I sindacati hanno espresso profonda preoccupazione e disapprovazione in merito alla conferma, da parte del Gruppo Gedi, della trattativa in corso per la cessione de La Repubblica, La Stampa e delle altre attività editoriali al gruppo greco Antenna della famiglia Kyriakou.
Le testate del gruppo Gedi con la loro lunga storia, hanno svolto un ruolo cruciale nella formazione del dibattito pubblico e nell'informazione di qualità. La Repubblica, La Stampa, L'Espresso e gli altri nomi del Gruppo hanno accompagnato e raccontato la crescita democratica dell'Italia, affrontando temi fondamentali per la società e contribuendo a dare voce alle istanze della popolazione.
“La decisione di cedere questo patrimonio editoriale non può essere giustificata da meri criteri di profitto. – scrivono Slc, Fistel Cgil e Uilcom Uil –  Si tratta di un attacco diretto a un settore che ha già subito troppi tagli e che, in un momento di crisi come quello attuale, ha bisogno di investimenti e di visione, non di dismissioni”. 

Slc, Fistel Cgil e Uilcom Uil giudicano la scelta del Gruppo irresponsabile, perché “la cessione non è supportata da un chiaro e nitido progetto industriale, né tanto meno da uno editoriale e questo porta con sé un serio e concreto rischio per la salvaguardia dell’occupazione. Di fronte a un'operazione che ridisegna il panorama informativo nazionale, la nostra principale e inderogabile priorità è la salvaguardia dei livelli occupazionali e il mantenimento delle condizioni per tutti i lavoratori e le lavoratrici coinvolti: per questo chiediamo che l'attuale proprietà fornisca chiare garanzie sul mantenimento di tutte le professionalità presenti in azienda”.

Le organizzazioni sindacali respingono qualunque ipotesi di esuberi o di di riorganizzazione penalizzanti per i dipendenti e ribadiscono l’esigenza di avviare un confronto immediato. 

“Facciamo appello a tutti i lavoratori del settore e a tutte le forze politiche affinché si uniscano in una battaglia per la salvaguardia di Gedi e del suo perimetro occupazionale.
Chiediamo alla proprietà di convocare immediatamente un tavolo per dire finalmente la verità sulle sorti del gruppo e per discutere di un piano di rilancio che valorizzi il patrimonio editoriale e garantisca le persone che vi lavorano”.