Un governo che dà i numeri per una legge di sbilancio che premia sempre i soli noti. Tanti soldi alle imprese, pochi spicci per lavoratori e pensionati. E allora, tiriamoli fuori questi numeri dalla tombola impazzita di Palazzo Chigi.
46 il denaro
È il numero chiave. Le risorse ci sono e non sono poche. La Ragioneria di Stato certifica che il 90 per cento della spesa per investimenti finisce alle imprese. Quel che resta va per occupazione, salari, sicurezza, ambiente. I profitti vengono messi al sicuro. I diritti no.
1 l’Italia
Quella raccontata nelle note ufficiali cresce. Quella reale arranca. Zero virgola qualcosa, ultimi in Europa, produzione industriale in calo per 32 mesi su 36. La domanda interna è ferma, il potere d’acquisto continua a ridursi. Siamo in recessione: i numeri lo confermano.
5 la mano
Quella che interviene sul Pnrr. Circa cinque miliardi vengono spostati da investimenti strategici a spese già sostenute. Più artifici contabili, meno riduzione delle diseguaglianze.
17 la disgrazia
Non è superstizione. I fondi di coesione, nati per ridurre i divari territoriali, vengono tagliati e riprogrammati. Seicento milioni evaporano. Il Mezzogiorno resta ai margini, ancora una volta. Altro che crescita inclusiva.
40 la noia
È quella di un lavoro che si allunga e di una pensione che si allontana. Si arriva a 70 anni o a 45 di contributi. Peggio della Fornero. E intanto si fa solo cassa e si apre la strada alla privatizzazione di pensioni, scuola e sanità.
47 il morto
È il simbolo della finta lotta all’evasione. Una ritenuta dell’1% annunciata per il 2029, mentre oggi l’evasione supera i cento miliardi l’anno. Intanto lavoratori e pensionati pagano 25 miliardi di tasse in più, tra fiscal drag e imposte che crescono.
22 il pazzo
Tassare i pacchi sotto i 150 euro significa colpire i consumi quotidiani, quelli di chi ha meno. Non i grandi colossi, non le rendite, non i patrimoni. Una redistribuzione al contrario mascherata da equità.
90 la paura
Quella degli italiani per un futuro che Meloni e i suoi annunciano radioso ma che in realtà resta molto fumoso e pericoloso.
Con questi numeri c’è poco da stare allegri e fare anche solo un ambo rischia di mandarci di traverso il panettone. Perciò Babbo Natale, quest’anno, non entra dalle finestre, entra dai bilanci. Distribuisce pacchi selettivi, controlla i conti, sorride alle imprese e fa la linguaccia a chi lavora. Non chiede di essere buoni. Chiede di essere pazienti. A te e famiglia.





















