Le notizie in primo piano
Oggi è la Giornata internazionale della Terra. Ma l’eco della notizia, “ripariamo il Pianeta”, è scarsa sulle prime pagine dei grandi quotidiani. Fanno eccezione il Sole 24 ore (“L’Europa taglierà i gas serra del 55% entro il 2030”), il Corriere della Sera e il manifesto. Per gli altri bisogna andare a cercare notizie e commenti sull’argomento nelle pagine interne. La Terra è invece l’apertura del sito di Collettiva.it. (vedi più avanti). In primissimo piano sui media è invece lo scontro politico interno con Matteo Salvini che continua a tirare la corda delle riaperture contro le decisioni del governo suscitando la rabbia del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che parla di un “precedente grave” a proposito dello strappo della Lega che ieri ha deciso di astenersi sul decreto anti Covid. Il leader leghista parla oggi sul Giornale e annuncia altri strappi. In ogni caso il coprifuoco resta fissato alle 22 fino al 31 luglio. E’ pronta intanto la bozza del Recovery Plan che sarà inviata a Bruxelles entro la fine del mese: destinati 72 miliardi alle ferrovie, ai porti e al digitale, in generale progetti per la modernizzazione del Paese. Il Corriere della Sera ospita un intervento del segretario del Pd, Enrico Letta: “Un grande patto per ricostruire” (vedi più avanti). Intanto cresce la tensione sul blocco dei licenziamenti. il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in sintonia con glI altri sindacati chiede una proroga, ma il governo non decide e parla solo di un possibile aumento della cassa integrazione, nel piano per riformare gli ammortizzatori 200 euro in più al mese (vedi La Stampa a pagina 13). Flop definitivo per la Superlega calcio. Ora i club chiedono i danni alla Juve di Andrea Agnelli, mentre il titolo della sua squadra crolla in Borsa. Un report dell’Istat conferma il primato del Covid 19 rispetto alle altre malattie: seconda causa di morte subito dopo i tumori durante il picco della pandemia nella scorsa primavera. Dagli Usa altre notizie tragiche: la polizia uccide una ragazza afroamericana di 16 anni e un cinquantenne padre di 10 figli. Biden dice basta alla violenza e preme per una riforma  generale della pubblica sicurezza, mentre si registra il picco della vendita di armi a privati. In Italia si festeggiano i 40 anni della smilitarizzazione della Polizia di Stato.

Landini: bloccare i licenziamenti fino al 31 ottobre
Prorogare il blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre per tutti i lavoratori. È la richiesta che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha rivolto al ministro del Lavoro Andrea Orlando. "Vaccinare e non licenziare è l'obiettivo. Rendiamo più appetibili gli strumenti alternativi agli esuberi".  Vaccinare e non licenziare è l'obiettivo da perseguire. È la richiesta che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha avanzato nel corso dell’incontro di ieri con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, le organizzazioni sindacali, Confindustria e Confapi, convocato per fare un punto di valutazione sulla scadenza del blocco dei licenziamenti al 30 giugno. "Prorogare per tutte le lavoratrici e i lavoratori il blocco dei licenziamenti fino alla fine di ottobre - ha affermato Landini - e incentivare l’utilizzo, da parte delle imprese, di strumenti alternativi alla risoluzione dei rapporti di lavoro, come la cassa ordinaria, i contratti di espansione e di solidarietà". Il leader della Cgil ha inoltre sottolineato la necessità di “sviluppare le opportunità del Fondo nuove competenze per affermare il diritto alla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici nella fase di ridefinizione dei processi produttivi e organizzativi delle imprese”. Ha ribadito “le richieste emendative già consegnate al Parlamento al decreto Sostegni sulle indennità e le altre misure di protezione dei lavoratori, che devono essere in questa fase rafforzate ed estese”. “Oggi sul tavolo - ha spiegato il segretario generale - abbiamo due date per lo sblocco dei licenziamenti: il 30 giugno, per l’industria e le costruzioni e il 31 ottobre per tutti gli altri settori. Insieme a Cisl e Uil abbiamo ribadito, alla luce di una situazione economica e pandemica ancora incerta, la necessità che il governo si impegni a prorogare per tutti il blocco dei licenziamenti fino alla fine di ottobre. Non si può pensare che la preoccupazione oggi sia come licenziare, anziché come rilanciare e garantire l’occupazione dentro una fase inedita e accelerare il piano di vaccinazioni. Su questi temi abbiamo registrato alcune resistenze da parte di Confindustria e maggiori disponibilità da parte di Confapi. Vaccinare e non licenziare è l’obiettivo da perseguire”. Altra questione posta dalla Cgil è “come rendere più appetibili e incentivabili gli strumenti alternativi ai licenziamenti, dai contratti di espansione a quelli di solidarietà, alla cassa ordinaria, a partire dall’azzeramento dei contatori. Tutte richieste che stanno nella necessità di accelerare la definizione di una riforma in senso universale degli ammortizzatori sociali e di nuove politiche attive del lavoro, da rafforzare e rilanciare come priorità”. Infine, ha detto Landini, “abbiamo proposto che, in coerenza e rapporto con le decisioni sul Pnrr, si possano attivare tavoli di settore congiunti Mise - Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per coniugare politiche industriali, di sviluppo e investimenti con la necessaria creazione di nuova occupazione”.

