Sono stati consegnati oggi i riconoscimenti della nona edizione del Premio Pio La Torre, promosso da Avviso Pubblico, Cgil nazionale e Federazione nazionale della Stampa italiana. Il premio ricorda la figura di Pio La Torre, ucciso da Cosa nostra il 30 aprile 1982 insieme a Rosario Di Salvo, e valorizza le esperienze di amministratori, sindacalisti, giornalisti e dipendenti pubblici che si sono distinti nella difesa della democrazia e nella diffusione della cultura della legalità.

I vincitori

Il premio per la categoria amministratori pubblici è stato conferito a Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico (FC).
Per i sindacalisti il riconoscimento è andato ad Alfonso De Patto, delegato della Filt Cgil di Cosenza.
Per i giornalisti è stata premiata Valentina Iorio, cronista del Corriere della Sera.

Sono state assegnate anche menzioni speciali: tra gli amministratori ad Alessandro Conte, sindaco di Melissano (LE), e a Dario Vassallo, fratello del “sindaco pescatore” Angelo; tra i sindacalisti a Lucia La Penna, segretaria generale Flai-Cgil Taranto, e ad Alessandro Sipolo; tra i giornalisti a Vania Vorcelli e Andrea Mari dell’agenzia Dire, e a Fabio Geraci del Giornale di Sicilia.

Per la prima volta è stata consegnata anche la borsa di studio dedicata a Luciano Silvestri, sindacalista scomparso.

Il dibattito alla Summer School

La cerimonia si è aperta con il dibattito “Legalità, Sicurezza, Giustizia. La Via Costituzionale”, organizzato nell’ambito della Summer School Lavoro e Legalità dell’Università di Bologna. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Matteo Lepore e di Franco La Torre, figlio di Pio, i lavori sono stati introdotti da Lara Ghiglione, segretaria confederale Cgil, e presieduti dalla professoressa Stefania Pellegrini.

“Il Premio Pio La Torre nasce dalla memoria, ma vive nell’impegno quotidiano di chi, con coraggio e coerenza, si batte contro ogni forma di illegalità. La lotta alle mafie è un impegno collettivo, coinvolge istituzioni, società civile, scuola, università, giornalismo libero, mondo del lavoro. Ognuno ha una parte di responsabilità, perché la forza delle mafie si nutre di indifferenza e solitudine, mentre arretra quando trova di fronte comunità unite, organizzate e consapevoli. Come Cgil sappiamo che non c'è legalità senza diritti: precarietà, sfruttamento, ricattabilità non sono solo ferite per i lavoratori e le lavoratrici, sono terreno fertile per l’illegalità. Per questo portiamo avanti ogni giorno la battaglia per un lavoro tutelato, sicuro, contrattualizzato, perché la dignità delle persone è la prima forma di resistenza alla criminalità”, ha dichiarato Ghiglione.

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Gli interventi

Il dibattito è stato concluso dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini e ha visto la partecipazione di personalità di primo piano come Rosy Bindi, già presidente della Commissione Antimafia, Matteo Naccari, segretario generale aggiunto Fnsi, Roberto Montà, presidente Avviso Pubblico, e Rocco Maruotti, segretario generale Anm.

“Premi come questo servono per dare voce a giornalisti che ogni giorno lavorano nelle piccole e grandi redazioni, che si occupano di sindacato e di mafia, garantendo informazione di qualità. Occorre un impegno comune per rafforzare la presenza della stampa sul territorio, tutelando e pagando meglio i giornalisti: solo così si combattono mafia e corruzione”, ha sottolineato Naccari.

“Ricordare Pio La Torre significa richiamare alla memoria la lucidità di chi aveva visto per tempo ciò che altri non volevano o sapevano vedere: il filo che lega mafie e politica, soprattutto nelle comunità locali. È questo il tributo più autentico che possiamo rendere a Pio La Torre: far vivere la sua intuizione dentro le pratiche quotidiane della politica e della società civile”, ha affermato Montà.

La consegna dei premi

Alla consegna hanno partecipato anche Emilio Miceli, presidente del Centro Studi Pio La Torre, e Alessio Festi, responsabile Cgil per le Politiche della Legalità e Sicurezza, con il coordinamento di Maurizio Viscione della Cgil nazionale.