Sulle prime pagine
La Superlega del calcio vince il campionato delle prime pagine e batte tutto il resto, Covid 19 compreso. I maggiori quotidiani nazionali aprono infatti sullo scontro che vede coinvolti tre club italiani, il governo e la Uefa. Le squadre che vogliono stare al gioco accettando il sostegno della banca americana Jp Morgan (350 milioni per i club) devono risolvere prima di tutto i loro problemi di bilancio. I titoli sono fantasiosi. Si va dalla “Superlega che spacca il business del calcio (ma piace alle Borse)” del Sole 24 ore, al “Colpo di stadio” del manifesto. Il Corriere della Sera è patriottico: “Superlega, l’Italia fa muro”. Repubblica più europeista: “L’Europa alla guerra del calcio”. Il presidente Draghi pensa che bisogna preservare “merito e solidarietà” per salvare le competizioni nazionali e cerca di lavorare ad una difficilissima mediazione tra forze opposte. Il progetto Superlega – sintetizza infatti Repubblica – promosso da dodici club investe l’Europa. L’Uefa minaccia, (si deciderà venerdì), di escluderli immediatamente dalle coppe. La Lega di A chiede di eliminare dal campionato Juventus, Inter e Milan. Il Messaggero cerca di resistere alla tendenza generale dando importanza ai problemi della scuola (“Riapre chi può farlo”), ma non rinuncia in prima pagina a dare spazio al calcio con una notizia secca: a causa delle scelte sulla partecipazione alla Superlega ad agosto le big del calcio italiano potrebbero essere espulse dai campionati. Per La Stampa “La Superlega fa esplodere il pallone”: dopo Johnson e Macron anche Draghi dice no: “Difendere i campionati”. Ma la Juve con Agnelli ribadisce la sua volontà di andare avanti. L’altra notizia che conquista le prime pagine riguarda “il caso Grillo”, ovvero il padre che difende il figlio accusato di stupro. Lo show dell’inventore dei Cinque Stelle pare però ritorcersi contro lo stesso Beppe Grillo su cui ora si scatena la bufera delle polemiche. Sulla scuola, oltre al Messaggero è anche il Corriere della Sera a cercare di tenere alta l’attenzione: “Le Regioni frenano sulle scuole aperte: i trasporti nel caos” (a pagina 10 con richiamo in prima). Interessante la finestra centrale della prima pagina de La Stampa che pubblica una foto con un gruppo di infermieri dell’ospedale Di Venere di Bari che mostrano la scritta “ddl Zan” sulle loro tute anti Covid. Per quanto riguarda il contrasto alla pandemia il quotidiano torinese titola sui dubbi di Mantovani (“Ancora pochi vaccini, le riaperture preoccupano”) e sull’annuncio di Giovannini: “In settembre cambieranno gli orari di scuole e uffici”. (l’intervista al ministro delle infrastrutture e a pagina 12, vedi più avanti).  E’ invece di ieri l’accordo sempre con il ministro Giovannini sui cantieri. Nel bailamme delle notizie calcistiche e di cronaca viene messa in secondo piano le notizie più importanti del giorno, la ripresa del dialogo tra governo e parti sociali sul Recovery Plan (ore 12) e il nuovo incontro tra governo e Regioni sulle riaperture (oggi pomeriggio alle 17). Intanto sulla scuola continua il braccio di ferro. “Servono tracciamenti, anche a campione, riprendere subito la campagna di vaccinazione sugli insegnanti e rinnovare i protocolli di sicurezza”, ha detto ieri il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, secondo il quale al momento per la riapertura “mancano le condizioni reali”. A pronunciarsi sarà, probabilmente già oggi, il Cts: che dovrebbe dare indicazioni sanitarie sulla riapertura, specificare i contenuti di eventuali nuovi protocolli, sbilanciarsi sulla possibilità di test a campione, cioè su una soluzione decisamente blanda rispetta a quella invocata da presidi e sindacati. Alla scuola è dedicata l'apertura oggi di Collettiva.it (vedi più avanti): La Flc Cgil chiede al governo di riconsiderare la decisione di prevedere un rientro al 100% a partire dal 26 aprile. Occorrono interventi su trasporti, classi pollaio e tracciamento dei contagi. Riprendere immediatamente la campagna di vaccinazione del personale.

