Oltre 100 mila addetti solo in Veneto, un sesto di tutti i lavoratori italiani del tessile-abbigliamento, dell’occhialeria, delle pelli e cuoio, della concia e del calzaturiero. È questo il peso della moda nella regione, dove oggi si è tenuto il convegno “Fare sistema per il futuro della moda”, organizzato da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil. Una realtà produttiva articolata, fatta di distretti, industria, PMI e artigianato, che però oggi è in forte difficoltà.

Le cause della crisi: tra geopolitica, consumi in calo e costi alle stelle

La crisi che investe il settore ha molte cause – hanno spiegato le segreterie nazionali dei sindacati –: fattori geopolitici e macroeconomici, trasformazioni nei mercati globali, nuove geografie economiche, evoluzione degli stakeholders, cambiamento dei modelli produttivi, aumento dei costi energetici e delle materie prime, crisi dei consumi dovuta all’impoverimento generale del potere d’acquisto e crescita debole dell’eurozona”. Un mix di elementi che sta mettendo a rischio l’intera filiera.

Un patto di sistema per reagire alla crisi

Per questo, le organizzazioni sindacali rilanciano una proposta chiara: costruire un’alleanza tra sindacati, imprese e istituzioni, per dar vita a un piano strategico di politiche industriali, rafforzare le sinergie tra i distretti, sostenere la ricerca e sviluppo, riformare gli ammortizzatori sociali.

Il tavolo al Mimit non basta: deve diventare operativo

Centrale, secondo Filctem, Femca e Uiltec, deve essere il tavolo permanente al Mimit, che non deve limitarsi a monitorare le criticità, ma agire congiuntamente a sindacati e controparti datoriali per difendere il settore e contrastare il processo di deindustrializzazione in atto.

Per i sindacati serve una vera alleanza tra istituzioni, rappresentanze dei lavoratori e associazioni datoriali, con relazioni industriali solide, fondate sul contratto collettivo nazionale, sulla lotta alla precarietà e al dumping contrattuale.

Tra le priorità indicate: salari adeguati, tracciabilità della filiera, contrasto all’illegalità negli appalti, investimenti in ricerca, scuola, industria e artigianato, politiche di reshoring e accorciamento delle catene di fornitura, e la promozione di nuova imprenditorialità.

L’appello al governo: agire ora per attrarre risorse

“Insieme possiamo superare le criticità – concludono i sindacati –. Il governo ci ascolti: oggi c’è l’occasione per promuovere aggregazioni e consorzi, e accedere anche alle risorse finanziate a livello nazionale”.