La manovra va cambiata
Alla fine di una giornata di discussione, ieri l’assemblea generale della Cgil ha votato un ordine del giorno che valuta ancora insufficienti i provvedimenti e le linee di fondo della manovra del governo Draghi, in particolare sugli aspetti che riguardano la riforma fiscale e quella previdenziale. Sarà la segreteria nazionale a decidere ora come proseguire la mobilitazione avviata con Cisl e Uil. La notizia è su Repubblica a pagina 10. “La Cgil alza il tiro della protesta sulla legge di bilancio e valuta uno sciopero generale. Alla luce delle verifiche sugli esiti di questa prima fase di mobilitazione e delle risposte che potranno arrivare dal governo, da effettuare insieme a Cisl e Uil nel mese di novembre, l'assemblea generale dà mandato alla segreteria nazionale di valutare forme di lotta di carattere generale. Lo si legge nel documento approvato dall'assemblea generale della Cgil sulla manovra. Il sindacato la considera "insufficiente" su pensioni e fisco. La notizia anche su altri quotidiani. Su La Stampa a pagina 4: “Per la Cgil risposte ancora insufficienti. Il sindacato non esclude lo sciopero”. Sul sito della Cgil nazionale il testo completo dell’ordine del giorno approvato.
Nell’ordine del giorno anche le indicazioni per le prossime scadenze interne della confederazione, a partire dalla Conferenza di organizzazione. “La Cgil impegna tutte le strutture a predisporre immediatamente una campagna straordinaria di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e territori e a mettere in campo manifestazioni e iniziative regionali e di categoria, utilizzando tutti gli strumenti di mobilitazione necessari per garantire una partecipazione più larga possibile. La campagna di assemblee dovrà vedere impegnati tutti i compagni e le compagne, sia delle categorie che delle strutture confederali, a partire dalla segreteria nazionale e centro confederale. In ragione dell’impegno straordinario che dovrà essere affrontato nelle prossime settimane, l’assemblea organizzativa nazionale prevista nei giorni dal 16, 17 e 18 dicembre viene ri-calendarizzata nei giorni 10, 11 e 12 febbraio 2022, mentre le assemblee organizzative delle strutture confederali regionali si terranno dal 10 al 16 gennaio e quelle delle categorie nazionali dal 17 al 27 gennaio prossimo”.

Sulle prime pagine
I titoli di apertura di oggi oscillano tra la politica (con la “tregua armata” tra Salvini e Giorgetti nella Lega) e l’allarme per il ritorno del virus con una temibile quarta ondata ormai alle porte. Fanno eccezione nel panorama generale Il Sole 24 ore che apre con gli annunci del presidente Draghi sui provvedimenti sulla concorrenza e con importanti notizie economiche (lo scontro in Germania tra l’azienda che vuole licenziare e il sindacato, le intenzioni di Telecom sull’abbandono della rete) e il manifesto, che concentra l’attenzione proprio sullo scontro sulle liberalizzazioni. Titolo: “Spiaggiati”, il governo vara il ddl concorrenza, ma rinvia i provvedimenti che dividono la maggioranza. Tra questi le regole delle concessioni degli stabilimenti balneari e per gli ambulanti. Niente stretta sulle compagnie telefoniche. Sull’ampliamento delle licenze protestano i tassisti. Sul Corriere della Sera, a centro pagina, “Concorrenza, sì alla legge. Tassisti in rivolta” e il parere del Consigliere di Palazzo Chigi, D’Alberti: “Tutelati valori e crescita, ora ambulanti e balneari” (Federico Fubini a pagina 10). Su Repubblica: “Concorrenza, sì del governo. Draghi: ordine e trasparenza”, con un commento critico di Alessandro De Nicola: “Quei privilegi invincibili” (a pagina 32). Molta rilevanza al tema anche su La Stampa: “Legge concorrenza, salvi notai e balneari, la rabbia dei taxisti che sono pronti alla piazza”, con un commento critico di Marco Zatterin: “Una mezza lenzuolata”. (dalla prima a pagine 21).