Oggi a Palazzo Chigi con Draghi
Cgil, Cisl e Uil tornano a palazzo Chigi a quaranta giorni di distanza dall'ultimo incontro. Il presidente del Consiglio Mario Draghi incontrerà infatti le parti sociali nell'ambito del confronto sul Recovery plan: alle 12 toccherà a ai segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri senza delegazioni ma in presenza; alle 17 al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi e alle altre associazioni datoriali. L'ultima volta fu per firmare il patto sulla pubblica amministrazione con il ministro Renato Brunetta. Oggi i sindacati chiederanno a Draghi di essere coinvolti nella governane dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per monitorare le procedure, i tempi e la trasparenza. La richiesta è di affiancare ad ogni progetto la sua ricaduta occupazione. I tempi molto stringenti per la consegna del Pnrr a Bruxelles non consentiranno ovviamente una ridiscussione del contenuto, ma Landini, Sbarra e Bombardieri puntano a chiedere risorse ulteriori, soprattutto per rilanciare la sanità pubblica. Questa sera il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sarà ospite della trasmissione Di Martedì su La 7 alle ore 21,30.

Ieri il giudizio sul Def
“Il lavoro è il punto critico del Documento di economia e finanza appena varato dal governo: si dovrà aspettare il 2024 per vedere una diminuzione della disoccupazione. Non possiamo attendere tre anni per introdurre misure straordinarie, è necessario intervenire subito con un Piano per la piena e buona occupazione”. Lo ha detto ieri la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi nel corso dell’audizione sul Def nelle commissione congiunte Bilancio di Camera e Senato. (Per leggere l’analisi completa della Cgil sul Def il pdf sul sito Cgil). Su Collettiva l’intervista a Gianna Fracassi a cura di Roberta Lisi prima dell’audizione:
“Il nostro Paese scommette sulla crescita, ma solo attraverso le risorse contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con le risorse nazionali – ha spiegato la dirigente sindacale – bisogna realizzare un Piano straordinario che, in sinergia con le misure attese sul versante degli ammortizzatori sociali universali e della formazione, possa dare soluzioni occupazionali immediate ai lavoratori più colpiti, giovani e donne, e ridurre le differenze territoriali in termini anche di qualità del lavoro. Una ripresa fondata sulla precarietà non è accettabile”. “Per far ciò – prosegue Fracassi – è essenziale una riforma fiscale complessiva che affronti le diseguaglianze fiscali. Il tema del sostegno alle misure espansive nazionali attraverso interventi fiscali redistributivi è esplicitamente evidenziato da importanti istituzioni internazionali. Purtroppo, non c’è traccia di tale dibattito nel nostro Paese, lo stesso Def posticipa la riforma fiscale nel secondo semestre 2021 e le misure ad oggi messe in campo vanno in direzione diversa”.
Per Gianna Fracassi “le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza devono trovare adeguato sostegno nella spesa corrente per renderle esigibili, in particolare quelle legate alla infrastrutturazione sociale, centrali per garantire equità e rispondere alle disuguaglianze sociali e territoriali”. Inoltre, la vice segretaria generale della Cgil ritiene condivisibile l’obiettivo di anteporre investimenti e rigenerazione e quindi sviluppo del Paese ai target del Patto di Stabilità, ma “sottolineiamo, ancora una volta, che gli obiettivi di crescita senza una politica industriale governata e un ruolo da protagonista dello Stato rischiano di rafforzare le disuguaglianze territoriali a partire dal Mezzogiorno, non affrontare le crisi industriali in atto e non definire compiutamente la specializzazione produttiva dell’Italia”. “Naturalmente tutto ciò non potrà prescindere – conclude Fracassi – da interventi fondamentali, come la proroga del blocco dei licenziamenti, investimenti nel sistema sanitario, e una riforma delle pensioni e della non autosufficienza”.

Tra le interviste di oggi

La “rivoluzione” di Giovannini
Il ministro per le Infrastrutture parla su La Stampa rispondendo alle domande di Paolo Baroni. “Un tavolo permanente con gli enti locali già avviato, un raccordo stretto e contatti continui col ministro dell'Istruzione Bianchi, il responsabile della Salute Speranza e la ministra degli Affari regionali Gelmini, una serie di possibili nuovi accorgimenti, a partire dall'aumento delle igienizzazioni sui mezzi di trasporto, e il massimo sforzo per gestire al meglio il ritorno a scuola in presenza degli studenti delle scuole superiori nelle Regioni gialle e arancioni che scatta lunedì. Con l'ipotesi, a settembre, di ripensare alcune regole, come quella sull'uso dei mezzi di trasporto, bus e metropolitane, ma anche una migliore distribuzione degli orari di tutte le attività. Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, sta lavorando per questo nuovo test, anche se la gestione di bus e metrò, su cui peraltro il Recovery plan prevede in futuro investimenti molto importanti, è pur sempre di competenza degli enti locali. Baroni chiede: Ministro condivide il "rischio ragionato" di cui ha parlato Draghi e che sta alla base della ripartenza di scuole e pubblici esercizi? La risposta: “Non è una scelta solo di Draghi: è una scelta del governo nel suo complesso”. Ma al 26 aprile sul fronte dei trasporti come ci arriviamo? “Intanto, con il forte investimento fatto dal governo precedente proprio per potenziare le linee di trasporto pubblico locale, stanziamento che le amministrazioni locali hanno utilizzato. Adesso, a partire da oggi, dobbiamo ragionare con loro se è possibile potenziare ulteriormente il servizio”. Rispetto al passato cosa è cambiato? “Abbiamo a disposizione uno strumento di governance importante, i tavoli prefettizi, che un anno fa non c'erano e che con il decreto di marzo sono stati rafforzati nella loro opera di monitoraggio e per individuare soluzione ai problemi attuali e futuri. Tavoli che stanno tutti ripartendo facendo dialogare amministrazioni, aziende di trasporto, istituzioni e dirigenti scolastici. E poi allo studio abbiamo una serie di nuove ipotesi che valuteremo con le Regioni per aumentare la sicurezza sui mezzi pubblici, tra cui quella di sanificare più volte al giorno i mezzi di trasporto, un elemento visibile che rassicura i viaggiatori». Tranquillo, quindi? “Direi impegnato al massimo. Ci aspetta una discussione non facile, che richiede uno sforzo da parte di tutti in nome di un obiettivo condiviso: trasportare quanto più ragazze e ragazzi degli istituti superiori nell'ultimo mese e mezzo di scuola. Sono convinto che ci sarà l'impegno di tutti, anche dei sindacati, perché si tratta di un obiettivo fortemente condiviso da tutta la società italiana. Ma serve molta responsabilità da parte di tutte le parti….”. 