Le reazioni sui quotidiani
Oggi su La Stampa (pagina 13), intervistato da Paolo Baroni, parla Maurizio Stirpe, vice presidente di Confindustria con delega al lavoro e alle relazioni industriali. “Col blocco dei licenziamenti si pensa di mettere tutto il sistema sotto una bolla pensando che poi, finita la pandemia, tutto ritorni come prima. Ma non sarà così”, sostiene deciso Maurizio Stirpe, che ieri ha respinto al mittente la nuova richiesta dei sindacati che insistono nel chiedere una nuova proroga almeno sino al 31 ottobre temendo uno tsunami occupazionale. “Ma noi — spiega Stirpe — non abbiamo questa percezione. Per cui non riusciamo a capire le ragioni per cui si debba modificare un provvedimento che già prevede uno sblocco graduale e che è stato assunto non più tardi di un mese fa. Non ci sono ragioni». Landini continua a ripetere che “bisogna vaccinare non licenziare”...”Francamente non riesco a capire che cosa significhi. Noi siamo pronti a vaccinare e nessuno ha detto che vuole licenziare”. Però gli ultimi dati Istat, quasi un milione di posti persi in un anno, sono da brividi, precisa Baroni. “Ma adesso andiamo verso una fase diversa – risponde il vicepresidente degli industriali - E poi le aziende per cui dovrebbe cessare il blocco al 30 di giugno sono essenzialmente quelle industriali e, ripeto, a noi in questo momento questa emorragia di posti di lavoro non risulta. Semmai i problemi ci sono nei servizi, e dove non ci sono ammortizzatori, settori però dove il blocco arriva già ottobre…”. Sempre su La Stampa da citare il commento della direttora dell’Istat, Linda Laura Sabbadini secondo la quale il 45% delle imprese con almeno 3 addetti risulta in una condizione di "rischio strutturale". “Si tratta soprattutto di imprese di dimensioni molto ridotte, ma che comunque rappresentano circa il 20% dell'occupazione. Tali condizioni di rischio strutturale e fragilità appaiono particolarmente accentuate nelle attività del terziario, in cui sono a rischio quasi la metà delle unità, che rappresentano poco più di un quarto dell'occupazione. Per di più, in nove regioni più del 40% degli addetti totali è impiegato in imprese a rischio alto o medio- alto: sette di queste sono nel Mezzogiorno. La situazione è delicata. Da un lato non si può prorogare all'infinito il blocco dei licenziamenti, ma dall'altro è assolutamente necessaria una strategia graduale di transizione verso la normalità, che tenga conto dei settori, della dimensione di impresa, e che in qualche modo prefiguri una sorta di "anticipazione sperimentale" di una più profonda riforma degli ammortizzatori sociali…Su Repubblica il punto di Valentina Conte (a pagina 20): “ Il passaggio di luglio - con la fine del blocco dei licenziamenti per le imprese dotate di ammortizzatori ordinari avrà un impatto traumatico sull'occupazione. Un impatto, ammette il ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) alle parti sociali, “senza compensazioni di assunti, rispetto alle prevedibili perdite”. Il difficile scenario non basta però a cambiare il piano del governo, tradotto in norma nel decreto Sostegni: fine del divieto al 30 giugno per le grandi aziende (industria e costruzioni), al 31 ottobre per le piccole (terziario). D'accordo Confindustria. Contrari Cgil, Cisl e Uil che chiedono di proseguire per tutti fino al 31 ottobre. In mezzo, Confapi: stop generalizzato fino a fine agosto e poi solo per le "piccole". Una mediazione sembra difficile, arrivati a questo punto. In Senato, tra gli emendamenti "segnalati" dai partiti proprio al decreto Sostegni, un paio ricalcano la richiesta sindacale per un blocco continuato fino all'autunno, a firma dell'ex Cgil Valeria Fedeli (Pd) e dell'ex ministra Nunzia Catalfo (M55). Ma il ministro Orlando già guarda oltre: “Bisogna anticipare gli scenari, anziché rincorrerli…” 

