La povertà dilaga, il coronavirus pure e i partiti sembrano sotto schoc. Nella guerra sui vaccini Draghi blocca AstraZeneca e il governo lavora al terzo Piano vaccinale. Al via il confronto con sindacati e datori di lavoro sull’aggiornamento dei Protocolli Covid e sull’ipotesi di immunizzare in fabbrica.  Nel frattempo pronti a partire per Bruxelles i primi tre capitoli del Pnrr.

Prime pagine

“AstraZeneca, da Italia e Ue stop all’export” è il titolo di apertura de Il Sole 24 ore. Stesso tema scelto da La Repubblica: “Draghi ferma AstraZEneca. No all’export dei vaccini”, e nel sommario: “Il premier utilizza per primo le recenti regole Ue: vieta all’azienda la vendita di oltre 750mila dosi all’Australia. A maggio via libera a Sputnik, ma l’Italia da sola non lo comprerà. Somministrazioni anche sui luoghi di lavoro. E poi in taglio centrale la politica: “Zingaretti si dimette: e non torno indietro. Quasi tutti gli altri quotidiani, invece, compiono una scelta più politica, il Corriere della Sera: “Zingaretti si dimette. Il Pd sotto schoc”, mentre in taglio centrale si parla dell’aumentare dei contagi: “La Lombardia chiude le scuole”. E in occhiello: “Continua la crescita dei nuovi casi, sale il tasso di positività. Emilia Romagna e Campania verso zona rossa”. Anche Il Messaggero apre su: “Zingaretti lascia la giuda del Pd, partito nel caos”, e in taglio centrale: “Vaccini, stop alle esportazioni”. La Stampa titola: “Zingaretti, mi vergogno del Pd” e poi: “Vaccini, addio a fasce a rischio: si procede per età”. Il Fatto Quotidiano: “I giallorotti: Draghi spacca Pd e 5Stelle”. Grande foto notizia su il Manifesto, ritrae Zingaretti, sulla quale compare: “L’amaro del capo”. Infine Avvenire, scelta assolutamente originale quanto opportuna: “Poveri a domicilio”.

Le interviste

Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al Mef, intervistata da Luca Mazza di Avvenire, interviene su una vera emergenza forse non affrontata con la dovuta attenzione, l’aumento esponenziale della povertà: “Uno degli aspetti più preoccupanti, in uno scenario di crescita molto forte della povertà assoluta, è che aumenta sensibilmente nelle famiglie con la persona di riferimento occupata: significa che sul nostro mercato del lavoro ci sono persone che, pur lavorando si trovano sotto o poco sopra la soglia”.  E aggiunge Guerra: “Tra le famiglie che hanno sofferto in modo particolare la pandemia, ci sono le famiglie con figli, specie minori. Ma è un dato di fatto che anche prima della pandemia nel nostro Paese l’incidenza della povertà era già alta anche in presenza di un solo figlio, figurarsi le famiglie numerose”. Che fare? intanto correggendo il Reddito di cittadinanza: “Va rivisto con due correttivi principali. Il primo intervento è togliere il requisito dei 10 anni per gli immigrati ammettendo chiunque abbia un permesso di soggiorno di lungo periodo. L’altra correzione fondamentale è quella di ricalibrare i parametri affinchè il RdC non sia penalizzante per le famiglie con più figli”. Rispetto ai tempi la sottosegretaria aggiunge: “Sta per uscire un nuovo decreto, al massimo entro la prossima settimana, che darà sostegno alle attività produttive e alle famiglie in difficoltà. Si riproporrà misura del RdC, verrà rifinanziato e verranno confermati i sistemi di protezione del lavoro (compresa la cassa in tutte le sue declinazioni). Il governo avrà sicuramente attenzione per gli autonomi, una categoria particolarmente colpita, perché c’è l’idea di intervenire a sostegno di tutti i soggetti a partita Iva”.
Sullo stesso tema Roberto Ciccarelli intervista, a pag. 5 de il Manifesto, la sociologa Chiara Saraceno: “Dramma povertà, riformare il reddito di cittadinanza”.

Serena Molendini, presidente dell’Aps Crei, ragiona con Silvia Camisasca dell’Avvenire di “La cura condivisa come strumento di crescita” e rispondendo ad una domanda su come fare a liberare il potenziale delle donne promuovendone l’occupazione risponde: “Mettendo al centro delle future politiche una diversa visione dell’economia, che tenga conto della ‘cura’ e della sua redistribuzione, dell’impegno delle donne, di quel pensiero obliquo che muove dall’alto: etica, responsabilità, condivisione, giustizia partecipazione, sostenibilità. Senza questa profonda rivisitazione delle priorità l’Italia e destinata a declinare rapidamente verso l’invecchiamento e l’indebolimento”.

