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Una vera e propria prova muscolare quella che ha portato a una svolta positiva nel riconoscimento di diritti e tutele per la categoria degli arbitri. Dopo un percorso, cominciato con l’istituzione di una sezione ad hoc dentro alla Slc Cgil, arriva la buona notizia: il Senato ha accolto l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza di governo, per "promuovere e sostenere la piena affermazione del diritto alla rappresentanza e alla contrattazione collettiva degli arbitri".
La Slc Cgil ha dichiarato il proprio apprezzamento: “Apprendiamo con soddisfazione l'accoglimento in Senato dell'ordine del giorno” relativo a quelli che sono degli “operatori essenziali del sistema sportivo”. Nel mese di luglio il Coordinamento Nazionale Arbitri del sindacato era stato audito presso la VII Commissione Cultura e Sport della Camera dei Deputati, proprio nell’ambito dell’esame del Decreto legge sullo sport in via di conversione in Parlamento.
”Slc Cgil auspica che a questo punto la Federazione italiana gioco calcio non continui a sottrarsi al confronto – prosegue la nota del sindacato - e che il presidente Gabriele Gravina risponda alla richiesta d'incontro inviata insieme a Fistel Cisl e Uilcom Uil da oltre un mese”. Ad oggi, la Federazione non ha fornito alcuna risposta, un atteggiamento definito “incomprensibile e contrario ai principi di corrette relazioni industriali”.
La categoria degli arbitri ogni anno garantisce il regolare svolgimento di oltre 570 mila partite di calcio in tutta Italia. Come ricordato dal sindacato, la norma di cui all’art. 583-quater del Codice Penale, che ribadisce le sanzioni per le violenze contro gli arbitri, era già presente nell’ordinamento. Tuttavia, è rimasta inapplicata a causa di una colpevole disattenzione di tutti gli attori del sistema sportivo. Questa è una delle ragioni per cui, avere una rappresentanza sindacale e avviare un percorso di contrattazione collettiva, permetterebbe a questi professionisti di sentirsi maggiormente tutelati, anche sul fronte della sicurezza.
Con l’entrata in vigore del Decreto legislativo 36/2021 è stato finalmente riconosciuto agli arbitri lo status di lavoratore sportivo, ma ora è necessario tradurre questa definizione formale in diritti concreti: compensi adeguati, contratti chiari, tutele previdenziali e pieno riconoscimento dei diritti sindacali.