Lavoro. Cgil: entrati nel vivo della discussione su riforma ammortizzatori
“Con l‘incontro con il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, in cui sono state avanzate le prime proposte in tema di perimetri della riforma degli ammortizzatori sociali, siamo entrati nel vivo della discussione”. Ad affermarlo la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti. “Al momento ci sembra condivisibile – sottolinea la dirigente sindacale – l’impostazione proposta dal ministero, che mira all’inclusione di tutti i lavoratori nel sistema di protezione degli ammortizzatori, soluzione finora non scontata. Apprezziamo inoltre la volontà di valorizzare lo strumento dei contratti di solidarietà sia per contrastare i licenziamenti che per governare i processi di trasformazione”. “Abbiamo ribadito – prosegue Scacchetti – che oltre a integrare maggiormente le politiche passive con quelle attive, una strada da percorrere è quella di garantire gli strumenti di tutela in costanza di rapporto di lavoro, sapendo che il dispiegamento degli effetti sul mercato del lavoro della crisi pandemica dureranno a lungo”. “Su Naspi e Dis-Coll apprezziamo gli avanzamenti indicati, ma abbiamo confermato la necessità di intervenire ulteriormente sui temi della durata e della misura della prestazione”. 

Report Istat sul primato del Covid
La conferma arriva da un report dell’Istat: nel bimestre marzo aprile 2020, quando esplose la pandemia e il paese venne blindato, il Covid-19 ha rappresentato la seconda causa di morte, con un numero di decessi di poco inferiore a quello dei tumori e più del doppio di quello delle cardiopatie ischemiche. Un dato tra gli altri è particolarmente significativo: tra i 50-59enni un decesso su cinque è stato dovuto al Covid-19, quindi le vittime non ci sono state solo tra i più anziani, anche se le cifre più alte tra le morti si sono registrate tra gli ultrasettantenni. A marzo-aprile del 2020 i decessi in eccesso in Italia sono stati 49 mila rispetto alla media degli stessi mesi nei 5 anni precedenti. Il 60% è attribuibile al Covid (29.210), il 10% a polmoniti e il 30% ad altre cause. Così l'Istat nel report sulle cause di morte nel periodo della prima ondata. I decessi per polmoniti triplicano e aumentano quelli per demenze, diabete e cardiopatie ipertensive. Sul totale dei decessi per Covid l'85% è di over 70, tra i 50-59enni uno su 5.L'incremento dei morti è differenziato per luogo: +155% nelle strutture residenziali o socio-assistenziali, +46% negli istituti di cura, +27% in casa. L'incremento di mortalità si è concentrato soprattutto nelle regioni del Nord-ovest, dove sono esplosi i primi focolai epidemici - si legge nel report - in quest'area i decessi in più sono stati 34.449 decessi con un raddoppio dei casi e un effetto dovuto all'invecchiamento piuttosto contenuto (+1.833 decessi).