Dal fronte pandemia interviene, intervistato da Paolo Colonnello de La Stampa il presi dente della Regione Lombardia Attilio Fontana: Il virus corre Milano non deve cadere”.

Diverse, infine, interviste a dirigenti del Pd sull’annuncio di dimissioni. Gianni Cuperlo su La Stampa dice: “Sì, siamo in un momento difficile, ma in questi mesi abbiamo dimostrato responsabilità. Tra correnti e caminetti abbiamo perso la nostra identità, spero che Nicola ci ripensi”. Sul Corriere della Sera parla Alessandro Alfieri, coordinatore di Base riformista: “È prevalsa l’emotività. Chiedere di discutere non è lesa maestà”, e Roberto Morassut su Il Messaggero afferma: “Col partito debole, governo meno saldo. Rimanga e lavori all’accordo coi 5Stelle”.

Editoriali e commenti

Due i quotidiani che ospitano riflessioni sui dati drammatici della povertà diffusi ieri dall’Istat. Su La Repubblica Linda Laura Sabbadini afferma che “donne e giovani i nuovi poveri del Grande Nord. Il Nord si scopre più povero” e analizza: “Tre aspetti differenziano questa crescita della povertà da quella del 2012, in balzo è stato fulmineo immediato…….Secondo, l’aumento ha riguardato più il Nord che il Sud…….Terzo, cresce la povertà delle famiglie con woorking poor, quelle che non riescono a spendere quanto basta per poter acquistare set di  beni e servizi essenziali per garantirsi una vita dignitosa, nonostante la persona di riferimento sia occupata e in particolare operaia o lavoratrice in proprio”. Il titolo dello scritto di Mario Deaglio a pag.27 de La Stampa è brutale: “Ma così miniamo il patto sociale”, dopo l’analisi dei dati, afferma: “Non esistono ricette sicure per uscire da questa situazione. Dovremo, di conseguenza inventarle passo dopo passo. Il guaio è che i programmi di governo e delle forze politiche tendono a dare poco spazio in chi si trova in queste condizioni disastrose. Molte volte i poveri sono invisibili, è piuttosto raro che vadano a votare e quindi sono elementi marginali di quasi tutti i programmi politici. E così le basi della nostra ‘nuova’ società rischiano di essere minate. Non è così che ce la possiamo fare”.

Ovviamente diversi quotidiani riflettono sul significato delle dimissioni di Zingaretti. Ne segnaliamo due fra i tanti.
Il titolo del pezzo di Federico Geremicca su La Stampa è significativo: “Un’amalgama mal riuscita”, scrive l’autore: “…a colpire sono state soprattutto le parole, pesantissime, utilizzate per descrivere il partito che tutt’ora dirige: un collettivo del quale vergognarsi, composto da persone sleali e irresponsabili, che litigano e parlano solo di poltrone….quello che Zingaretti lascia, insomma, è un partito in cattiva salute e soprattutto senza più una bussola. Aver abbondonato per strada alcune scelte originarie a vantaggio di opzioni tristemente note o del tutto inedite ha aumentato la confusione”. Punto di vista certamente differente quello espresso da Gad Lerner dalle colonne de il Fatto Quotidiano: “Bravo Zingaretti. Comunque vada a finire. Speriamo voglia ricredersi chi lo definiva un ologramma, uno che lascia dietro di sé l’eco malinconica di un vuoto. Le sue dimissioni rappresentano uno scatto di orgoglio nella politica italiana, ma non per questo vanno considerate una mossa improvvisata.

Economia lavoro e sindacato

Ieri pomeriggio il ministro del lavoro Orlando, insieme a quello della Salute Speranza, ha incontrato sindacati e parti datoriali per discutere dell’aggiornamento dei Protocolli Covid e dell’ipotesi di vaccinare all’interno dei luoghi di lavoro. Il resoconto dell’incontro e le dichiarazioni del segretario generale della Cgil Maurizio Landini su Collettiva.it Il vaccino per il lavoro. Diversi i quotidiani che ne parlano: Nicoletta Picchio e Giorgio Pogliotti su Il Sole 24 ore: “Governo, sì al vaccino in azienda, Tavolo per il nuovo protocollo”; Valentina Conte su La Repubblica: “Via libera ai vaccini in azienda. I sindacati: garantire chi non accetta”  e scrive: “Non vorremmo che una volta fatto il vaccino si torni tutti in presenza, senza più sanificare, rispettare le distanze e dotare di mascherini chi lavora, osserva Rossana Dettori, segretaria confederale della Cgil e infermiera professionale”.

