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Un operaio di 25 anni di origine moldava ha perso la vita questa mattina, 23 maggio, in un infortunio sul lavoro in Trentino. Il decesso, secondo quanto riporta Il Quotidiano Autonomo del trentino Alto Adige/Südtirol, è avvenuto a Roncone, frazione di Sella Giudicarie, presso la ditta Cmv, Costruzioni meccaniche Valentini, attorno alle 9.50.
Il giovane, dipendente di una ditta esterna e residente a Padova, da pochi giorni sul posto, stava scaricando un carico di putrelle, quando le pesanti barre d’acciaio gli sono cadute addosso, travolgendolo. Il personale presente ha chiamato immediatamente il 112, sul posto è arrivato l’elisoccorso da Trento, ma non c’è stato nulla da fare.
Cgil Cisl Uil Trentino: “La vita dei lavoratori non può essere il prezzo da pagare per la produttività”
“L’ennesima tragedia sul lavoro ha colpito oggi il Trentino. Un ragazzo di soli 25 anni, cittadino moldavo e residente a Padova, ha perso la vita mentre lavorava presso la ditta Cmv. Era in forza a una ditta esterna ed era impiegato solo da pochi giorni. Come organizzazioni sindacali, esprimiamo il nostro profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del giovane lavoratore. Ma a questo cordoglio deve seguire una ferma richiesta di verità, giustizia e prevenzione”. Andrea Grosselli , Michele Bezzi e Walter Largher a nome di Cgil, Cisl e Uil del Trentino chiedono con forza che venga fatta immediatamente piena luce sulla dinamica dell’incidente.
“È inaccettabile che nel 2025 si possa ancora morire di lavoro, soprattutto a pochi giorni dall’inizio di un nuovo impiego. Questo dramma si aggiunge a una lunga e dolorosa lista di morti bianche che continuano a colpire soprattutto giovani, spesso precari, impiegati tramite ditte esterne, in condizioni ancora troppo spesso poco sicure. Pretendiamo controlli più serrati, efficaci e costanti su tutti i luoghi di lavoro, in particolare nei cantieri e nelle aziende metalmeccaniche, dove il rischio è elevato e la vigilanza deve essere massima”.
“Serve un cambio di passo reale nella cultura della sicurezza: non bastano più le parole o i protocolli formali, servono fatti concreti, formazione continua, responsabilità chiare e assunzioni nelle strutture di controllo. Non
possiamo più tollerare che il lavoro diventi una condanna a morte per chi cerca solo un futuro dignitoso. Questa strage silenziosa deve finire. Serve l’impegno immediato delle istituzioni, delle aziende, e un rafforzamento dei presidi ispettivi sul territorio. La vita dei lavoratori non può essere il prezzo da pagare per la produttività”, concludono.
Fim Fiom Uilm: “Mentre il Trentino è vetrina internazionale per l’economia, si continua a morire come cinquant’anni fa. Investire in sicurezza è l’unica scelta da compiere”
Mentre nei salotti bene del capoluogo si discute dei grandi temi economici, di rischi e scelte fatali, oggi un operaio di 25 anni ha perso la vita lavorando. Il ragazzo è stato travolto da una trave, probabilmente una putrella, mentre tentava di sistemare il carico sul muletto. “Una morte terribile come sono terribili e inaccettabili tutte le morti che avvengono sul lavoro – commentano senza nascondere il proprio sconcerto i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm, Paolo Cagol, Michele Guarda e Willj Moser –. Purtroppo questa tragedia non fa altro che allungare la lunga lista di nomi di coloro che perdono la vita mentre lavorano. In Italia sono tre persone al giorno. Tre famiglie che non vedono tornare a casa i loro cari”.
Dai sindacati arriva la richiesta alla Provincia di cambiare passo. È chiaro che sulla prevenzione e sui controlli qualcosa non funziona come dovrebbe se non si riducono gli infortuni sul lavoro. A marzo di quest’anno l’Inail ha registrato in Trentino 2.274 denunce. “Dietro i numeri ci sono le vite delle persone, spesso giovani e precari, che possono subire dei danni permanenti e vedere per sempre compromessa la loro esistenza”, proseguono.
E proprio perché non ci si limiti solo ad esprimere cordoglio che su questa tragedia sarà proclamato uno sciopero dei metalmeccanici in tutto il Trentino. I fatti sono accaduti alla Cmv di Roncone, ma l’operaio era lì come dipendente di una ditta padovana che si occupa di impianti fotovoltaici. Formalmente dunque stava operando in appalto. Una circostanza che purtroppo accomuna molti, troppi, incidenti sul lavoro. Saranno le forze dell’ordine e Uopsal a verificare se siano state rispettate tutte le norme in materia di salute e sicurezza. L’auspicio è che si faccia chiarezza quanto prima sulla dinamica dell’accaduto e si accertino le responsabilità.