I commenti di oggi

Letta (Pd). Serve un grande patto come nel 1993
Tra gli editoriali e le analisi di oggi da segnalare l’intervento del segretario del Pd Enrico Letta sul Corriere della Sera. “Oltre (e in parallelo) alle riaperture – scrive Letta - è tempo di mettere al centro del dibattito pubblico, e delle decisioni della politica, anche la parola ricostruzione. Dopo i quattordici mesi che abbiamo alla spalle, dopo il dolore e le vittime, dopo le perdite economiche e la paura di non farcela, non bastano più sostegni o ristori. Certamente, Il Decreto imprese, lavoro e professioni che abbiamo chiesto al governo, dopo aver incontrato rappresentanti di imprese e lavoratori, è fondamentale nell'immediato, per dare ossigeno ad aziende e partite Iva anche su affitti, bollette e altri costi fissi. Queste misure sono una pre-condizione necessaria. Non è, però, più sufficiente solo aggiustare, tamponare, ristorare. Si tratta ora di cominciare e scrivere, condividere e rendere operativo sui territori un grande Patto per la ricostruzione del Paese. Il modello per noi è quello dell'accordo voluto da Ciampi nel luglio '93. Segnò una svolta nella storia economica del Paese, con imprese e lavoratori protagonisti della ripresa. Il parallelismo è forte, me ne rendo conto. Ii patto di Ciampi spianò la strada al superamento della crisi strutturale del '92-93. Quella di oggi, di crisi, e diversa, più drammatica e pervasiva nel suo impatto sul nostro stesso sistema di vita e di relazioni, sul modo di produrre, lavorare, consumare. Uscirne, oggi come allora, sarà dura, ma a differenza del passato avremo dalla nostra la possibilità di sfruttare risorse considerevoli, benché molte a debito. Risorse mai così ingenti dal secondo dopoguerra a questa parte. C'è lo spirito giusto per vivere questo passaggio d'epoca superando i particolarismi e rimboccandoci tutti le maniche per l'interesse generale? Ci sono segnali contrastanti, ma lo mi auguro ancora di sì. Soprattutto la Lega di Salvini deve decidere una volta per tutte se sta al governo o se sta all'opposizione: stare in entrambi è impossibile, …)

Obiettivo zero emissioni: l’appello dei sindaci
Se ne parla sull’Avvenire a pagina 2, con un intervento firmato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Nel 1972 – ricorda Sala - in occasione del primo Summit per la Terra, gli scienziati segnalavano già il pericolo costituito da una crescita mirata in un mondo dalle risorse limitate. Cinquant'anni dopo, questa considerazione non è cambiata. Ma l'urgenza di agire è più forte che mai. In base a uno studio elaborato dalla Ong americana Global Footprint Network, è possibile calcolare la data in cui si suppone che tutte le risorse che il pianeta è in grado di rigenerare in dodici mesi siano state consumate. Drammaticamente, questo giorno ricorre ogni anno prima. Nel 2019, è stato il 31 luglio. Noi sindaci siamo i testimoni diretti di questa deregolamentazione climatica che mette in pericolo le nostre città e ci obbliga a trasformarle nel profondo per proteggere i nostri concittadini e la loro salute. E perché affrontiamo queste minacce quotidianamente che sappiamo costruire, insieme, soluzioni il più vicino possibile ai nostri concittadini, sul territorio. Particolarmente fantasiose e dinamiche, le nostre città contribuiscono a far emergere dei modi di vita rispettosi del pianeta. Quest'anno, l'agenda internazionale ospita avvenimenti importanti per le nostre città. Con la COP26, la Conferenza delle Parti sul clima, che si terrà a Glasgow, e la COP15 sulla biodiversità che sarà ospitata a Kunming in Cina, dobbiamo raggiungere un accordo su azioni concrete per mantenere l'aumento delle temperature il più possibile al di sotto dei 2 gradi centigradi. Cinque anni dopo la firma dell'Accordo di Parigi e in occasione della Giornata della Terra, chiediamo a tutte le parti coinvolte di rispettare gli impegni presi. Lo scorso dicembre, in occasione dei cinque anni dalla COP21, che ha espresso l'Accordo di Parigi, abbiamo firmato la Dichiarazione di Parigi al fine di lanciare un appello collettivo. Oltre 100 città globali si sono unite a questo appello, che si riconosce pienamente nell'obiettivo "Race to Zero" - la corsa alle emissioni zero - lanciato dalle Nazioni Unite perla COP26..

