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Con il voto espresso oggi dal Senato sulla legge di bilancio 2026, e con il successivo passaggio solo formale che dovrà adottare nei prossimi giorni la Camera dei deputati, “questo governo conferma, anche in questa manovra, di non volersi occupare del problema casa e dimostra ancora una volta di non aver alcun interesse alla grave situazione abitativa del Paese e a chi è alla ricerca di una abitazione ad affitti sostenibili, ai cittadini che da anni aspettano una casa popolare, a chi vive il dramma degli sfratti senza alcuna soluzione alternativa”. Inizia così la
dichiarazione di Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia.
Mentre la maggioranza deposita un ordine del giorno che di fatto ripropone l’ennesimo condono edilizio: “Non si rifinanzia anche per il 2026 il fondo di sostegno all’affitto, disapplicando una precisa norma della legge 431/98 e il fondo per la morosità incolpevole beneficia delle “briciole” stanziate con la manovra dello scorso anno, ignorando le aspettative di proprietari e inquilini che poggiano su questo aiuto per dar vita a contratti di locazione equilibrati e sostenibili; sulle locazioni brevi i contrasti tra le forze di governo hanno, di fatto, portato ad una soluzione di compromesso che per la prima casa affittata mantiene la cedolare secca resta al 21% e per la seconda al 26% applica, ma dal terzo immobile in poi dato in affitto per meno di 30 giorni, la tassazione prevista per il reddito d’impresa”.
In definitiva la classica “montagna che ha partorito il topolino”, aggiunge Chiappelli, da parte di un governo che ignora gli appelli di Regioni e Comuni “per un’organica normativa che affronti le pesanti criticità che il ricorso a questa tipologia di locazione sta determinando nei Comuni che, da ultimo anche con una proposta di 40 città, giustamente rivendicano poteri per governare e disciplinare il fenomeno che altera il tessuto delle locazioni immobiliari e urbanistico delle città, come ha riconosciuto la stessa Corte costituzionale con la sentenza della scorsa a settimana che ha affermato la piena validità costituzionale della legge della Regione Toscana in merito”.
Inoltre, il preannunciato finanziamento sul futuro “Piano Casa”, già di per sé insufficiente si riduce, infatti, rispetto a quanto inizialmente previsto di risorse disponibili, per il 2026 a 100 milioni e a 100 milioni per il 2027, diminuendo i complessivi 300 milioni inizialmente previsti per il biennio di oltre il 30%; viene ridimensionato inoltre il Fondo per lo sviluppo e la coesione, riducendo le risorse inizialmente previste, di 300 milioni di euro per il 2026 e di 100 milioni per i due anni 2027 е 2028 con effetti negativi, per il settore abitativo con particolare riguardo ad interventi sulla riqualificazione urbana e la rigenerazione delle periferie e finalizzati al recupero degli edifici pubblici”.
Tra le agevolazioni fiscali disponibili nel 2026 per gli interventi sulle abitazioni, poi, “non c'è il bonus barriere architettoniche. In sostanza la detrazione straordinaria al 75% per opere edilizie che puntano ad eliminare barriere architettoniche e gravi ostacoli negli edifici, che penalizzano in primo luogo portatori di handicap e anziani e, nonostante le richieste e appelli avanzati da più parti, non viene prorogata la scadenza fissata al 31 dicembre 2025, con la conseguenza che l’agevolazione viene ricondotta all’aliquota ordinaria, non riconoscendo il valore primario delle opere e degli interventi specificamente attinenti alle barriere architettoniche”.
Conclude quindi il Sunia: “Questo governo, vantandosi di tenere i conti in ordine, trascura di adottare misure e stanziamenti capaci di assicurare un tetto sulla testa a tutti i suoi cittadini”.






