Una concorrenza “moderata”
Una sintesi di quello che è successo ieri dal servizio di Marco Galluzzo sul Corriere della Sera (p. 10). “Molte cose erano inizialmente previste ma si sono perse strada facendo. Mario Draghi è più che soddisfatto, rivendica a ragione di aver prodotto un provvedimento sulla concorrenza dopo anni di vuoto legislativo. Ma è un dato di fatto che per ragioni politiche, o tecniche, alcuni pezzi del ddl sono stati eliminati. Sulle concessioni balneari, come sugli ambulanti, si è preso atto dell'opposizione della Lega, e quindi si è dirottato il testo su una «mappatura», una sorta di operazione trasparenza su tutte le concessioni, di qualsiasi tipo. Un compromesso? In qualche modo sì. Ma non isolato: sino a due giorni fa l'articolo 12 del testo prevedeva un'accelerazione per le autorizzazioni di nuovi inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti. Anche con lo zampino dei Cinque Stelle alla fine la norma è stata stralciata. Con queste premesse, dopo essere slittato per un paio di mesi, il disegno di legge delega sulla concorrenza è stato approvato all'unanimità. In Cdm è filato tutto liscio, non c'è stato nessuno scontro particolare, tranne un momento di scambio vivace di opinioni quando si è discusso delle nonne che riguardano la nomina dei primari degli ospedali. Il ministro Renato Brunetta chiede maggiore discrezionalità per i manager che devono fare le nomine, ritiene che vi possano essere dei cambiamenti rispetto al testo che hanno in mano i ministri, ma Mario Draghi replica che la norma prevista non si cambia, e lo fa in modo molto secco: «Le nomine nella sanità non le decide la politica». Nel merito se viene stralciata la norma che riguarda gli inceneritori, uno dei nodi più delicati, l'articolo che riguarda il trasporto pubblico non di linea — quindi taxi, Ncc e altre forme di trasporto come Uber, che usano piattaforme digitali — viene confermato. E non senza conseguenze: tutte le sigle sindacali dei taxi sono sul piede di guerra, annunciano una mobilitazione nazionale.

E Tim pronta alla rete unica con Open Fiber
Dal Corriere della Sera (Federico De Rosa, p.37): Tim riapre la partita per la rete unica e per mettere insieme FiberCop e Open Fiber è pronta anche a rinunciare al controllo della società integrata. Una novità importante, che Piazza Affari ha accolto spingendo i titoli Tim che hanno chiuso in rialzo del 5%. È la prima volta che il gruppo telefonico infrange il tabù del controllo della società per la rete unica. Un tabù soprattutto per Vivendi, primo azionista di Tim, che si è sempre detta favorevole alla rete unica ma a condizione di averne più dei 50%. Secondo quanto ha riferito Bloomberg, ad aver cambiato approccio sarebbe stato l'amministratore delegato del gruppo telefonico, Luigi Gubitosi, con la disponibilità a scendere anche sotto la quota di maggioranza, emersa nel corso di alcuni colloqui informali con il governo. Non si tratta né di una decisione né di un obiettivo ma per il momento resta nel campo delle indiscrezioni, a cui Tim ha risposto chiarendo «che l'argomento non è stato oggetto di discussione nel consiglio di amministrazione né tantomeno sono state prese decisioni al riguardo». La possibilità che la rete unica si faccia (con modalità diverse dall'integrazione tout court tra Open Fiber e FiberCop) tuttavia, non è così remota. E l'ipotesi più probabile è che nasca pubblica, ovvero sotto il cappello della Cassa depositi e prestiti che ha la maggioranza di Open Fiber e il 10 per cento di Tim. La prossima settimana — entro il 10 novembre — è attesa la decisione dell'Antitrust Ue sul riassetto di Open Fiber e da quel momento i colloqui per la rete unica possono riprendere. L'ii è invece in agenda un consiglio straordinario di Tim, chiesto da Vivendi che da qualche giorno ha ricominciato a mettere sotto pressione 11 management del gruppo telefonico. Alcune voci hanno riferito di un possibile interesse dei francesi a rafforzare la presa su Tim proprio in funzione della ripresa dei colloqui sulla rete unica, in cul il governo è indirettamente coinvolto attraverso la Cdp. La notizia secondo la versione di Repubblica (Sara Bennewitz, p.29). “Tra voci e blande smentite, Telecom Italia rimbalza dai minimi e recupera il 4,49% chiudendo a 0,33 euro. Le indiscrezioni rilanciate da Bloomberg circa la possibilità di dar vita a una rete unica con l'infrastruttura di Open Fiber — con un assetto tale da portare Telecom in minoranza — hanno fatto volare le azioni in Borsa. Salvo correggere di poco dopo la precisazione della società secondo cui nessun progetto di questo tipo è mai stato discusso in cda. Il prossimo consiglio straordinario di Tim è convocato per giovedì 11, a valle dell'atteso via libera della Ue (in agenda per il 10) al consolidamento da parte di Cdp del 60% di Open Fiber, la rete in fibra concorrente a quella dell'ex monopolista.