Ampio spazio sui quotidiani la decisione del premier Draghi di bloccare le esportazioni di fiale AstraZeneca. Scrive Marco Galluzzo a pag.15 del Corriere della Sera: “Le aziende che non rispettano gli impegni non possono essere scusate. Aveva messo a verbale il presidente del Consiglio e non è chiaro se fosse già stato informato dalla Farnesina della richiesta di AstraZeneca di esportare in Australia 250 mila dosi di vaccini infialati ad Anagni. Ma è probabile visto che la richiesta del colosso farmaceutico era arrivata al ministero degli Esteri 24 ore prima……La decisione è stata anche una risposta alla sensazione che sin qui Bruxelles avesse tenuto un atteggiamento morbido verso le richieste di export. Ben 174 autorizzazioni da parte della Commissione non erano passate inosservate. Ovviamente anche a Palazzo Chigi. Che per il futuro, se una dinamica simile dovesse ripetersi, confermerà la linea ferma: ovvero la credibilità non va scambiata con mancanza di credibilità”. Dice Roberto Mania a pag. 26 di La Repubblica: “È una mossa senza precedenti quella di ieri del premier Draghi che proietta la guerra al Covid 19 sempre più anche sul versante geopolitico. Insieme a una sfida diretta al potere finora incontrastato a Big farma, i giganti globali della produzione di farmaci. I rischi ci sono, per il nostro approvvigionamento e per il ruolo dei nostri produttori nella lunga filiera del farmaco ma vale la pena correrli”.
Secondo Paolo Russo che firma un retroscena a pag.9  de La Stampa, “Il Piano vaccini cambierà di nuovo pelle. Per andare più veloci e non creare discriminazioni. Come quelle prodotte dalla babele di regole regionali, dove c’è chi immunizza i magistrati lasciando senza protezione i settantenni, oppure parte con i sessantenni ma ignora i malati cronici ad alto rischio”.

Antonio Maria Mira, pubblica un lungo articolo su Avvenire (pag. 11) che illustra l’operazione che ha portato ieri a 9 arresti per ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro: “La regia della ‘ndrangheta nei campi del caporalato”. Su Collettiva.it la riflessione di Celeste Logiacco “Caporalato, bene gli arresti. L’impegno della Cgil continua”.

Questa mattina l’apertura di Collettiva.it torna ad occuparsi di legalità in Sicilia. L’occasione è data dalla presentazione in anteprima di un film “L’Isola Senza catena” e da una tavola rotonda con Maurizio Landini. Dalle 10 in diretta su Collettiva.it e sulle pagine social della Cgil Sicilia

L’Isola senza catene
Arance amare
Pedalare in sicurezza
Spezzare lo sfruttamento si può di Giovanni Mininni

Conquiste dal lavoro informa che è stato varato: “Un patto per il lavoro contro la crisi causata dalla pandemia. Questi gli obiettivi che si pongono il piano delle politiche attive della regione Lazio e il protocollo sottoscritto con i sindacati e le associazioni datoriali. Il provvedimento, presentato da Nicola Zingaretti insieme all’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino, prevede interventi di formazione, accompagnamento e reinserimento nel mondo del lavoro, in particolare per le categorie più fragili”. Stessa notizia si trova a pag. 11 de Il Sole 24 ore.

Infine l’economia. Roberto Petrini a pag. 2 de La Repubblica, informa: “Il Recovery Plan accelera, a marzo i primi tre dossier” e scrive: “Primo scatto in avanti del Recovery Plan italiano da 209 miliari. Il gruppo di lavoro ‘incardinato’ al ministero dell’Economia, dopo una decina di giorni di intensa attività, prevede di essere in grado di riaprire il dialogo operativo con Bruxelles entro la metà di marzo su infrastrutture, istruzione e salute. Si tratta di un primo successo della spinta impressa da Draghi al programma e alla capacità di elaborazione e organizzazione di via XX settembre……..i piani di tre delle sei missioni in cui è diviso il programma, sono pronti per essere scrutinati dai tecnici della Commissione europea e saranno consegnati a metà mese…….Restano invece più indietro le altre tre missioni, peraltro di cruciale importanza: digitalizzazione, ambiente ed energia, lavoro…”.

L’Agenda degli appuntamenti

Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’Agenda di Collettiva.