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“Mentre la manovra ha incassato l’ok del Senato, ribadiamo il nostro giudizio fortemente critico sull’impianto complessivo del provvedimento”. A dirlo sono le segretarie confederali Cgil Maria Grazia Gabrielli e Francesca Re David.
“Possiamo però affermare con soddisfazione che un nuovo attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori è stato sventato, grazie anche all’intervento immediato e determinato della Cgil”, aggiungono commentando il ritiro dell’emendamento alla legge di bilancio che, se approvato, “avrebbe messo seriamente a rischio la tutela dei salari e dei crediti retributivi”.
Gabrielli e Re David ricordano che “si tratta del secondo tentativo da parte del governo: prima l’inserimento nel decreto Ilva, poi il ritiro e successivamente la riproposizione nella legge di bilancio. Un’operazione vergognosa, respinta ancora una volta, con la quale si tentava di stabilire che il datore di lavoro non potesse essere condannato al pagamento di differenze retributive o contributive per il periodo precedente alla data del ricorso, qualora avesse applicato lo standard retributivo previsto dal contratto collettivo leader”.
Questo episodio, concludono le due dirigenti sindacali, conferma “una tendenza più generale che caratterizza l’intera manovra: un insieme di scelte che penalizzano il lavoro. Auspichiamo che il governo rinunci definitivamente a questa deriva. Continueremo a vigilare affinché il provvedimento non venga ripresentato sotto altre forme e chiediamo all’esecutivo di abbandonare una strada che danneggia salari, diritti e condizioni di lavoro”.






