E intanto sull'ncontro di ieri sui cantieri con il ministro Giovannini i sindacati esprimono un giudizio positivo. Se ne parla su Collettiva.it: "Arriva il giudizio positivo dei sindacati delle costruzioni FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil, dopo l’incontro di venerdì scorso con il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, professor Giovannini.  Le organizzazioni sindacali erano rappresentate dai segretari nazionali Vito Panzarella, Enzo Pelle e Alessandro Genovesi. “L’incontro – dichiarano i sindacalisti - segna l’avvio di un confronto sui principali temi di interesse specifico dei nostri settori, all’interno del più generale confronto sul Piano nazionale per la ripresa e resilienza. In particolare il ministro ha ribadito la validità e bontà degli accordi sottoscritti con il passato governo sull’accelerazione delle opere pubbliche, la centralità che assumerà sempre di più la qualificazione delle stazioni appaltanti e relativo personale tecnico, la volontà di rafforzare gli interventi infrastrutturali con particolare attenzione al trasporto ferroviario e navale”. “Il ministro – continuano - si è impegnato con noi su tavoli specifici volti a favorire la massima partecipazione sulle scelte strategiche e sulle possibili semplificazioni normative per velocizzare l’utilizzo delle risorse sia nazionali che del nuovo ciclo di programmazione che quelle previste dal Recovery Fund”. “Come organizzazioni sindacali riteniamo che bisogna avviare i cantieri delle grandi opere ma anche provvedere alla manutenzione straordinaria dell’esistente. Il settore delle costruzioni dovrà affrontare la grande sfida della sostenibilità e degli investimenti green che riguardano in particolare la rigenerazione urbana e il recupero “virtuoso” degli spazi e degli immobili esistenti. Questo – aggiungono Panzarella,  Pelle, Genovesi - permetterà di creare sbocchi occupazionali per migliaia e migliaia di nuovi tecnici, operai specializzati e giovani” (...)

Parla l’epidemiologa: troppa fretta nelle riaperture
Giudizi molto critici da parte dell’epidemiologa Lucia Bisceglia, che tra due settimane verrà eletta presidente della Associazione italiana di epidemiologia. L’intervista è firmata da Margherita De Bac a pagina 9 del Corriere della Sera. Dunque non era giunto il momento, secondo lei? “Il quadro epidemiologico non è così stabile da consentire un allentamento in tempi brevi. Non solo. Al Sud si va verso un peggioramento, dal Lazio in giù non sono da prevedere settimane facili”. Quali sono I segnali più preoccupanti? “L'indice di replicazione del virus, l'Rt, era sceso. Ora Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania e Basilicata sono finite sopra l'unità. E pessimista? “Non vorrei esserlo. Mi unisco a tutti coloro che confidano in un miglioramento. E un auspicio corale che però non pare sostenuto dai dati. Ci stiamo avvicinando all'ora x in uno scenario tutt'altro che propizio”. Si riferisce alla sanità che è di nuovo in grande affanno? “I posti letto in ospedale in quattordici regioni sono occupati oltre la soglia limite (al 39% anziché al 30% nelle terapie intensive). L'incidenza in generale è scesa ma siamo sempre a 160 casi ogni 100 mila abitanti. Ecco, non stiamo proprio benone...”. Altri dubbi? “La discesa dei casi non è omogenea. Le differenze sono dovute al sistema delle zone a colori che non hanno favorito un cammino uguale per tutti. Una distribuzione così eterogenea non ha facilitato delle scelte nazionali, che devono valere in ogni parte d'Italia”. E adesso come si fa a mantenere il controllo dell'epidemia senza dover tornare indietro? “Non sono una sostenitrice delle zone eppure ritengo che bisognerà essere pronti a cogliere sul nascere segnali di allerta per intervenire e, se necessario, tornare indietro a livello locale”. I vaccini non aiuteranno? “Noi italiani non abbiano ancora visto gli effetti della vaccinazione sulla mortalità e sui ricoveri ospedalieri. Certamente questi numeri così alti sono il risultato dell'accumulo dei casi positivi nelle settimane scorse”. Gli inglesi però ce l'hanno fatta. “La differenza con l'Inghilterra è profonda. Londra ha portato avanti la campagna vaccinale durante un lockdown strettissimo e per riaprire ha aspettato che il 30% della popolazione fosse immunizzata. Così è stato anche in Israele….

