Si annuncia una maxi-inchiesta della Procura di Roma contro i siti sessiti. Ben venga, e meglio tardi che mai. Tardi, sì. Perché le cronache raccontano che è almeno un decennio che alcuni di questi siti affollano la sfera digitale, eppure nulla è stato fatto. Almeno finché alcune donne “famose”, politiche, giornaliste, artiste, hanno pubblicamente denunciato, scoperchiando un vaso infausto e vergognoso. Perché la voce delle donne “comuni”, che pure avevano denunciato, non era servita. Anche questa è violenza. Oppure no?

Altro che libertà di espressione

Che nessuno si sogni di appellarsi all’articolo 21 della Costituzione, scolpito su carta per difendere la libertà di informare, di esprimersi, e di essere informati. Questi siti sono una forma moderna e digitale dell’antichissima violenza maschile contro le donne, figlia di un patriarcato che non si riesce a sconfiggere e superare. A mettere le cose in ordine è Lara Ghiglione, segretaria nazionale della Cgil: “Questi siti non hanno nulla a che vedere con la libertà di espressione e tanto con l’autodeterminazione delle donne: sono fabbriche di sfruttamento, che perpetuano stereotipi sessisti e normalizzano la violenza, esponendo le donne a rischi concreti di ricatto, stalking e isolamento sociale”.

Potere, potenza

Che idea di relazione è quella di un marito, di un compagno che espone le immagini della partner agli occhi ludibri, violenti di altri uomini? Che idea di potere è quella di chi usa parole di odio e sessiste per commentare fotografie rubate ed esposte? “La violenza digitale è una violenza reale - aggiunge Ghiglione - colpisce i corpi, le relazioni, il lavoro, la salute delle donne. È una delle nuove frontiere del patriarcato, che tenta di controllare e zittire le donne con la paura e con la vergogna”.

Vero e proprio mercimonio

C’è chi esibisce il corpo di donne, c’è chi guarda e usa parole violente, c’è chi guadagna, e tanto, sui corpi delle donne esposte alla violenza. E il frutto malato di questo mercimonio è il perdurare di discriminazioni. Sono gli ultimi dati Istat sull’occupazione a certificare che il numero di donne occupate nel nostro Paese, già il più basso di Europa, è pure diminuito, segregate nei settori del mercato del lavoro a più basso valore aggiunto, e con un permanente gap salariale. Questi dati non fanno che consolidare una cultura, che vuole le donne oggetto del desiderio e del potere maschile.

Innanzitutto chiudere

Certo quei siti vanno chiusi e gli ideatori, i gestori e anche chi della violenza e dei discorsi di odio ha fatto la propria azione quotidiana vanno perseguiti e sanzionati a norma di legge. Afferma a tal proposito la segretaria confederale: “Per questo chiediamo un impegno urgente e concreto per oscurare e perseguire queste piattaforme, ma questo non basta”. Certo che non basta, in gioco c’è la libertà delle donne, è questa, e la loro volontà di autodeterminazione, che è insopportabile a questi figli del patriarcato. Ed è proprio questa libertà che va riconosciuta, accettata e difesa.

La cultura del rispetto

“È necessario un forte investimento per promuovere la cultura del rispetto, per educare alla sessualità e all’affettività consapevole, per contrastare la cultura patriarcale che oggettivizza le donne e le marginalizza trasformandole in corpi da esibire a sfruttare”. Educare e formare, parole chiave fondamentali eppure il ministro Valditara – di istruzione e formazione dovrebbe occuparsi - continua a impedire che l’educazione alla sessualità diventi materia curricolare, brandendo però il voto in condotta come una clava. Chissà cosa c’è di educativo e formativo in tutto ciò. Ma è appunto la libertà femminile, che un po’ fa paura e un po' va contro l’ideale di donna, che questo Governo vorrebbe poter affermare: poche forti e affermate, tante a incarnare lo stereotipo di “donna, italiana, madre, cristiana”.

La conclusione di Ghiglione è netta: “La prima risposta dovrebbe arrivare dal Governo che invece pensa solo a inasprire le pene e contrarre spazi di libertà delle donne, in nome di una sicurezza finta e strumentale”.

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