Tra gli altri commenti e analisi da segnalare Federico Fubini che sul Corriere della Sera lamenta la mancanza di una visione strategica europea per la ripresa (a differenza di quello che sta facendo Biden negli Usa). Sul Sole 24 ore Daniele Marini propone di investire sui giovani, la vera priorità del domani (a pagina 20). Su Repubblica Stefano Folli commenta la situazione di tensione politica. “I fuochi interni e il ruolo europeo” (a pagina 25). Sul Messaggero Ginevra Cerrina Feroni parla del “Primato dell’uomo sulle macchine intelligenti”. Sempre sui temi del digitale sul Sole 24 ore (p.14) Luca De Biase parla del difficile equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti.  Sul Fatto Quotidiano Tomaso Montanari parla dello scandalo del drenaggio di soldi che finiscono in tasche private per le Grandi Mostre (p.9). Sul Sole 24 ore (p.119 l'intervista ad Alessandra Dolci (Dda) sugli "artigli delle cosche sui fondi della ripresa"

Segnalazioni da Collettiva.it

L'apertura di oggi, come abbiamo detto sopra è dedicata alla Giornata internazionale della Terra. Mentre si tiene il summit sul clima organizzato da Biden in occasione della Giornata mondiale della Terra - scrive Simona Fabiani - si contano gli impegni presi dagli Stati per ridurre le emissioni. Il bilancio è negativo, perché siamo lontani dall'obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi. Per i sindacati è urgente un radicale cambiamento del modello di sviluppo. Patrizia Pallara intervista Serena Milano, Fondazone Slow Food. Tra le varie notizie e iniziative di questi giorni ieri abbiamo segnalato l'inchiesta di Carlo Ruggiero sull'industria delle armi. All'interno del pacchetto l'intervista a Sergio Bassoli  “L'apertura all'utilizzo dei fondi Next Generation Eu per il finanziamento dell'industria delle armi è un pessimo segnale - dice Bassoli (Cgil e Rete disarmo) -. Si riprenderebbe la strada sbagliata che ci ha portato fin qui e , crisi dopo crisi, aumenterebbero ancora le diseguaglianze”. Nella rubrica Buona Memoria di oggi  la legge sul diritto di famiglia del 1975: 

Iniziative e appuntamenti

La Polizia democratica festeggia 40 anni
Oggi l’iniziativa Silp Cgil in occasione dei 40 anni dalla legge Legge 121/81 che ha smilitarizzato la Polizia di Stato. ‘Dalla grande riforma istituzionale a un nuovo programma per la sicurezza democratica’. Ci sarà una diretta streaming sulla pagina facebook del Silp Cgil, ore 10.30. Partecipa il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. L’iniziativa sarà introdotta da Daniele Tissone, segretario generale del Silp, con i saluti del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Previsti gli interventi di Lamberto Giannini, Capo della Polizia, Giorgio Benvenuto, Presidente della Fondazione Bruno Buozzi, Maurizio Fiasco, docente di Sociologia, Renato Balduzzi, costituzionalista. E oltre a Maurizio Landini, per le confederazioni sindacali interverrà Ignazio Ganga, segretario confederale della Cisl. Modera il dibattito Fiorenza Sarzanini, vicedirettore del Corriere della Sera. 