Selezione dei commenti
Oltre alle interviste citate ne segnaliamo altre due. Quella sull’Avvenire a Michele Nicchio, presidente di Aiop Giovani sul rapporto tra pubblico e privato nella sanità (Paola Scarsi a pagina 18) e quella al filosofo Massimo Cacciari su Il Dubbio. “Indecente processare Salvini” (a pagina 8). Per quanto riguarda i commenti Sul Sole 24 ore segnaliamo un articolo del presidente Aldo Bonomi sulla necessità di rilanciare un “Patto per il lavoro” per dare un senso al “mondo che cambia” (a pagina 14). Sempre sul Sole 24 ore la recensione di Alberto Orioli del libro di Laura Galvagni, “Autostrade in frantumi, il crollo del ponte Morandi e non solo tra finanza e politica” (a pagina 14). Sul Corriere della Sera da segnalare l’analisi di Aldo Cazzullo sull’avvio inatteso del presidente Biden. Cazzullo propone un elenco delle tante iniziative politiche del nuovo presidente che ha sorpreso tutti i commentatori per l’energia e il coraggio. Ancora sul Corriere Massimo Franchi parla dello spartiacque che ha travolto il Movimento a cinque stelle (a pagina 15). Su la Stampa è molto critico il commento di Michela Marzano a proposito del caso Grillo. “La cultura dello stupro”. Su Repubblica Michela Murgia commenta il video shock di Grillo. “Domanda per un padre”. (a pagina 34). Sullo stesso quotidiano il commento di Gianni Riotta sul caso della Superlega: “Sul calcio l’effetto pandemia” (p.35). Su La Stampa Antonella Viola polemizza con le scelte della ricerca scientifica che spesso ignora le differenze di genere e privilegia la cura dei maschi adulti (a pagina 37). Sul Fatto Quotidiano Tomaso Montanari (a pagina 11) parla della vittoria della linea Salvini, “il Bolsonaro”, sulle scelte relative alle riaperture. 

Segnalazioni da Collettiva.it

L'apertura di oggi è dedicata alla scuola con un articolo di Stefano Iucci . "Tutti in classe. Siamo sicuri?". e una intervista a cura di Emiliano Sbaraglia alla scrittrice Carola Susani . Nella rubrica Buona Memoria si parla di quando il Fascismo nel 1923 abolì il Primo Maggio

Appuntamenti

Domani si parlerà di assegno per il nucleo famigliare
Cgil, Sabir e Asgi, il 21 aprile iniziativa ‘Assegno per il Nucleo Familiare: tra la parità di trattamento e l’assegno unico universale’. Iniziativa promossa da Cgil, Sabir e Asgi in programma per domani alle ore 15.00, che potrà essere seguita in diretta streaming sulle pagine facebook della Cgil nazionale, Collettiva.it, Asgi e Festival Sabir. A presiedere i lavori sarà il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra, modererà Kurosh Danesh dell’Ufficio per le politiche dell’immigrazione. L’avvocato Alberto Guariso dell’Asgi parlerà di ‘Assegno per il nucleo familiare: la parità di trattamento tra lavoratori dopo le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea’; Francesco Bertoli, segretario generale della Cgil di Brescia parlerà de ‘La revoca degli ANF per i familiari all’estero: il caso di Brescia’. Interverranno: Angelo Marano, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Luca Sabatini, direttore Ammortizzatori Sociali INPS; l’avvocato Andrea Ronchi dell’Osservatorio Legale Immigrazione – Cgil;  l’avvocato Paola Fierro del Servizio Antidiscriminazione Asgi; l’avvocato Giulia Crescini dell’Inca Cgil. Ezio Cigna, Responsabile Politiche Previdenziali della Cgil interverrà su ‘L’assegno familiare potrebbe essere superato con assegno unico universale: quali prospettive?’.

Tutta l’agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale  e l’agenda di Collettiva.it