Whirpool licenzia e il Tribunale le dà ragione, ma la lotta continua
Ora sappiamo perché Whirlpool mercoledì ha mandato le 321 lettere di licenziamento ai lavoratori di Napoli. Perché sapeva già che il tribunale del lavoro aveva rigettato il ricorso dei sindacati e ha dunque anticipato le lettere prima ancora che il dispositivo della sentenza fosse reso pubblico. Le nove pagine di decreto firmate dalla giudice Maria Rosaria Lombardi infatti sono datate 3 novembre, ma il deposito del provvedimento è avvenuto di pomeriggio a cancelleria già chiusa e l'invio alle parti dunque solo nella mattina ieri. Lo scrive Massimo Franchi sul manifesto (“Whirpool vince e scappa. Ma la lotta continua”, p.3). Con questo provvedimento, scrive Franchi, “finisce la storia di Whirlpool. Ma non la lotta degli operai di Napoli che ieri in assemblea hanno dato l'ennesima prova di unità. Testimoniata dal fatto che in due anni e mezzo sono rimasti in 321 dai 420 iniziali: al netto di pensionamenti e decessi, in pochi hanno accettato la buona uscita da 85 mila euro proposta dalla multinazionale per dimettersi (l'alternativa era trasferirsi a Cassinetta, Varese, a 830 chilometri di distanza senza incentivo alcuno). Il loro obiettivo, assieme alla Fiom, è quello di tornare tutti a produrre a via Argine”. La pressione ora è tutta sul governo che non è riuscito in queste settimane a mantenere la promessa di «continuità occupazionale. Della Whirpool si parla su Collettiva.it, che riporta anche le dichiarazioni del segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa

