Antonio Valente lavora in Yoox da ventuno anni. “All’improvviso – racconta – è arrivata una procedura di licenziamento per me e altri 211 colleghi”.
Yoox, nata a Bologna nel 2000, è stata a lungo considerata un “unicorno” dell’e-commerce della moda, espressione usata per indicare startup di successo e di grande valore economico. Ma dal 2020 i conti hanno cominciato a peggiorare e il flusso di merce in entrata è diminuito. I sindacati hanno chiesto chiarimenti, ma l’azienda ha negato la crisi.
Nell’aprile scorso il gruppo è stato acquisito dalla tedesca MyTheresa, dando vita al nuovo polo del lusso digitale LuxExperience. Solo pochi mesi dopo, a settembre, è arrivata la doccia fredda: 211 licenziamenti collettivi. “Dicono che serve a riorganizzare – spiega Valente – ma noi vediamo solo tagli.”
Dopo settimane di scioperi e presìdi, il caso è approdato al ministero delle Imprese e del made in Italy. “Lì, su richiesta della Cgil e delle altre sigle, l’azienda ha sospeso la procedura di licenziamento per aprire un tavolo di confronto". Ora si cerca una soluzione alternativa, ma l’incertezza resta.























