888 aziende agricole controllate dai carabinieri: 468 sono state trovate irregolari, pari al 52,70 per cento. È il risultato della campagna di vigilanza per contrastare le condotte illecite connesse al lavoro nel settore agricolo, messa in atto in tutta Italia in undici giorni, dal 31 luglio all'11 agosto.

Un’attività ispettiva che ha verificato 3.601 posizioni lavorative: 729 sono risultate irregolari (pari al 20,24 per cento), di queste 196 riconducibili all'impiego di manodopera in nero (il 26,88 per cento delle 729 irregolari). Tra le posizioni verificate, 1.557 riguardano lavoratori extracomunitari, di cui 79 impiegati in nero, mentre 30 sono risultati clandestini. 19 sono stati i minori trovati sui luoghi di lavoro, 9 in nero.

Pochissime ispezioni

“Sebbene il tasso di irregolarità sia inferiore rispetto a quello rilevato nelle ispezioni straordinarie del 2024, effettuate a luglio subito dopo la morte di Satnam Singh nelle campagne dell’Agro Pontino, il dato continua a gridare vendetta – commenta Silvia Guaraldi, segretaria nazionale Flai Cgil -. Parliamo del 52,7 per cento con un calo del 13,75. A mio avviso questa fotografia ha poca aderenza con la realtà. Fermo restando che bisogna aspettare il consolidato, il numero dei controlli rimane irrisorio: stiamo parlando di meno del 2 per cento delle aziende ispezionate, che sono complessivamente quasi 170 mila, e di meno dell’1 per cento dei lavoratori, che sono circa 1 milione. Quello dei minori, poi, trovati a lavorare nei campi anche a nero, fa accapponare la pelle, sebbene non ci siano dettagli”.

Maggiore coordinamento

“Una nota positiva però c’è – aggiunge Guaraldi -: ho l’impressione che si sia fatto un passo in avanti nell’uso interforze nei controlli in agricoltura. Andare nei campi a verificare le condizioni dei lavoratori è un’attività diversa dal fare le ispezioni in un bar, perché la situazione non è mai cristallizzata. In questo caso mi sembra che ci sia stato un coordinamento a livello nazionale con un coinvolgimento dei territori”.

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Le ispezioni sono state effettuate da squadre composte dai carabinieri dei reparti territoriali e personale specializzato del comando carabinieri per la tutela del lavoro, e sono state precedute da una consultazione e un’analisi dei dati presenti nei database dei carabinieri, per individuare le aziende potenzialmente a rischio.

Sospensione dell’attività

A cosa hanno portato questi controlli? A 113 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale (il 12,72 per cento delle 888 aziende ispezionate): 51 per lavoro nero, 50 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, 12 per entrambe le ipotesi.

“Mi lascia perplessa questo provvedimento, la sospensione dell’attività imprenditoriale – prosegue Guaraldi -. La legge 199 sul caporalato prevede l’amministrazione giudiziaria, che per un’azienda agricola diventa fondamentale: non puoi aspettare due mesi, il raccolto va avanti, non si può fermare perché a seguito di un’ispezione si sospendono le attività. Questo è anche uno dei motivi per cui i lavoratori hanno difficoltà a denunciare e a fare vertenza, perché rischiano di perdere il lavoro, e questo è un fattore deterrente”.

Denunce e ammende

A essere denunciate sono state 470 persone, per diversi reati: caporalato, violazioni del testo unico sull'immigrazione, della normativa su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, somministrazione fraudolenta di manodopera.

E ancora: sanzioni e ammende per 4,230 milioni di euro, un locale fatiscente adibito a dormitorio dei lavoratori sfruttati sequestrato a Perugia.

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