Viva il 25 aprile
La Cgil aderisce all’iniziativa promossa dall’Anpi per il 25 aprile 2021, dal titolo ‘Strade di Liberazione’. Con questa iniziativa, l’Anpi invita le cittadine e i cittadini a deporre un fiore, alle ore 16 del 25 aprile, sotto le targhe delle vie e delle piazze dedicate ad antifasciste e antifascisti, a partigiane e partigiani. Il tutto dovrà avvenire nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, per cui non dovranno essere più di due le persone a compiere il gesto simbolico, possibilmente un giovane ed un adulto. Un fiore che diverrà una luce accesa sul sacrificio di tante donne e uomini da cui sono nate la Repubblica e la Costituzione. La Cgil invita tutte e tutti a partecipare attivamente a questa importante mobilitazione, consapevole che “la nostra Repubblica – spiega la Cgil – si fonda sui valori della Resistenza e dell’antifascismo e  rinnovare la memoria e il ricordo delle donne e degli uomini che hanno sacrificato la propria vita per la libertà significa confermare l’impegno per difendere e dare qualità alla nostra democrazia”. Nella stessa giornata la Cgil nazionale insieme alla sezione Anpi Adele Bei, per celebrare la Festa della Liberazione, allestiranno di fronte alla sede nazionale di Corso d’Italia 25 a Roma, un grande pannello con la riproduzione di un’opera che fa parte del patrimonio artistico della Confederazione, realizzata dal pittore Giuseppe Migneco nel 1959. Da segnalare sul sito di Collettiva.it l'articolo di Roberta Lisi sull'iniziativa dell'Anpi e dello Spi sul memoriale della Resistenza. 500 racconti di uomini e donne, oggi tra i 90 e i 100 anni, che in gioventù scelsero di combattere per la libertà. Sono le testimonianze dei partigiani e delle partigiane ancora in vita che per volere dell’Anpi – e con la partecipazione dello Spi Cgil – i giornalisti Gad Lerner Laura Gnocchi hanno raccolto. “Un vero e proprio memoriale della Resistenza italiana”, ha affermato il presidente dell’Associazione nazionale partigiani Gianfranco Pagliarulo.

Primo Maggio 2021
Quest'anno tre diversi eventi organizzati unitariamente: Landini sarà all'Ast di Terni, Sbarra all'Ospedale dei Castelli di Fontana di Papa, Bombardieri davanti all'Amazon di Passo Corese. Obiettivo: "Ribadire la centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese". Cgil Cisl Uil hanno scelto di celebrare il Primo Maggio organizzando, unitariamente, tre distinti eventi sindacali che si svolgeranno presso alcuni luoghi simbolici del mondo del lavoro del nostro Paese. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sarà all’acciaieria Ast di Terni; il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, sarà all’Ospedale dei Castelli in località Fontana di Papa in provincia di Roma; il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sarà davanti alla sede Amazon di Passo Corese, in provincia di Rieti. 
Il tutto si svolgerà nel pieno rispetto delle regole anti covid e con una presenza limitata di delegate e delegati. Lo slogan della giornata del Primo Maggio sarà: “L’Italia Si Cura con il lavoro”. In una fase difficile della vita del Paese, in cui c’è bisogno di ripartire nel segno dell’unità, della responsabilità e della coesione sociale, Cgil, Cisl, Uil vogliono ribadire unitariamente il valore della centralità del lavoro, per ricostruire su basi nuove il nostro Paese e affrontare con equità e solidarietà le gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia.


Tutta l’agenda
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale  e l’agenda di Collettiva.it