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Lavoratori agricoli costretti a lavorare fino a 15 ore al giorno, con turni estenuanti di 11-12 ore, pagati 2,70 euro l’ora, una cifra ben al di sotto dei minimi contrattuali. È un sistema di sfruttamento e di ricatto molto radicato, quello che si è delineato nelle campagne di Napoli e Caserta e dell’Agro aversano-Villa Literno grazie alle indagini della Procura della Repubblica di Napoli Nord. Il bilancio dell’operazione è di quattro indagati, sequestrati 4 furgoni e oltre 540mila euro, considerati profitto del reato.
Prata, Flai Campania e Napoli: è l’ora di riconoscere la dignità del lavoro
“Se da un lato la cucina italiana viene riconosciuta come patrimonio dell’Unesco dall’altro – dichiara Igor Prata, segretario generale Flai Cgil Campania e Napoli – si manifesta una realtà interna fatta di profonda disumanità che mina le fondamenta stesse di questa eccellenza: lo sfruttamento dei lavoratori della terra. Crediamo sia giunto il momento di bilanciare la rivendicazione dell’eccellenza produttiva con il riconoscimento della dignità e del rispetto del lavoro. Gli strumenti esistono, bisogna applicare la legge 199/2016 che all’articolo 8 comma 4 parla di indici di coerenza del comportamento aziendale. Le imprese devono dichiarare la quantità e la tipologia di manodopera che impiegano e questa deve essere coerente alla lavorazione svolta. Tali indici dovrebbero anche diventare un criterio per l’erogazione dei contributi pubblici”.
Della Corte, Flai Caserta: applicare la legge contro il caporalato
Sulla stessa lunghezza d’onda Tammaro Della Corte, segretario generale Flai Caserta: "Bassi salari, irregolarità contrattuali, precarietà abitativa sono elementi ben presenti nel tessuto produttivo agricolo del territorio, come da tempo denunciamo. Con le nostre attività di sindacato di strada abbiamo dimostrato negli anni le storture di un sistema che schiaccia i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Urge sempre più dare totale applicazione alla legge 199/2016. Per questo è urgente rilanciare la Sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità, come strumento concreto di incontro tra parti sociali e istituzioni per elaborare pratiche di prevenzione del caporalato e dello sfruttamento. Non è assolutamente più accettabile che la filiera agricola si basi sullo sfruttamento e sulla negazione della dignità dei lavoratori".
Guaraldi, Flai: la nostra cucina patrimonio dell’umanità quando estirpa caporalato
"Ancora una volta ci troviamo di fronte al paradosso dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano: fiore all’occhiello del Made in Italy, pilastro della nostra cucina da poco riconosciuta Patrimonio dell’umanità, settore trainante del Pil e dell’export e contemporaneamente uno dei settori più esposti a illegalità, abusi e sfruttamento su lavoratori e lavoratrici. Siamo stanchi di chiedere l’applicazione delle norme e di commentare con sdegno vicende di caporalato, ricatti, lavoro nero come quella emersa ieri nelle campagne di Napoli e Caserta”. Lo dichiara la segretaria nazionale della Flai Cgil Silvia Guaraldi, commentando i fatti.
"Spesso ci sentiamo dire che si tratta di episodi marginali – prosegue Guaraldi -. Non è così, sono cronaca quotidiana e ribadiamo la necessità di applicare le straordinarie norme che abbiamo in tema di contrasto allo sfruttamento. Si applichi integralmente la legge 199/2016, si istituiscano e si facciano funzionare davvero le Sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità, si dia vita agli indici di coerenza citati nella legge 199 e li si renda vincolanti per l’accesso a finanziamenti e bandi pubblici. La nostra cucina sarà davvero patrimonio dell’umanità solo quando le macchie della disumanità subita da lavoratori e lavoratrici saranno cancellate definitivamente”.






















