.

Questo governo festeggia i suoi tre anni in carica senza aver mantenuto una sola promessa fatta in campagna elettorale – afferma la segretaria –. Ricorderete le pensioni minime a 1000 euro, basta accise sui carburanti, l’abolizione della Fornero, l’Iva a zero sui beni di consumo primari. Hanno fatto e continuano a fare cassa sui poveri: hanno iniziato abolendo il Reddito di cittadinanza, si oppongono a ipotesi di salario minimo, aumentano l’età pensionabile, disinvestono su sanità, istruzione, welfare pubblico – che per le persone che vivono con salari da fame sono l’unico strumento di protezione sociale – e intanto alleggeriscono il fisco per i redditi più alti, procedono con condoni a favore di evasori e furbetti, dirottano le risorse per le lobby delle armi”.

Una manifestazione della Cgil Bat

Valente, Cgil Bat: “Scendiamo in piazza contro una ‘Finanziaria di guerra’”

Restiamo in Puglia. Dalla Bat, la provincia costituita dai territori di Barletta, Andria e Trani, sono previsti dieci pullman, forse qualcuno in più. “Scendiamo in piazza contro una ‘Finanziaria di guerra’, per chiedere l’aumento di salari e pensioni, dire no al riarmo e alla precarietà, chiedere investimenti su sanità e scuola, risposte sul tema della casa e sul sociale. Pretendiamo una riforma fiscale equa, che faccia pagare chi ha di più e liberi risorse per chi vive di lavoro. Ci mobilitiamo – ha detto Michele Valente, segretario generale della Cgil Bat – ancora una volta per la pace e per un modello di sviluppo sostenibile. Ci mobilitiamo perché, se è vero come è vero, che la Puglia ha il più alto tasso di povertà relativa in Italia e che c’è stato persino un peggioramento rispetto agli anni precedenti, come sostiene l’Istat, risulta chiaro ed evidente che qualcosa non funziona e gli interventi per il Mezzogiorno non sono sufficienti”.

Nel Lazio oggi una persona su tre è a rischio povertà

“Anche nel nostro territorio – scrive in una nota la Cgil di Roma e del Lazio – crescono disuguaglianze, precarietà e povertà, e la crisi economica si traduce ogni giorno in minori tutele e dignità e disegna un quadro drammatico. Nel Lazio oggi una persona su tre è a rischio povertà: in cinque anni, dal 2019 al 2024, il tasso è salito dal 21% al 30,1%, pari a 500 mila persone in più. Tra il 2020 e il 2024 le denunce di malattia professionale sono aumentate del 90,8%, mentre da gennaio a luglio 2025 si contano 17.322 infortuni sul lavoro, +11,79% rispetto all’anno precedente: il Lazio è maglia nera nazionale per incremento degli incidenti. Nel frattempo, i salari perdono valore: nel 2025 le retribuzioni nominali sono cresciute del 10% rispetto al 2021, ma il potere d’acquisto reale è crollato del 9%. Nei primi sei mesi del 2025 solo il 15% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato. Il fiscal drag ha sottratto ai cittadini del Lazio 3,3 miliardi di euro tra il 2022 e il 2024, circa 300 euro l’anno a persona, e il 70% dei contribuenti con redditi fino a 28 mila euro non riceverà alcun sostegno. Anche il tessuto produttivo è in difficoltà: nel primo semestre 2025 l’Inps ha autorizzato 15,5 milioni di ore di cassa integrazione, con un incremento del 14% rispetto al 2024. Tra i giovani la situazione è drammatica: a Roma i neet tra i 15 e i 29 anni sono aumentati del 31% in un solo anno, mentre a livello regionale la crescita è dell’11,2%. Anche la casa è sempre più un’emergenza: dal 2019 gli affitti sono aumentati del 40% e i prezzi di acquisto del 10%. Le famiglie si indebitano di più: i debiti rappresentano oggi il 56% del reddito disponibile e cresce del 5,7% la richiesta di prestiti per spese essenziali”.

Durante, Cgil Sarda: “Dall’Isola oltre mille a Roma per chiedere una netta inversione di tendenza”

Partiranno in oltre mille dalla Sardegna, già oggi, 24 ottobre, per partecipare alla mobilitazione nazionale a Roma, con l’obiettivo di cambiare le scelte del Governo Meloni che, con la manovra finanziaria, ancora una volta, penalizza lavoratori e lavoratrici, giovani, pensionati e pensionate. Il viaggio inizierà nel pomeriggio, quando da Sud a Nord dell’Isola le diverse delegazioni saliranno in treno e bus verso il porto di Olbia, dove, alle 22.30 si imbarcheranno sulla nave per Civitavecchia. Altri arriveranno nella capitale in aereo.

“Chiediamo una netta inversione di tendenza – ha detto il segretario generale della Cgil regionale Fausto Durante – ancor di più in una regione come la Sardegna dove tutti gli indicatori e le storture del sistema nazionale si riflettono in modo devastante”. Il riferimento va alle diverse crisi industriali che il governo nazionale non sta risolvendo affatto, alla condizione salariale e delle pensioni, che registra i valori fra i più bassi d’Italia, allo smantellamento sostanziale dei servizi pubblici che acuiscono lo spopolamento delle aree interne: “Si tratta di problematiche mai risolte, aggravate dalla condizione di insularità che, seppure inserita come principio in Costituzione, non trova adeguate risposte, come dimostra, oltretutto, l’attuale deficit di entrate trasferite dallo Stato”. Ecco perché nell’Isola la mobilitazione è vissuta con grande partecipazione e, nonostante il limite dei trasporti che purtroppo incide sui numeri, un’ampia delegazione ha scelto di essere presente a Roma. 

Canzoneri, Cgil Trapani: “In piazza per il lavoro, la sicurezza e il rispetto dei diritti”

La Cgil Trapani sarà presente domani a Roma. “Porteremo in piazza – dice Liria Canzoneri, segretaria generale della Camera del Lavoro – le questioni che affliggono e soffocano lo sviluppo del territorio trapanese che chiede, anzitutto, lavoro, sicurezza e rispetto dei diritti. Registriamo un alto tasso di disoccupazione e di lavoro precario, irregolare e sommerso, specie nei settori dell’edilizia e dei servizi, una realtà che va fatta emergere e contrastata”.

“La città di Trapani – prosegue – sta subendo una sorta di militarizzazione a scapito dello sviluppo. L’area dell’ex aeroporto di Milo, dove avrebbero dovuto realizzare l’interporto, designata dal Ministero della Difesa come area militare, fermerà il piano di sviluppo urbano. Riteniamo, invece, che il nostro territorio necessiti di investimenti mirati alla crescita economica, produttiva e infrastrutturale”.

In pullman o treno anche dal Friuli Venezia Giulia

A Roma arriverà in forze anche la Cgil del Friuli Venezia Giulia: all’alba le partenze dei pullman che raggiungeranno la capitale da tutte le province, ma sono diverse centinaia i lavoratori e i pensionati che raggiungeranno la capitale in treno. Il corteo partirà nel primo pomeriggio da Piazza della Repubblica per raggiungere Piazza San Giovanni, sede del comizio, che sarà concluso dal segretario generale Maurizio Landini.

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