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Aumentano i canoni di locazione in Italia, in particolare per effetto dell’adeguamento all’indice Foi, famiglie di operai e impiegati, che è salito dell’1,4 per cento nel mese di agosto e ha fatto fare un salto agli affitti.
Più 312 euro all’anno a Milano, che corrisponde a un impatto mensile di 26 euro, più 216 a Roma, pari a 18 euro al mese, più 240 a Firenze, ovvero 20 euro al mese, più 204 a Bologna, ossia 17 euro mensili. Questo l'incremento medio dei costi di locazione sui contratti a canone libero 4 più 4 nelle principali città italiane, che sta pesando significativamente sui bilanci familiari.
“Anche se possono sembrare aumenti modesti su base mensile – dichiara Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia, il sindacato degli inquilini della Cgil -, questi rincari hanno un effetto cumulativo che incide notevolmente sul potere d'acquisto dei lavoratori, già sono colpiti da costi abitativi che erodono parte consistente dei salari che non aumentano da tempo, specialmente per le fasce di reddito medio-basse. Questo trend è particolarmente preoccupante perché rende sempre più difficile per molte famiglie sostenere le spese necessarie per vivere dignitosamente nelle nostre città”.
Per fare fronte a un’emergenza abitativa che va aggravandosi, il Sunia ribadisce la necessità di interventi urgenti e strutturali. Innanzitutto il blocco degli adeguamenti Istat nei contratti a canone libero, almeno nei comuni ad alta tensione abitativa, poi il rilancio dei contratti a canone concordato con incentivi fiscali e disincentivi dei contratti a canone libero. Inoltre, il sindacato sottolinea la necessità di rifinanziare il fondo nazionale per il sostegno alla locazione e il fondo morosità incolpevole con 900 milioni di euro. E un piano straordinario per l’edilizia pubblica e sociale, a canone sostenibile, con investimenti opportuni e tempi brevi.
“In assenza di politiche abitative coerenti e strutturate – prosegue Chiappelli -, si rischia di alimentare un’emergenza sociale silenziosa ma crescente, che coinvolge giovani, famiglie, pensionati e lavoratori precari. Il diritto all’abitare deve tornare al centro dell’agenda politica nazionale con misure concrete che non vedano più la casa semplicemente come un investimento immobiliare, ma come un bene primario da tutelare perché non può e non deve essere nel nostro Paese un privilegio per pochi”.