Maxi tagli alla Volkswagen. Scontro aperto tra Ceo e sindacato
Dal Sole 24 ore, servizio di Alberto Annicchiarico a pagina 29. “Scontro al calor bianco tra il capo del sindacato Daniela Cavallo e il ceo Herbert Diess durante un incontro con i dipendenti Volkswagen nello stabilimento di Wolfsburg. Il futuro di Diess, il cui incarico rinnovato in estate scadrebbe nel 2025, è nelle mani di un comitato di mediazione proprio perché si confrontano due visioni molto diverse. Il capoazienda preme per un aumento della produttività e per un taglio dei costi che potrebbe costare 30mila posti di lavoro. Nel confronto, Diess, 63 anni appena compiuti, ha fatto capire che il pericolo viene da Tesla e dalla sua nuova fabbrica alle porte di Berlino, che dovrebbe aprire, dopo diversi rinvii, all'inizio del 2022. La casa americana sta migliorando rapidamente la qualità costruttiva e potrà produrre un'auto in sole io ore. La principale fabbrica di auto elettriche del gruppo tedesco, a Zwickau, impiega di più di 30 ore per veicolo, che dovrebbero essere ridotte a 20 ore l'anno prossimo. “Sì, sono preoccupato per Wolfsburg, ha detto Diess ai lavoratori durante la prima assemblea dei dipendenti dall'inizio della pandemia. Voglio che i vostri figli e nipoti possano ancora avere un lavoro sicuro. Questo è il mio punto oggi, ecco perché sono qui”. Al confronto ha partecipato il primo ministro della Bassa Sassonia Stephan Weil (62 anni, della Spd), che è anche membro del consiglio di sorveglianza del Gruppo. Le difficoltà di questa fase complessa per l'industria automobilistica sono innegabili, tuttavia, ha avvertito Weil, è compito dell'azienda offrire prospettive invece che suscitare preoccupazioni. Un chiaro messaggio per Diess. Il ceo ha annullato un viaggio negli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto incontrare investitori e visitare aziende tecnologiche sulla costa occidentale, proprio per occuparsi delle crescenti tensioni interne. La nuova leader del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, 46 anni, origini calabresi, prima donna a ricoprire questo ruolo in Vw, ha duramente criticato Diess, rimproverandogli di non affrontare le sfide del gruppo con lo stesso entusiasmo con cui si tiene in contatto con il numero uno di Tesla, Elon Musk. «Solo chi capisce e tiene d'occhio la concorrenza può vincere», ha replicato Diess. Per Cavallo «una provocazione». La leader del consiglio di fabbrica ha quindi invitato il capo del gruppo automobilistico a impegnarsi meno sui social media e a dedicare la sua attenzione alla risoluzione della persistente carenza di chip che ha colpito il secondo produttore mondiale , più duramente di quanto abbia fatto con Tesla o con Bmw. ..

Le iniziative
Le proposte di Cgil, Cisl, Uil per un’Europa solidale
Costruire un'Europa del lavoro, più solidale e resiliente: è questo l'obiettivo del documento unitario che le Confederazioni sindacali, Cgil, Cisl, Uil presenteranno oggi Roma, al Parlamentino del Cnel. Dopo i saluti del presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, Tiziano Treu, e della professoressa Elisa Giuliani dell'Università di Pisa, la tavola rotonda sarà condotta dalla giornalista. Tindara Caccetta. Prevista la presenza dei segretari generali delle tre Confederazioni, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pier Paolo Bombardieri, il segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati, Luca Visentini, il Commissario Europeo per l'economia, Paolo Gentiloni, Vincenzo Amendola, sottosegretario per gli Affari Europei, Gabriele Bischoff, la parlamentare Europea del Gruppo dell'Alleanza dei Progressisti e Socialisti Democratici Gabriele Bischoff, e il presidente del Gruppo dei Lavoratori al Comitato Economico e Sociale Europeo, Oliver Roepke. Sul sito della Cgil nazionale il programma completo

L'iniziativa sarà trasmessa in diretta su Collettiva.it  a partire dalle 10. 

Su Collettiva.it 
L'apertura è dedicata alla questione femminile nei settori dell'agricoltura. L'approfondimento è a cura di Martina Toti che racconta la tratta delle donne e il doppio sfruttamento  Da un lato ci sono le condizioni di lavoro con contratti e diritti non rispettati e una discriminazione salariale che raggiunge picchi del 50%. Dall'altro, laddove le regole non vengono rispettate, abusi, soprusi e violenze sessuali possono diventare un'atroce quotidianità. In un video a cura di Davide Colella una testimonianza drammatica. della condizione delle donne che lavorano in agricoltura. Nella rubrica Buona Memoria si parla delle parole di Carla Nespolo sull'antifascismo. 

Tutti gli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti, vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale.