In Italia si continua a morire di lavoro. Non per fatalità, non per destino, ma perché troppe aziende, troppo spesso, scelgono il profitto al posto della sicurezza. Una strage silenziosa, quotidiana, da Nord a Sud, che attraversa tutti i settori produttivi: dall’edilizia all’agricoltura, dalla logistica all’industria.

Le morti sul lavoro non sono numeri: sono nomi, volti, storie. Sono persone che escono di casa per andare a lavorare e non fanno più ritorno. Invece di essere tutelati, vengono esposti a rischi evitabili, spesso in contesti dove le regole esistono solo sulla carta e i controlli sono insufficienti, inefficaci o troppo deboli per fare davvero la differenza.

È una strage silenziosa che si consuma in ogni angolo d’Italia. Numeri impietosi che parlano chiaro: di lavoro si muore ogni giorno. Le norme esistono, ma non bastano. I controlli sono scarsi e spesso inefficaci. Gli ispettori del lavoro sono pochi e senza mezzi. Le sanzioni, quando ci sono, non scoraggiano comportamenti pericolosi.

A farne le spese sono soprattutto i più deboli: lavoratori precari, immigrati, giovani senza formazione, operai in subappalto, pensionati che tornano a lavorare perché la pensione non basta. In troppi casi, la sicurezza è percepita come un costo, non come un diritto. E così si lavora senza imbracature, senza protezioni, senza formazione, senza ispezioni, senza leggi che garantiscano che chi ha sbagliato paghi, anche quando la catena dei subappalti si allunga.

Chi muore sul lavoro non muore per caso: muore perché qualcun altro ha ignorato una regola, ha chiuso un occhio su un rischio. Non bastano le commemorazioni, le bandiere a mezz’asta, i minuti di silenzio. Serve una vera rivoluzione culturale e politica: più ispettori, più controlli, pene più severe per chi vìola le norme, ma soprattutto una cultura della prevenzione che metta al centro la dignità del lavoro e la vita di chi lavora.

Una rivoluzione che parte anche dai referendum dell’8-9 giugno: uno dei passi necessari per dare il via al cambiamento, necessario e urgente. Uno dei quattro quesiti, il quarto, è in particolare dedicato alla sicurezza sul lavoro e, nello specifico, a garantire che l’impresa che appalta sia responsabile, in solido, degli infortuni e dei morti sul lavoro anche quando questi avvengono nelle ditte in subappalto.

Oggi non è così e spesso le famiglie delle vittime, o chi è rimasto ferito, non riescono ad ottenere il risarcimento che gli spetta proprio perché, nella catena degli appalti, le responsabilità si disperdono. Abrogando le norme attuali il committente tornerebbe a essere sempre responsabile, evitando così che i lavoratori e le loro famiglie restino senza risarcimento in caso di gravi incidenti e, soprattutto, imponendo alle grandi aziende di vigilare sulla sicurezza nei cantieri e negli appalti.

Quelli che seguono non sono dati statistici, ma cronache. Estratti reali da articoli di giornale, un elenco troppo lungo. Sono i nomi di chi ha perso la vita solo nei primi mesi del 2025. Casi singoli di un destino comune, perché la mancanza di sicurezza è diventata consuetudine in un sistema produttivo che guarda al profitto, senza se e senza ma.

  • Francesco Stella, 38 anni, operaio, precipitato da un'impalcatura.
  • Roberto Zanoletti, 56 anni, precipitato dal cestello del muletto da circa sei metri di altezza.
  • Un operaio di 32 anni ha perso la vita cadendo dal tetto di un capannone a Giussano.
  • Un operaio di 59 anni è caduto da un'altezza di 7 metri sbattendo violentemente la testa a terra.
  • Un operaio di 55 anni, è deceduto dopo essere caduto dall'alto in un cantiere ad Arezzo.
  • Antonio Alongi, 55 anni, operaio edile, è morto cadendo dal tetto di una villetta a Monreale.
  • Roberto Falbo, 53 anni, è precipitato dal tetto di un capannone a Lamezia Terme da un'altezza di 9 metri.
  • Un operaio di 41 anni di origine romena è morto dopo essere caduto all'interno di un silos, in un'azienda che produce riso a Codigoro, facendo un volo di una decina di metri.
  • Un uomo di 60 anni, ha perso la vita precipitando da una tettoia, da un'altezza di circa sei metri, mentre effettuava riparazioni idrauliche a Casalnuovo.
  • Mario Serafinelli, 64 anni, titolare di una carrozzeria, è precipitato a causa del cedimento della tettoia della sua attività.
  • Un operaio di 61 anni, è morto mentre lavorava in un cantiere edile a Scafati.
  • Un operaio di circa settant'anni, è morto dopo essere precipitato da un'impalcatura a Lido delle Nazioni.
  • Un operaio è caduto da un'altezza di circa sette metri durante i lavori di sistemazione del tetto di un'azienda a Treviso.
  • Antonio Maiorano, 54 anni, titolare di un'impresa edile, è caduto dal tetto di una villetta privata a Chambave (Valle d'Aosta) da circa tre metri di altezza.
  • Un operaio di 55 anni, ha perso la vita precipitando nel vuoto, da un'altezza di tre metri, mentre montava una tenda a Corato.
  • Un operaio edile è morto a Bolano a seguito di una caduta.
  • Alessandro Losacco, 59 anni, lavorava in un'azienda agricola nel barese, travolto dall'automezzo da cui era sceso per aprire un cancello.
  • Petre Zaim, 58 anni, è morto colpito da un carico pendente caduto da una gru in un cantiere al Policlinico di Bari.
  • Un operaio di 48 anni di Fasano, è morto mentre era al lavoro presso un’azienda di concimi e uova, l'incidente si è verificato nel reparto di imbustamento dei concimi.
  • Lorenzo Bertanelli, 36 anni, meccanico navale, morto nell'area delle riparazioni navali.
  • Un operaio di 59 anni di Gravina in Puglia, capo cantiere, è stato colpito alla testa da un tubo durante lavori di ristrutturazione a Santeramo in Colle.
  • Manuel Vargiu, 45 anni, è stato colpito alla testa da un bullone espulso da un macchinario a Valbrembo.
  • Elio Onorato Ghione, 56 anni, vittima di un incidente sul lavoro nello stabilimento Ferviva Rottami a Bernezzo.
  • Giacomo Maimonte, 55enne residente ad Arona, ha perso la vita dopo essere stato travolto dalla ruspa che stava manovrando.
  • Un bracciante indiano di 55 anni è morto a Terracina durante il lavoro.
  • Un operaio di 44 anni, residente a Berzo Demo, è morto in un'azienda di cosmetici a Ono San Pietro, schiacciato contro il muro da un carrello elettrico.
  • Vincenzo Giova, 52 anni, lavoratore portuale, schiacciato da un container nel porto di Catania.
  • Tommaso Geremia, 41 anni, operaio, è morto a Maddaloni dopo essere stato investito, nel piazzale dell'azienda per la quale lavorava, da un tir in retromarcia.
  • Nicola Sicignano, 51 anni, è morto mentre lavorava in un'azienda di smaltimento rifiuti, rimanendo incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore.
  • Un operaio di 38 anni, è morto investito da un mezzo pesante sulla carreggiata nord dell'Autosole nei pressi di Orvieto.
  • Vincenzo, 50 anni, operaio manutentore meccanico, è rimasto incastrato sotto un pesante macchinario in fiamme in un'azienda metalmeccanica a Trevenzuolo.
  • Un uomo di 56 anni, è stato colpito da una lastra di vetro caduta dall'alto a Lido di Camaiore.
  • Un operaio di 58 anni, è morto schiacciato sotto una pressa per il cartone nell'impresa Biacchi a Roncadello.
  • Un operaio di 40 anni, di nazionalità indiana, è morto mentre era al lavoro in un'azienda agricola a Borgo La Martella.
  • Un operaio di 59 anni, Paolo Lambruschi, ha perso la vita in una cava di marmo a Carrara, alla guida di un dumper.
  • Un operaio di 50 anni, è rimasto schiacciato a udine da una balla di carta da macero di circa 12 quintali.
  • Un operaio di 58 anni, è rimasto incastrato in un macchinario in un’azienda che produce cavi elettrici nel vicentino .
  • Roberto Vitale, 60enne, è stato accidentalmente investito da una motrice nel piazzale di un'azienda a Carpiano dopo aver scaricato della merce.
  • Un autista di 59 anni, ha perso la vita nei magazzini a Fiano Romano, schiacciato da una pedana.
  • Un operaio di 55 anni, è morto schiacciato da un furgoncino su cui si stava caricando un mezzo d'opera a Sanremo.
  • Lutfi Ferhati, 57 anni, operaio albanese, è rimasto schiacciato dal muletto che stava usando sull'argine del fiume Santerno a Lugo.
  • Florin Varga, 41 anni, boscaiolo romeno, è morto travolto da un tronco durante un'operazione di spostamento con la teleferica.
  • Un operaio di 57 anni, di origine albanese, è morto a Vernio travolto da un camion che ha perso aderenza su una strada in pendenza mentre scaricava materiale.
  • Un operaio di 25 anni di origine moldava, ha perso la vita in Trentino travolto da un carico di putrelle.
  • Salvatore Cugnetto, 55 anni, di Lamezia Terme, è morto in un infortunio sul lavoro in un cantiere aperto sull'autostrada A2 del Mediterraneo nel Cosentino.
  • Un uomo nel cuneese ha perso la vita folgorato da una linea dell'alta tensione mentre si trovava al lavoro in un'azienda agricola a Vicoforte.
  • Un operaio di 44 anni, è morto in un cantiere edile a Muro Lucano.
  • Sebastiano Torreggiani, 27 anni, stava lavorando in un'azienda agricola a Marcaria.
  • Rosario Lucchese, Salvatore Pellegriti e Salvatore Lanza, braccianti agricoli di Adrano, sono le vittime di un gravissimo incidente stradale sulla statale 'Ragusana'.
  • Un giovane di 22 anni, di Vajont, è morto in un incidente sul lavoro a Maniago, trafitto alla schiena da una scheggia incandescente mentre operava su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali.
  • Daniel Tafa, 22 anni, ha perso la vita in una fabbrica di Molino di Campagna, colpito alla schiena da un frammento metallico mentre lavorava vicino a uno stampo che sarebbe esploso.
  • Un operaio di 26 anni, ha perso la vita in un cantiere edile di Sottomarina di Chioggia, colpito da un pesante pannello di ferro.
  • Un uomo di 55 anni, è stato colpito da un albero caduto mentre lavorava in località Cavlera.
  • Un operaio di 42 anni, è morto mentre stava lavorando in un cantiere per la manutenzione stradale a Sperone.
  • Un operaio indiano di 34 anni, è morto dopo che la struttura su cui stava svolgendo lavori di bonifica dell'amianto è collassata.
  • Endrit Ademi, 24 anni, muratore, è morto sul lavoro in un cantiere a Lambrate, Milano.
  • Anna Chiti, 17 anni, studentessa dell'Istituto nautico, uccisa da un'elica nel suo primo giorno di lavoro.
  • Un bracciante 38enne di origine albanese è morto nelle campagne del Ravennate, tra Solarolo e Castel Bolognese, schiacciato dalle forche del muletto.